La profezia della fraternità fragile

Due giorni animatrici di comunità a Mortara

Fidarsi

Darsi una Phi

darsi 𝛟

la ventunesima lettera greca

Darsi una fessura

in cui lasciar passare il mondo

per farsi fecondare dal mondo.

Darsi una finestra a cui affacciarsi

per vedere

Darsi una ferita

Se siamo blindati ciechi come una fortezza

è l’unico modo per far entrare la luce

(Parole sotto sale- piccolo vocabolario poetico Claudia Fabris)

Ascolto e visione di un’ouverture, Nadia, ovvero mamma piena di vita nella fragilità, poesia, film “Non così vicino”, Rut e Noemi… due giorni creativi per parlare della profezia della fraternità fragile.
Partiamo dalla fine. La presentazione biblica del capitolo 4 del libro di Rut ha permesso di leggere la vita non solo di Noemi e Rut ma anche quella del protagonista del film Otto. Vite provate dal dolore per la perdita di persone care, significative. Vite vissute nell’amarezza del vivere e nella solitudine. Vite stanche e vuote, fragili aperte all’altro, alla relazione, in cammino per essere per altri senza saperlo, scomparendo ma lasciando un segno di bontà che non si ferma, a cascata si propaga ad altri, diventando così aperto al futuro, un futuro lieto di speranza.
Rut, Noemi e Otto ci hanno insegnato che la fragilità ci appartiene, tutti siamo fragili, ma in questa situazione siamo generativi. La fragilità ha in sé il potenziale per suonare una grande e bella sinfonia insieme ad altre fragilità, intrecciando relazioni di fiducia. Guardare la diversità, la fragilità non come qualcosa che appesantisce, frena, ci fa fare fatica, ma come qualcosa di normale, espresso nel vivere quotidiano, spazio per essere e cercare e creare equilibri. In cammino per passare dalla cecità di una vita vuota alla luce di una vita piena, significativa. Qui inseriamo la testimonianza di vita della signora Nadia, mamma di Umberto, ragazzo con una patologia rara, che ci ha consegnato la sua vita con semplicità e serenità. Donna che ha saputo leggere con realismo la realtà del figlio e cercare la modalità per farlo esprimere e crescere. Ha incontrato la realtà di esagramma, realtà dedita all’educazione orchestrale inclusiva, dove la fragilità è condivisa, superata. La fragilità diventa sinfonia e bellezza di crescita per tutti. La fragilità è vista come quella mano nel cappello che tira fuori il jolly, il meglio di ognuno nel rispetto e nel riconoscimento della persona con le sue caratteristiche sia di fragilità sia di talenti.
Ringraziamo suor Simona e sr Alessandra per la creatività del percorso.
Ringraziamo Nadia e Umberto per essersi consegnati a noi.
Ci ringraziamo reciprocamente perché nei vari laboratori svolti in gruppo, ognuno ha dato il suo contributo e condiviso riflessioni arricchendo la visuale dell’altra. insieme facciamo 100, ognuna da il contributo che può dare ma l’importante e che lo dia in modo totale.