Non ho avuto la possibilità di incontrarla, perché sono nato dopo la sua morte.

Eppure Essa è entrata prepotentemente nella mia vita fin dalla fanciullezza, quando con mia zia ho cominciato a frequentare la cappella delle Suore per le celebrazioni di ogni primo venerdì del mese e di ogni solennità del S. Cuore o di ogni ricorrenza della Congregazione.

Fatto ragazzo, mi sono trovato una via del paese dedicata a Lei; in seguito per qualche anno ho avuto la mia casa proprio in via Madre Laura Baraggia.

Ma il vero incontro con Madre Laura ebbe luogo quando mia sorella scelse di entrare nella Famiglia del S. Cuore di Gesù e soprattutto più tardi, quando si cominciò a pensare alla possibilità di istruire una causa di Beatificazione per Madre Laura.

Mi fu chiesta una forma di collaborazione.

Quanto dovetti leggere!

Ed intanto la bambina, la ragazza, la donna, la suora mi si rivelavano sempre più come un “dono” che la gente di Sulbiate aveva ricevuto e di cui aveva goduto, qualcuno anche senza accorgersi, della persona forse, non certo di quanto accadeva per opera sua e accanto a lei.

Ho letto anche queste pagine.

Esse accennano solo ad alcune tappe di un cammino, ci trasmettono solo l’eco dei passi di Madre Laura sulla strada della vita che la Provvidenza le aveva assegnato; ci fanno respirare un po’ di profumo delle virtù che Laura ha maturato con il suo “Sì” ad una chiamata non comune.

Tanto basta perché possa ridestarsi nel lettore la curiosità di saperne di più, di capire di più, di penetrare meglio il mistero della chiamata alla santità.

Madre Laura parla anche da queste pagine.

Carlo Stucchi