L’inquietudine e la pace
Santa Messa nel centenario della nascita al Cielo di Madre Laura Baraggia
Lunedì 18 dicembre 2023 – dopo i numerosi pellegrinaggi parrocchiali a Casa Madre e al Centro Madre Laura, casa natale della venerabile, e la serata musicale che ci ha fatto entrare nella sua spiritualità – le celebrazioni per il centenario della nascita al cielo di Madre Laura sono culminate nella celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Milano S. E. mons. Mario Delpini presso la chiesa parrocchiale di Sulbiate.
Grate di questa preziosa occasione, riportiamo di seguito il testo integrale dell’omelia dell’arcivescovo.
Che cos’è questa inquietudine?
Che cos’è questo incompiuto che avvolge ogni cosa con un velo di malinconia, se non proprio di disperazione? Che cos’è questa insoddisfazione che non si lascia sradicare né dai risultati ottenuti né dall’apprezzamento degli altri? Che cos’è questa inquietudine che mette a disagio anche nelle situazioni più favorevoli?
Ecco, per esempio Zaccaria: un sant’uomo, come si direbbe, giusto davanti a Dio e irreprensibile nell’osservare le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non aveva figli. Un sant’uomo che porta dentro una specie di insoddisfazione inguaribile.
Ecco, per esempio Noemi e Rut: due donne buone, affettuose, laboriose. Ma vedove, senza figli. Vite segnate da desideri e aspettative che sono state deluse.
Ecco, per esempio la giovane Laura Baraggia: una ragazza sensibile, virtuosa, di brava famiglia. Ma continuamente segnata da un senso di inadempienza: non amo abbastanza Gesù crocifisso, il mio direttore spirituale non mi aiuta abbastanza, la scelta di scelta della vita consacrata come Orsolina non corrisponde abbastanza al modo di intendere la propria vocazione.
Insomma che cosa sono questa insoddisfazione, questa inquietudine, questa malinconia?
C’è una radice cattiva.
Questi atteggiamenti possono venire da una radice cattiva. Ci sono infatti persone che non si trovano bene da nessuna parte, che si sentono sempre scontente e che hanno sempre da criticare tutti: sono a disagio quando sono da sole e quando sono insieme, si lamentano di avere famiglia o di non averla, di essere in una comunità o di essere in un’altra.
Ecco c’è una radice cattiva dell’insoddisfazione che si può chiamare l’individualismo: uno si sente il centro del mondo e gli sembra che quello che riceve non sia mai abbastanza, che gli altri non lo considerino abbastanza, che non lo amino abbastanza, che i risultati non corrispondano abbastanza al suo impegno e alle qualità che crede di avere.
Ci sono persone che si condannano all’infelicità, perché sono vittime della propria presunzione e della propria ottusità: ignorano la verità della vita e si ostinano a pretendere l’impossibile.
Dentro il mistero dell’amore
Ma la verità della vita è che abbiamo ricevuto una annunciazione. Un angelo di Dio ci ha sorpresi in un momento improbabile e ci ha portato una parola da parte di Dio. Siamo stati chiamati. La vocazione è un principio di inquietudine: ci chiama a uscire fuori dalla rassegnazione, ci chiama a reagire alla mediocrità, ci chiama a lasciarci trasfigurare dal mistero dell’amore che si manifesta con il suo fascino inesauribile e ci attrae con la promessa, la dolcezza, l’altezza vertiginosa della pienezza della vita.
Così Zaccaria riceve l’annunciazione che la sua santa vecchiaia non è orientata all’inevitabile declino, ma a una inattesa fecondità.
Così Noemi e Rut si mettono in cammino per rispondere a una misteriosa chiamata all’inedito che sarà all’origine della stirpe di Davide, da cui viene Giuseppe, figlio di Davide, chiamato a dare il nome a Gesù, il Salvatore.
Così Laura Baraggia porta a compimento la sua vocazione all’amore non nel riuscire ad amare abbastanza, ma nel lasciarsi amare totalmente da Gesù, contemplando il cuore trafitto di Gesù, il Sacro Cuore.
2 febbraio 1879: “Coraggio, Laura, Io sono con te e tu dal mio Cuore otterrai lumi, forza, aiuto, soccorso… Non temere!»
Forse anche per noi, forse anche oggi sarà mandato un angelo di Dio per una nuova annunciazione.
Nella vita di tutti i giorni, nel servizio abituale che ci viene chiesto, come è capitato a Zaccaria nel tempio di Gerusalemme, forse in quell’ordinario un po’ ripetitivo e noioso, un po’ rassegnato e scontato viene un angelo di Dio per chiamare per un oltre impensato.
In un momento drammatico, dentro una tristezza profonda, come è capitato a Noemi e a Rut, quando la vita si è rivelata una delusione, forse tra quelle lacrime viene un angelo di Dio per chiamare a un futuro insperato.
Non si sa, forse in un momento qualsiasi e improbabile, arriva per noi un invito, una chiamata alla santità, cioè a lasciarsi amare di più, a consegnarci con questa nostra vita incompiuta al compimento dell’amore.
“Coraggio, Laura, io sono con te”
Coraggio fratello, sorella, il Signore è con te e dal suo Cuore avrai lumi, forza, soccorso: ti chiamo alla santità.