Avvertendo sempre con chiarezza il senso del peccato e della contrizione, Laura pratica costantemente, fin da quattro anni, il sacramento della Confessione. Il desiderio di purificazione col passare degli anni diventa in lei quasi prepotente: attraverso la Confessione generale che precede la S. Cresima nel 1861 la ragazza si percepisce nella sua identità di fragile creatura amata. Nella confessione frequentemente ricercata Laura avrà assaporato la gioia della conversione.
…conobbi e vidi, o meglio Gesù mi fece vedere tutti i miei peccati… Quanto dolore provai (DS, 19)
Così vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione (Lc 15,7)
E’ la gioia del Padre misericordioso che cerca la sua creatura e gode di una gioia immensa quando la trova.
L’anima quieta, soddisfatta di sé non lascia spazio a Dio.
Dio vuole illuminare, con la propria luce, la fragilità della sua creatura. Ma l’uomo deve prima riconoscersi impotente, incapace di decidere il proprio bene e il proprio male, sottomettersi al bene che vuol donargli Dio. L’uomo deve avere il coraggio di guardarsi dentro, di conoscersi, di capire e confessare la sua fragilità.
Confrontandosi continuamente con Gesù, ponendo nelle sue Mani pietose e misericordiose le proprie incapacità, senza paura, incontra Gesù e la sua Grazia.