Nel 1872 la Serva di Dio fece 7 giorni di esercizi spirituali privati cominciando dal 10 febbraio. Laura raccolse gli appunti delle preghiere, meditazioni e riflessioni di quelle giornate in un quadernetto di 23 pagine. Sono brevi note che ricalcano, giorno per giorno, i suoi pensieri. Si presentano tuttavia interessantissime perché aprono nuovamente uno spiraglio nell’animo di Laura, solitamente tanto gelosa del suo mondo interiore. Le prime due pagine del manoscritto contengono l’orario della giornata, che Laura cerca di coniugare con gli impegni domestici. È, in effetti, un orario spezzettato ma ben organizzato, che contempla la messa con la comunione, due meditazioni, due spazi dedicati alla lettura spirituale, due esami di coscienza, la Via Crucis e si chiude con l’adorazione serale e spesso notturna, probabilmente dalla finestra della camera da cui Laura intravedeva l’interno della basilica di S. Babila. Seguono una serie di annotazioni che riguardano le “pratiche” che devono accompagnare tali giorni; sono le mortificazioni abituali di Laura, che ella vuole compiere con maggiore esattezza in occasione dei suoi esercizi: “abbreviare il sonno e vegliare due notti […]; non bever acqua […]; fare lunghe preghiere con le mani sotto le ginocchia”; sono però anche propositi che investono il campo spirituale: “esattezza, puntualità […]; limitare i discorsi e i complimenti, essere dolce e compiacente colle sorelle […], essere schietta coi superiori e i confessori; dire quanto vuole Gesù ed obbedire ciecamente. Purificare le intenzioni […]”.
I primi appunti veri e propri portano la data della sera del 10 febbraio 1872 e trattano “sul fine per cui faccio i s. Esercizi”. Laura vi espone chiaramente il fine di quei giorni di ritiro che è in fondo lo scopo di tutta la sua vita e che continuamente emerge nei suoi scritti coevi a questo e posteriori: “l’unico fine per cui incomincio e intendo fare questi S. Esercizi, Voi già lo sapete, è per dare a Voi onore e gloria; per conoscere meglio la Vostra S. Volontà, per migliorare la mia condotta, affinché possa d’ora innanzi meglio servirvi, più amarvi e meno offendervi”. È interessante l’atteggiamento di ascolto in cui la Serva di Dio comincia questo ritiro: vuole sì crescere nell’amore, ma soprattutto ascoltare la voce di Gesù “affinché conosca ciò che devo lasciare e ciò che devo fare per piacere al mio diletto, all’unico oggetto caro al mio povero cuore”. Come sempre, ella chiama in aiuto la Madonna, l’Angelo Custode, i santi tutti.
Non sembra che Laura abbia ricevuto, in quei sette giorni, l’aiuto della predicazione di un sacerdote; sappiamo dal “Diario Spirituale” che p. Terzi le permetteva gli esercizi privati due volte all’anno, ma questi e gli appunti del 1874 sono gli unici a noi pervenuti del periodo fino al 1880.
Leggendo le sue note si deduce chiaramente che ella, giorno per giorno, medita su un tema che le sta a cuore e poi vi riflette sopra, lasciando fare allo Spirito Santo; così ogni meditazione del mattino e della sera ha un suo contenuto: “preziosità dell’anima e necessità di salvarla […]; sul peccato mortale […]; sulla morte […]; sul giudizio […]; sull’inferno […]; sulla divina misericordia […]; sul peccato veniale […]; quanto Gesù patì per causa dei miei peccati […]; quanti esempi mi diede Gesù nella sua passione […]; quanto amore ebbe Gesù di patir tanto per me […]; sui dolori di Maria SS.ma […]; sulla santa comunione […]; sull’amor di Dio sulla perseveranza e sul Paradiso”; il tutto si chiude con i “propositi che faccio in fine dei SS. esercizi e che spero colla grazia di Dio di mantenere”. Gli argomenti sono quelli classici indicati allora per gli esercizi e il metodo è quello indicato dai Gesuiti: il peccato, la salvezza dell’anima, i novissimi, la passione di Gesù. Le riflessioni di Laura, in molti casi, non si allontanano da quanto suggeriva in proposito l’omiletica e la catechesi del tempo: la grandezza di Dio e l’indegnità dell’uomo (sebbene questo appaia, anche da quanto esaminato in precedenza, un aspetto vissuto in modo molto personale dalla Serva di Dio); l’orrore del peccato, visto però non in modo teorico, ma in quella forma tutta personale che emerge anche dagli altri scritti di Laura: “questo [il peccato] è l’unico male che temo e solo per questo desidero il paradiso, perché là sarò sicura di non offenderti più e di non affliggere il vostro dolcissimo cuore”.
Molto soggettivo è pure il concetto che Laura ha della bruttezza dell’inferno, pensiero che si ritrova anche negli appunti di questo quaderno: “Voi sapete che nessuna o poca impressione fanno al mio cuore i patimenti, i dolori; una cosa sola mi stringe questo povero cuore: la disgrazia di non amarvi più, di essere priva della beata vostra presenza”. Altrettanto personale è la riflessione sulla divina misericordia, in cui Laura rammenta i tratti della bontà del Signore verso di lei: averle dato “buoni e religiosi genitori”, la “lettura della vita dei santi”, “un ottimo vostro ministro” per guida, ma soprattutto le grandi grazie spirituali concessele nel giorno della Prima Comunione: “per tempo mi faceste perdere ogni gusto, ogni piacere a tutto ciò che sa di terra. facendomi trovare ogni consolazione solo ai piedi del tabernacolo e nelle opere buone”; al giorno della prima comunione è connessa la scoperta di quella che Laura chiama “la mia felicità”, che non consiste nel sentimento profondo quasi sensibile ma spesso passeggero che i bambini provano in quell’occasione, ma già in una scelta di vita consacrata irrevocabile: “Voi mi ispiraste il pensiero di consacrarmi tutta a Voi, per vivere per Voi e amare Voi solo”. Nell’opera misericordiosa di Dio a suo riguardo Laura comprende anche le prove per lei più dolorose: “colla morte della persona più cara [il padre] […], coll’ “allontanarmi da tutti, col privarmi di ogni consolazione, mi faceste conoscere che voi solo volete possedere tutto il mio cuore”.
Il filo conduttore di queste riflessioni è quello che si riscontra, anno dopo anno, leggendo il quaderno del 1867-1880: l’unica preoccupazione di Laura è quella di crescere nell’amore per Dio, tutto il resto è compreso in questo sforzo, ne fa parte e ne è anche la logica conseguenza. Così ritornano, come anche nel precedente manoscritto, le aspirazioni ardenti verso il Cuore di Cristo, il centro dell’umanità divina, sorgente e fine dell’amore: “tardi ho cominciato ad amarti, bontà infinita. Per i tuoi meriti, dammi un amore grande, un amore vero e generoso. Tutta a te mi dono senza riserva: per tuo solo amore d’ora innanzi, vivrò, opererò, respirerò […]. Mio amato Signore, per la vostra misericordia. datemi un amore grande e un amore generoso, fatemi una vittima del vostro amore”. Anche l’Eucaristia, presenza viva del Dio vivo, suscita in Laura questo slancio di amore e di donazione: “Desidero amarvi ardentemente, ma pur ancor vi amo assai poco. Oh, mio Gesù quale oggetto più amabile, più buono, più santo posso amare fuor di voi? […] Giacché Voi tutto avete a me donato, io a Voi mi dono senza riserva […]. O amore del cuore mio, Gesù Sacramentato! Oh che mi ricordi sempre di Voi per dimenticarmi di tutto!”. L’amore a Gesù Sacramentato, al S. Cuore, il desiderio di essere santa e di colmare, con l’aiuto della grazia, il divario che Laura avverte in modo doloroso fra la sua miseria e la bontà di Dio, l’ansia di riparare le offese e le trascuratezze di cui è oggetto il suo Gesù, l’impegno di ricominciare di nuovo con più fervore, la tenerezza filiale per Maria e il ricorso all’intercessione dei Santi per proseguire nel suo cammino sono i temi portanti di queste note del 1872, come sono i fili conduttori, maturati attraverso gli anni, dell’itinerario spirituale della Serva di Dio dal 1867 al 1880.
In questo documento, ristretto allo spazio di soli 7 giorni, non ci sono progetti o aperture per l’avvenire: l’unico interesse è che quei momenti di ritiro segnino una ripresa spirituale.
Gli appunti si chiudono con i “propositi” e Laura rivela di aver appreso che Gesù vuole da lei “quattro cose […] in modo particolare e queste devono essere il frutto degli esercizi di quest’anno, cioè: “obbedienza perfetta […] ; uniformità intera alla vostra divina volontà; devozione e amore particolare al SS. Sacramento dell’Eucaristia; e la pratica della virtù fondamentale: la s. Umiltà […]”. Conclude affidando ogni proposito alla Madonna, la “cara mamma”, all’Angelo Custode e ai suoi santi protettori perché “dopo avervi imitato in questa terra, possa aver la bella sorte di venire in Cielo con voi a lodare, amare e benedire in eterno il mio dolcissimo sposo, mio amore, mio tesoro, mio tutto a cui tutto e tutta devo”.

GLI ESERCIZI SPIRITUALI DEL 1874

Come il precedente manoscritto anche questo riporta le riflessioni di dieci giorni di esercizi privati fatti nel dicembre 1874. Anche in questo caso Laura non ha un predicatore, seppure non le sarà certo mancata la guida di p. Terzi. Secondo il suo sistema abituale, ogni giorno fissa i pensieri nati in lei dalle sue meditazioni e dalle letture spirituali. I temi sembrano suggeriti dal suo direttore, perché molto più complessi dei precedenti e più simili allo schema seguito in genere dai sacerdoti quando predicavano gli esercizi: “Del principio e fine dell’uomo e dell’eterna salute […]; sui mezzi che Iddio mi donò per arrivare al mio fine […]; del buon uso dei sopraddetti mezzi […]; sullo stato religioso […]; sul desiderio della perfezione […]; la caduta degli angeli […]; caduta dell’uomo […]; colui che si danna per un sol peccato […]; per progredire nella perfezione […]; sul s. voto di verginità […]; l’orrore del peccato che devo concepire alla vista di Gesù Crocifisso […]; altri motivi che mi devono far concepire orrore al peccato e far penitenza […]; ripetizione di tutti i precedenti motivi che devono far concepire un vero orrore al peccato […]; vittoria sulle passioni […]; la conoscenza di me stessa […]; la buona coscienza […]; il divorzio dal mondo […]; sulla mortificazione del corpo […]; l’errore di un’anima che non cerca il Signore durante la vita […]; il danno dell’anima che non trova Dio in morte […]; grave danno di un’anima che perde Dio per tutta l’eternità […]; qualità del divinare […]; sulla felicità del divin regno […]; del dovere di obbligazione di far tutto per Dio […]; incarnazione del Divin Verbo […]; natività di Gesù Cristo […]; la circoncisone di Gesù Cristo […]; vittoria delle tentazioni […]; i due stendardi […]; condotta di Gesù negli ultimi tre anni di sua vita […]; sui tre gradi di umiltà […]: far bene tutte le azioni […]; Gesù Crocifisso esempio di pazienza […]; del bene del soffrire in questa vita […]; religioso crocifisso […]; la felicità e la gloria dei santi […]; amor di Dio […]; frutto dei SS. Esercizi”.
Gli stessi titoli delle meditazioni e delle letture spirituali indicano un insieme di tematiche forti ed impegnative, ma Laura era già abituata a riflettervi sopra, anche se forse non lo aveva mai fatto seguendo uno schema così preciso. Molte delle riflessioni annotate sotto questi temi non presentano nulla di nuovo rispetto a quanto ella aveva scritto nel 1872 e a quanto parallelamente si trova nell’altro manoscritto. I motivi fondamentali della fede e dell’ascetica cristiana erano da anni il pane quotidiano delle sue meditazioni ed ella si sforzava di tradurli anche nella pratica. Più interessanti sono gli scorci che Laura apre, di tanto in tanto, sul suo mondo più nascosto: periodicamente in quei giorni Laura si esamina sulla sua fedeltà ai vari voti emessi, sul suo stato interiore e lascia anche trapelare le sue ansie e le sue speranze per l’avvenire.
Nel 1874, il 21 gennaio, aveva emesso il voto di verginità che era stato, per così dire, il culmine della sua offerta a Dio. Meditando sullo stato religioso rivela la sua prima aspirazione, quella missionaria, convalidando così una tradizione trasmessasi nel suo Istituto: “Voi sapete, o mio Signore che fin da fanciulla la vita religiosa fu uno dei miei più grandi desideri. Voi sapete per quanto tempo nutrii il desiderio di consacrare tutta me stessa alla conversione dei poveri infedeli nei lontani paesi”. Questa pagina è certamente la più interessante del quaderno e, possiamo dire, la più autobiografica degli scritti relativi a quel periodo. Laura rivela la sua sofferenza intima nell’accettare un’obbedienza tanto contraria alle sue aspirazioni; obbedienza in cui ella, per fede e per amore di Dio, è tuttavia disposta a perseverare anche fino alla morte: “Certa di fare la vostra SS. volontà obbedii ed abbracciai quello stato che mi veniva proposto, stato, lasciatemi dire, tutto contrario alle mie inclinazioni e ai miei desideri. Stato in cui in ogni momento devo fare nuove violenze a me stessa ed incontrare mille contrarietà […] colla grazia vostra ho resistito circa nove anni, sono pronta, se a voi piace, a resistere anche fino alla morte”.
Per la prima volta, ed è questo un fatto importantissimo nella vicenda terrena di Laura, ella manifesta che già da tempo, “da tanti anni”, sente come volontà di Dio che lei dia vita ad un’ “Istituzione” che lavori alla salvezza delle anime: di questo è intimamente certa, desiderosa di mettersi all’opera; ha in mente persino la struttura di questa Istituzione modellata, come poi in effetti sarà, sull’esempio della famiglia di Nazareth: “se però mio Dio vi degnaste permettere che possa un giorno consacrare le mie povere cure per procurare il bene delle anime come ardentemente desidero e verrà riconosciuta come opera vostra questa istituzione che da tanti anni è l’oggetto dei miei desideri, vi prometto, coll’aiuto vostro, di mettermi all’opera”. Laura sa anche che, se l’opera dovesse andare ad effetto, “io dovrò soffrire e soffrire assai”, ma non ne ha paura perché “è opera vostra e avrà il suo compimento”. Tuttavia, lei stessa non muoverà un dito, non parlerà finché tutto ciò non le sarà confermato dal suo confessore. Decisa a vivere sotto l’obbedienza a chi per lei rappresenta Dio stesso, è pronta anche “a discacciare dal cuore ogni pensiero che a questa istituzione riguardasse”. Si affida, come ribadisce e avrebbe ribadito più volte in questo documento come negli altri, alla preghiera: “O mio Gesù, fate conoscere la vostra volontà al mio confessore”. Come Laura stessa confessa nel “Diario Spirituale” relativamente a quel periodo, si piega ai suggerimenti di p. Terzi, analizza le varie Regole che lui le sottopone, prega quando il confessore le rivela di essere al buio circa la sua vocazione, ma non parla, non rivela ciò che ella da tempo sa: aspetta che sia il Signore ad illuminare colui che ha il compito di guidarla.
Le ultime righe di questo quadernetto con gli appunti del 1874 ritornano sulla “Istituzione” e Laura ne delinea le caratteristiche fondamentali: “questa Istituzione dovrebbe zelare l’onor di Dio e la salvezza delle anime e l’istruzione della gioventù; dovrebbe prestarsi ad ogni bisogno spirituale ed anche corporale del prossimo; essa dovrebbe però essere unita fra vita attiva e contemplativa”. Col passare degli anni, nel 1877, l’Istituzione avrebbe preso anche la sua caratteristica peculiare: “procurare il bene della cara ed umile, ma per disgrazia fredda popolazione della campagna”.
Altrettanto interessanti sono, come già accennato, i brevi esami sulle sue promesse e i suoi doveri. Riflettendo sul voto di verginità ribadisce gli impegni legati al voto stesso, ricadendo un po’ nella sua eccessiva scrupolosità, dettata anche dalla consapevolezza di vivere in un mondo non privo di attrattive. E così decide una maggiore vigilanza su sé stessa e sul suo comportamento: “Non guardare avvertitamente in faccia ad alcuno […]; non guardare mai né fotografie, né quadri, né negli specchi […]; vestirmi con tutti i riguardi e fino allo scrupolo con modestia e semplicità […]; tenere un portamento piuttosto serio e grave”. Non le sfugge però l’aspetto interno del voto: “di consacrare senza riserva alcuna anima, corpo e cuore per amare voi solo e per cercare di piacere a voi solo”.
Sul voto di uniformità al volere di Dio, Laura sottolinea di volere per l’avvenire non solo sopportare “ogni cosa senza impazienza e lamento si’ interno che esterno, ma anzi “volentieri […] con allegrezza di cuore […] e ringraziandoVi sempre”. Ritornano, nel corso delle meditazioni, i suoi temi abituali: l’amore all’Eucaristia: il voler vivere in ascolto del S. Cuore: l’evitare il peccato anche veniale: il desiderio di una vita nascosta con Cristo in Dio; il distacco dal mondo e da tutto ciò che è profano; la decisione di rincominciare daccapo e con maggiore fervore. Soprattutto, come già negli appunti del 1867-1880, ritorna la consapevolezza che la santità non è un’opzione per un’anima che ama Dio, ma un dovere, l’essenza stessa della vita: “fatemi santa e santa davvero”. Interessantissima è una delle ultime note del libretto: “mio stato generale nel tempo dei SS. esercizi”, in cui Laura analizza lo stato interiore e l’atteggiamento di quei giorni. Confessa di aver provato “tre volte consolazioni sensibili” ma, avendo rinunciato a queste, non le cerca e ne conosce anche il valore limitato rispetto alla grazia del “grande raccoglimento e tranquillità continua che nemmeno un momento mi sono trovata o distratta o menomamente turbata”. La Serva di Dio ammette di aver fatto fatica a ragionare “sul soggetto” delle meditazioni; preferiva metterselo “davanti e in un momento ero tutta piena di esso”. Il frutto più importante di questi dieci giorni non sono tanto le riflessioni scaturite dalle meditazioni, che fanno già parte da tempo del patrimonio spirituale di Laura, quanto piuttosto l’intuizione chiara del periodo e della situazione che sta vivendo, così in contrasto con quanto credeva essere la volontà di Dio su di lei: “farmi santa davvero nel tempo in cui mi trovo a servizio per essere pronta e preparata dopo a mettermi con tutto l’impegno all’impianto di una istituzione di carità”.

Quaderno appunti S. Esercizi – 1872

A. M. G. D.
Ore      5,30     Levata
“          6          S. Messa e S. Comunione
“          7,30     I S. Meditazione
“          10        II S. Meditazione
“          11,30   Lettura
“          12        S. Rosario
“          1          I Esame
“          2.45     III S. Meditazione
“          4          II Esame
“          5          IV S. Meditazione
“          6          Cena
“          7          Lettura
“          7.45     III Esame
“          8,30     Via Crucis
“          9,30     Orazioni vocali
“          11,30   V S. Meditazione oppure adorazione
Fine
Peccato
L’orrore di sé
Regno di Dio. Vita di Gesù in genere
Amore nella SS. Passione e nella SS. Incarnazione
–         Abbreviare il sonno e vegliare due notti
–         Via Crucis e S. Rosario
–         Non bever acqua
–         Meditazione in ginocchio
–         Fare lunghe preghiere con mani sotto le ginocchia
–         Croci con la lingua

Esattezza, serenità, riflettere, modo, tempo, correzione, parlare in confessione solo per obbedienza. Limitare i discorsi e i complimenti, essere dolce, compiacente con le sorelle, non lasciarmi vincere dalle tentazioni.
Essere schietta con i superiori e i confessori, dire quanto vuole Gesù ed obbedire ciecamente. Purificare le intenzioni. Coltivare l’unione con Gesù; curare di essere dimenticata, disprezzata. Aspettare con pazienza le decisioni ecc. se mi permette il confessore. Vita d’unione.
EVVIVA I SS. CUORI DI GESÙ E DI MARIA SS. I.

A maggior gloria di Dio (1872, 10, 2)

MEDITAZIONE.

SERA. DEL FINE PER CUI FACCIO GLI ESERCIZI

Quanto è grande la vostra misericordia o mio buon Gesù. Vi ringrazio con tutto il cuore per tanta vostra bontà che continuamente usate verso di me ultima ed indegna vostra serva. Vorrei farvi un ringraziamento almeno non del tutto indegno del bene che oggi mi concedeste di poter incominciare i SS. esercizi. Ma che posso io mai?… Io che sono incapace di concepire il minimo buon pensiero. Deh, mio amatissimo buon Gesù compatite la mia pochezza ed abbiate di me pietà. Degnatevi accettare per i vostri s. meriti il desiderio mio che nutro di potervi rendere un ringraziamento degno della grande grazia concessami. Voi conoscete l’interno mio, voi leggete chiaramente nei cuori e questo mi consola assai. L’unico fine per cui incomincio e intendo fare questi s. esercizi, voi già lo sapete: è per dare a voi onore e gloria, per conoscere meglio la vostra santa volontà, per migliorare la mia condotta affinché possa d’ora innanzi meglio servirvi più amarvi e meno offendervi. Deh, amatissimo sposo continuatemi le vostre s. grazie, accrescete i lumi e gli aiuti vostri, affinché possa cavare copioso profitto. Parlate, o Signore, che la vostra serva vi ascolta. Pronto è il cuor mio, o mio buon Gesù, fatemi conoscere per qual via volete che io cammini. In voi pienamente confido. Santo Spirito degnatevi d’illuminare la mia mente, affinché conosca ciò che devo lasciare e ciò che devo fare per piacere al mio Diletto, all’unico oggetto caro al mio povero cuore. Con quanta confidenza or mi prostro ai vostri piedi o Madre mia dolcissima, or che mi onoro chiamarmi vostra figlia. Se in tutto l’anno ho grande bisogno di voi, l’ho maggiormente in questi giorni che intendo dedicare in modo particolare alla riforma della mia vita. Madre carissima siatemi propizia, ottenetemi tutte le grazie necessarie e fate che abbia a conoscere bene la volontà del Signore e ciò che devo fare per divenire una vera vostra figlia. Angelo mio custode, aiutami in modo particolare in questi giorni. Santi miei protettori, Angeli tutti della corte celeste pregate assai per me.
RACCOGLIMENTO E SILENZIO.

1° GIORNO, MATTINA. PREZIOSITÀ DELL’ANIMA E NECESSITA DI SALVARLA

Vi ringrazio, o mio buon Gesù, dei lumi concessimi in questa s. meditazione! Quanto è preziosa l’anima creata ad immagine e somiglianza vostra. Adottata per vostra figlia nel S. battesimo, fortificata con la s. cresima, mondata continuamente con la confessione, cibata quotidianamente del pane celeste, delle stesse vostre carni, che più? Comprata a prezzo prezioso di molti vostri patimenti e collo spargimento di tutto il vostro preziosissimo sangue! Solo un Dio poteva far ciò! Ed io dovevo avere così poca cura per un’anima così preziosa e che tanto è costata al mio buon Gesù? Pietà e misericordia o Signore. Or conosco per vostra bontà la preziosità di quest’anima e la necessità di salvarmi! Che importerà a me di tutto il mondo, di tutte le cose se perdo l’anima? Nulla, o mio padre celeste, ma una cosa per me è necessaria: il salvarmi. Deh abbiate pietà e giacché oggi vi degnaste farmi conoscere una sì importante verità, datemi grazia di mettere in pratica tutti quei mezzi che conosco opportuni a conseguire un sì importante fine. O Madre dolcissima aiutatemi.
Propositi:

Avrò maggior cura per la salvezza dell’anima mia; e nulla tralascerò di quei mezzi che conoscerò opportuni a questo scopo.
SERA: SUL PECCATO MORTALE

Buon Dio, possibile tanta ingratitudine! Tanta cattiveria! Disonorare ed oltraggiare voi così buono, così grande! Disgustare il vostro amorosissimo cuore così gravemente. E che avete fatto? Troppo buono, troppo ci avete amato o Signore. Dopo tanto che avete fatto in pro mio! Dopo che tanto avete patito! Era questo il modo con cui dovevo ringraziarvi? Questa è la corrispondenza e la gratitudine per tanti benefici? E sarebbe mai che per il passato anch’io vi avessi offeso così gravemente? Mio buon Gesù questo pensiero mi affligge assai. So purtroppo che mille volte vi ho offeso, ma non so se… Se ciò fosse per carità con le lagrime agli occhi vi chiedo misericordia e perdono. Voi siete morto anche per me e questo mi fa sperare assai. Per i vostri meriti, per il vostro preziosissimo sangue, vi prego, fatemi morire, prima che ancor vi offenda. Castigatemi come volete, qualunque disgrazia, ma giammai quella di offendervi; o Signore. Si, mio amantissimo sposo, mille volte la morte, ma non il peccato. Voi il sapete che questo è l’unico male che temo e solo per questo io desidero il Paradiso, perché la sarò sicura di non offenderti più e di più affliggere il vostro dolcissimo cuore.
Propositi:

Schiverò ogni occasione; mortificherò i miei sensi e farò sempre qualche orazione particolare a questo scopo.
2° GIORNO, MATTINA. SULLA MORTE

Mio buon Gesù, quale sarà la morte mia? Come e quando morirò? Nulla so di tutto questo, a voi solo è noto il giorno di mia morte. Sin d’ora, o mio Dio, vi faccio un sacrificio della mia vita, troncate il filo dei giorni quando a voi piacerà, ma per carità concedetemi la grazia di una santa morte, perché da essa dipende la mia sorte felice od infelice di mia eternità! In quell’ultimo momento di mia vita, Signore, come bene conoscerò il nulla di tutte le cose di questo mondo! voi diceste che quale si vive tale si muore, dunque dalla mia condotta conoscerò se posso con fiducia aspettare con tranquillità l’ultimo dei miei giorni. Per i vostri meriti aiutatemi a conformare i miei costumi sul modello dei santi onde possa avere la bella sorte di far anche la felice loro morte. Mia cura particolare sarà di distaccare da ogni cosa il mio cuore e di vivere ogni giorno come ogni giorno dovessi morire. Mio buon Gesù, eccomi abbandonata nelle vostre braccia, fate di me ciò che a voi piace, toglietemi e lasciatemi in questa misera terra quando e finché volete, per me sarà sempre consolante il fare la vostra s. Volontà, con l’aiuto della s. vostra grazia. Maria SS.ma, S. Giuseppe, ottenetemi la grazia di una buona morte.
Propositi:

Distaccare il cuore da ogni cosa, star preparata ogni giorno alla morte. come ogni giorno dovessi morire.
SERA: SUL GIUDIZIO

O momento fatale in cui si deciderà la sorte felice od infelice che dovrò avere per tutta eternità. Ah, Gesù mio se or mi voleste giudicare che sarebbe di me? Io tremo al sol pensiero. Ma a che mi giova, o Signore, il temere se non ci penso in tempo a cangiare questo mio timore in santa confidenza con il togliere tutto ciò che ne può essere la causa? Signor mio dolcissimo, voi sapete ciò che or mi da pena: il timore di accondiscendere alle tentazioni di vanagloria e la poca corrispondenza alle tante vostre grazie. Mio sposo dolcissimo, per i vostri patimenti aiutatemi ed abbiate compassione di quest’anima mia. La passione vostra ed il prezioso vostro sangue è l’unica speranza mia. Deh, per carità non permettete che per la prima volta abbia vedermi in presenza di giudice sdegnato. Terribile giorno sarà pure il giudizio universale. Ove mi troverò allora? Con chi? Qual sentenza mi toccherà? Mio Padre dolcissima nascondetemi nelle vostre sante piaghe e siatemi propizio in sì tremendo giorno. Gesù mio crocifisso mi abbraccio alla vostra croce! Che mondo, che piaceri, che onori! Mio Gesù voi solo voglio, voi solo amare e niente più.
Propositi:

Penserò spesso al giudizio; esaminerò diligentemente la mia coscienza e cercherò di togliere tutto ciò che potesse riuscirmi di confusione e condanna nel dì del giudizio.
3° GIORNO, MATTINA. SULL’INFERNO

Mio Padre amorosissimo, castigatemi come volete, ma non permettete per i vostri meriti che sia privata della dolce vostra vista! Voi sapete che nessuna o poca impressione fanno al mio cuore i patimenti, i dolori, una cosa sola stringe questo povero cuore, la disgrazia di non amarvi più, di essere priva della beata vostra presenza! O Dio dell’anima mia, quante volte ho meritato l’inferno. E se allora mi aveste fatto morire che ne sarebbe stato di me? Quante e quante volte vi ho promesso di amarvi e di non più offendervi e poi sempre ho mancato di parola. Deh, per quell’affetto con cui mi amaste sulla croce morendo per me, datemi il dolore dei miei peccati, datemi l’amor vostro, datemi la grazia di non offendervi più. Gesù mio, mia vita, mio tesoro, mio amore, mio tutto, se per il passato vi ho offeso non sarà così per l’avvenire. Voi più d’ogni altro sapete che ora una cosa sola occupa tutta me stessa, l’amor vostro e l’uniformità ai vostri voleri! Ma temo assai e tremo. Deh, per carità fatemi vivere e morire in grazia vostra e poi disponete di me come vi piace. Madre carissima, nascondetemi sotto il vostro manto e fate che abbia ad amarvi per sempre.
Proposito:

Avrò sempre presente l’inferno mentre vivo per non cadere in morte; eviterò ogni cosa che possa essere un benché minimo, piccolo principio di raffreddamento al bene.
SERA: SULLA DIVINA MISERICORDIA

Quanto sollievo, che grande consolazione apportò all’anima mia, o mio buon Gesù questa santa meditazione. Nessuno, o Signore, sarà capace di far conoscere la vostra infinita misericordia. Prima che io nascessi voi già molto aveste fatto per me e già pensaste per ogni mio bene! Appena nata, mi adottaste per vostra figlia, mi confidaste a buoni e religiosi genitori, con quanta cura m’allevarono! Ed io a questi vostri primi doni come corrisposi? voi ben sapete quanto vi fui ingrata, quanto vi offesi! ma voi misericordioso aveste compassione ed ecco che mi faceste trovare ogni divertimento nella lettura delle vite dei santi e riscontrando così spesso le loro grandi virtù e i molti miei difetti il rimorso non mi lasciava pace. Ma io avevo bisogno di una guida e voi permetteste che un ottimo vostro ministro gettasse su me i suoi sguardi ed ogni cura prodigasse verso al me per rendermi cara a voi. La vostra misericordia verso di me fu veramente immensa; voi mi volevate tutta vostra ed è per questo che per tempo mi faceste perdere ogni gusto, ogni piacere a tutto ciò che sa di terra, facendomi trovare ogni consolazione solo ai piedi del tabernacolo e nelle opere buone. Nella mia prima SS. comunione (che per vostra misericordia fui ammessa prima dell’età consueta), trovai la mia felicità. E voi più d’ogni altro sapete il cambiamento che per vostra bontà in me successe in quel giorno! Voi m’ispiraste quel pensiero di consacrarmi tutta a voi per vivere per voi e amare voi solo. Ma io ero ancora debole e subito permetteste che dopo pochi mesi ricevessi il sacramento fortificatore: la s. Cresima. Quanti buoni pensieri, quante sante ispirazioni, quante grazie mi concedeste. Eppure ancora vi offendevo ed affliggevo il vostro amatissimo cuore. Ma la vostra misericordia voleva trionfare e quanto più mi conoscevo debole e misera tanto più accresceva le sue benefiche cure. Ed ecco: consolazione continua nel vostro servizio per farmi trionfare della mia debolezza. E dopo vedendomi troppo attaccata ai miei cari con la morte della persona più cara, con una mia mortale infermità, con l’allontanarmi da tutti, con il privarmi di ogni consolazione mi faceste conoscere che voi solo volete possedere tutto il mio cuore. Avete vinto o mio Dio, la vostra misericordia or trionfi nell’ultima ed indegna vostra serva! La comunione quotidiana compì l’opera vostra. Ma io tremo, deh degnatevi continuare i tratti della vostra bontà con l’aiutarmi, custodirmi perché un momento solo che mi abbandonate io mando in rovina ogni vostra più grande opera. Pietà imploro. Madre di misericordia proteggetemi e ringraziate Gesù per me.
Propositi:

Confidare nella misericordia di Dio, ma non mai abusarne; ringraziarlo continuamente per tutto che ha fatto per me.
4° GIORNO, MATTINA. SUL PECCATO VENIALE

Ecco, o mio Gesù, la causa del mio poco progresso nella perfezione. I peccati veniali che ogni giorno commetto sono quelli che mi ritardano sull’acquisto delle virtù. Mio buon Dio e quando sarà che davvero cesserò di offendervi? Quando potrò esclamare: or non affliggo il cuore del mio amatissimo sposo? Io lo desidero ardentemente. Questa è la causa principale, unita al desiderio di amarvi che bramo il giorno di essere sciolta da questo corpo di peccato. Signor mio amato, deh, per la vostra misericordia aiutatemi! Sì, ho deciso, voglio ad ogni costo evitare tutto ciò che può esservi menomamente di offesa. Con l’aiuto della grazia vostra, cercherò di meglio corrispondervi, di sperar tutto per amor vostro, di essere sempre più diligente nell’adempire doveri domestici e religiosi, più attenta e devota nella meditazione e nella preghiera. Voi continuatemi la vostra misericordia e per carità non mi abbandonate un sol momento. Nascondetemi nel vostro cuore e scampatemi da tanti pericoli che mi circondano, per la vostra passione. Mia buona Mamma, custoditemi d’ogni peccato veniale.
Proposito:

Sacrificherò tutto piuttosto che commettere un sol peccato veniale avvertito, rinnovando il già fatto voto.
SERA: QUANTO GESÙ PATÌ PER CAUSA DEI MIEI PECCATI

Ma come mai il mio Gesù fa ciò? Io ho commesso i peccati e voi ne pagaste la pena! L’innocente ne fece la penitenza? O opera che non ha avuto e non avrà mai simile! O grazia ed amore che io non potevo mai meritare, né comprenderò giammai! Quanto patiste o mio buon Gesù. Certo è che se io meno avessi peccato voi meno avreste patito. Perdono, pietà. O flagelli, o spine, o chiodi, o croce, o affanni, o sangue, o morte del mio caro Gesù, voi troppo mi stringete ed obbligate ad amare chi tanto patì per me. Mio sposo celeste che mai di buono trovaste in me che vi spingesse a patire tanto per me? Nulla, anzi, cattiveria ed ingratitudine. All’immenso vostro amore non bastava avermi così tanto beneficata volle anche tanto patire. O carità degna sola di un Dio infinitamente buono.
Signore se ingrata a tanto amore fui per il passato, non lo voglio essere per l’avvenire. Giacché avete fatto il più, fate anche il meno con il darmi grazia di amarvi sempre e di offendervi più. Mio diletto amore, fatemi morire castigatemi come volete, ma donatemi l’amor vostro. Madre SS. ottenetemi la grazia di non offendere più il mio Signore.
Proposito:

Soffrirò con pazienza ogni dolore, ogni afflizione che piaccia al Signore di mandarmi e lo ringrazierò di tutto.
5° GIORNO, MATTINA. QUANTI ESEMPI MI DIEDE GESÙ NELLA SUA PASSIONE

Vi ringrazio, o mio Gesù. mio modello in ogni virtù. A voi non bastava l’insegnarci su quale strada dovevamo camminare, ma voi stesso la voleste prima percorrere. Nella vostra SS. Passione voi insegnaste come si devono praticare le più sublimi virtù. Vi ammiro esemplare di una perfetta obbedienza, di un’eroica pazienza, di una singolare umiltà e di un’impareggiabile carità. Nell’orto mi insegnaste la rassegnazione, l’orazione, la vigilanza: dall’orto al calvario, la mansuetudine, la pazienza; sul Calvario la mortificazione, l’amore alle croci, l’umiliazione e la carità. Deh, Gesù per i tanti vostri patimenti, datemi la grazia di imitarvi davvero con l’acquistare tutte le virtù necessarie per addivenire cara a voi mio unico oggetto caro al mio cuore. L’amor vostro vinca la mia miseria! Sì, mio padre e sposo carissimo, ho deciso, voglio ad ogni costo con l’aiuto della vostra s. Grazia procurare di imitarvi. Madre amatissima aiutatemi voi ad acquistare la s. virtù.
Propositi:

D’ora innanzi con l’aiuto divino procurerò di essere più obbediente, più umile, più caritatevole e più amante del patire, mansueta e dolce con tutti.
SERA: QUANTO AMOR EBBE GESÙ DI PATIRE TANTO PER ME

Ah, mio innamorato Gesù, mio tesoro, mio amore, mio tutto che potevi fare e patire di più per obbligarmi ad amarti? Ma qual bene può apportarti il misero mio amore che per ottenerlo voleste patire tanto e fin morire in mezzo a tanti dolori? Ed io dovevo essere così ingrata verso il più buono fra i padri, il più amabile fra gli sposi? Era questa la gratitudine che dovevi aspettarti? Mio amatissimo sposo, confusa e pentita mi getto ai tuoi piedi ed imploro pietà. Deh, per l’amore che aveste di tanto patire per me indegna tua serva, abbi misericordia e perdonami le tante mie colpe! Tardi ho incominciato ad amarti bontà infinita! Per i tuoi meriti dammi un amor grande vero e generoso. Tutta a te mi dono senza riserva; per tuo solo amore d’ora innanzi vivrò, opererò, respirerò. Fa’ di me ciò che ti piace, che io sarò sempre felice di uniformarmi ai tuoi voleri. Nulla ti cerco sol che il perdono delle mie infedeltà e la grazia di amarti tanto e sempre, contenta di morire piuttosto che offenderti menomamente e vivere un sol momento senza amarti. Madre del bello amore, insegnatemi ad amare davvero Gesù.
Propositi:

Con la grazia del Signore, cercherò di crescere sempre nell’amore di Gesù, uniformandomi ai suoi santi voleri.
6° GIORNO, MATTINA. SUI DOLORI DI MARIA SS.

Mia addolorata Madre quanto patiste! Con quanta ragione venite chiamata Regina dei Martiri. Vi compatisco e vi ringrazio e vi amo! Voi certamente foste la più avventurata delle madri e foste altresì la più addolorata! Afflittissima Madre. quante ferite soffri l’amabile vostro cuore nel tempo della SS. passione del vostro diletto Figliolo! Che eroici esempi mi deste nel tempo del vostro acerbo patire, quanto mi affligge il pensiero che i miei peccati furono la causa del vostro santo patire! Perdonatemi o mamma carissima! Voi vi degnaste accogliermi fra il numero prediletto delle vostre figlie. io ve ne ringrazio di cuore e per segno della mia gratitudine, d’ora innanzi mia cura particolare sarà il compatirvi spesso ne’ vostri dolori. cercare d’imitarvi nelle vostre virtù e fare il possibile per farvi sempre più onorare ed amare. Deh, Madre ss. per i vostri dolori aiutatemi ed accoglietemi sotto il vostro manto. Sotto la vostra protezione mi pongo e a voi dono tutta me stessa. Fate di me ciò che vi piace o Madre SS.
Propositi:

Mediterò spesso i suoi dolori, cercherò di compatirla e consolarla, imitarla ed amarla teneramente e per quanto potrò farla onorare ed amare.
SERA: SULLA SS. COMUNIONE.

O Amor infinito degno di ogni amore! Non bastava o mio Gesù che aveste patito tanto per me? O amor immenso. Amor senza confini! Quando o mio diletto vi amerò davvero? Quanto mi vergogno di amarvi così poco! Desidero, bramo amarvi ardentemente, ma pur ancor vi amo assai poco! Ah, mio Gesù qual oggetto più bello, più amabile, più buono, più santo, possa amare fuor di voi? Giacché tutto a me vi siete donato, io a voi mi dono senza riserva. È misero il dono, ma mio buon Gesù degnatevi accettarlo che di vero cuore vi dono tutto ciò che ho! O amor del cuor mio, Gesù Sacramentato! Oh che mi ricordassi sempre di voi per dimenticarmi di tutto! Ah, mio diletto Gesù tanto avete bussato al mio cuore che finalmente siete entrato come lo sposo. Sì, il tabernacolo d’ora innanzi sarà il solo luogo del mio riposo e di ogni mio divertimento. Voi sapete o Gesù che la S. Comunione è il mio Paradiso su questa terra! Che momenti felici, che fortuna! Deh, Gesù mio, amor mio, aiutatemi voi ad amarvi sempre più ed a prepararmi sempre con maggior fervore a ricevervi. Madre SS. anche a voi mi raccomando.
Propositi:

Avrò una divozione particolare per il SS. Sacramento; mi preparerò alla SS. Comunione sempre con gran cura e diligenza.
7° GIORNO, MATTINA. SULL’AMOR DI DIO.

Mio Dio, mio Signor, che se più vi conoscessi, quanto più vi amerei. Voi siete il mio principio e l’ultimo mio fine! Tutto ciò che sono, tutto ciò che ho è dono vostro o mio buon Padre! Voi siete il mio creatore, il mio conservatore. Tutto ciò che mi circonda e tutto ciò che cade sotto i sensi mi rammenta l’obbligo che ho di amarvi! Quanto avete fatto per me! Impossibile mi sarebbe il numerare tutti i benefizi generali e particolari che mi avete fatto. Grazie mio Dio, mille volte grazie. Perdonatemi, mio buon Padre se così poco vi ho amato per il passato. No, non sarà così per l’avvenire. Ho deciso: voglio amarvi ad ogni costo. Troppo buono siete e meritate ogni amore. I giorni che ancora mi restano voglio spenderli tutti in amarvi. Mi consacro tutta a voi e tutto ciò che farò d’ora innanzi sarà tutto per amor vostro. Deh, mio amato Signore per la vostra misericordia, datemi un amor grande e un amor generoso; fatemi una vittima del vostro santo amore. Madre amorosissima. ottenetemi un amore vero verso il mio Signore, unico oggetto caro al mio cuore.
Propositi:

Farò tutto per amore di Dio e questo sarà il principio ed il fine di ogni cosa.
SERA: SULLA PERSEVERANZA E SUL PARADISO.

Oh che gioia, in paradiso non avrò il timore di perdervi e di offendervi o mio Diletto! Là vi amerò davvero e tanto? Là vi possederò in eterno? Là sempre vi loderò, vi benedirò e vi ringrazierò? Là vedrò voi mio tutto, mio tesoro, la mia mamma carissima, l’angelo mio custode e tutti i santi miei protettori. O h che consolazione, oh che conforto! Oh, Paradiso, Paradiso nome che mi rende lieta solo al nominarlo. Mio buon Gesù tra le molte corone, tra i molti seggi di quel beato soggiorno, ve ne sarà anche per me? Acquisterò io il Paradiso? Mio buon Gesù se io guardo la mia miseria tremo, ma se guardo la vostra misericordia mi racconsolo assai. A tutto sono pronta, fate di me come vi piace ma aiutatemi per carità. Nulla posso da me sola, ma tutto posso con voi. Ma per giungere a questo beato riposo è indispensabile che perseveri nel vostro servizio, o mio Dio. Non chi comincia, ma chi termina bene si salva. Deh, mio buon Gesù per i meriti vostri datemi la s. perseveranza! A che gioverebbero tante vostre grazie se mi perdessi? Per carità datemi questa grazia che deve coronare tutte le altre. Maria, madre mia, ottenetemi la santa perseveranza e mi avrete assicurato il Paradiso. Ogni mia speranza dopo Gesù è posta in voi.
Propositi:

Mi sforzerò di acquistare ogni virtù per rendermi cara a Dio; mi guarderò bene dal minimo raffreddamento nel servizio del Signore.
VV.G.M.J.

Propositi che faccio in fine dei s. esercizi e che spero con la grazia di Dio di mantenere.

Mio amabilissimo Signore, io vi ringrazio infinitamente di tanta vostra misericordia! Commossa e confusa sono o mio Gesù alla vista di tante grazie che vi degnaste concedermi in questi giorni. Non meritavo nemmeno la minima parte di tanti favori. Io che tanto vi ho offeso. Mio amatissimo bene che farò per mostrarvi la mia gratitudine? Come farò a farvi un ringraziamento degno di tanta misericordia, io che di nulla sono capace, nemmeno di concepire il più piccolo pensiero buono? Vorrei mostrarvi tutta la mia gratitudine, desidero ardentemente ringraziarvi degnamente, ma di nulla sono capace. Maria SS., Angelo mio custode, santi miei protettori ringraziatelo voi per me. Deh, mio amatissimo sposo aiutatemi a mettere a profitto i vostri doni. Quella bontà che tanto mi ha beneficato mi aiuterà spero, a corrisponderla. Aggradite e benedite i propositi che or faccio e fate che li abbia ad eseguire perfettamente e solo per vostro amore. Mio buon Gesù voi in questi s. esercizi mi faceste conoscere che quattro cose da me volete in modo particolare e queste devono essere il frutto degli esercizi di quest’anno cioè:
–         obbedienza perfetta a’ miei superiori e in modo particolare a chi con tanto zelo e carità dirige l’anima mia.
–         Uniformità intera alla vostra divina volontà.
–         Divozione ed amore particolare al SS. Sacramento dell’Eucarestia.
–         E la pratica della virtù fondamentale: la S. Umiltà.
Mio buon Dio a tutto sono pronta, ma voi conoscete la mia miseria e per questo vi prego di aiutarmi. Mio Gesù mi consacro interamente a voi; mi abbandono nelle vostre mani, fate di me ciò che vi piace, che io sarò sempre contenta. Vivrò, opererò, respirerò solo per amor vostro e per dar gusto e gloria a voi. Signore vi propongo proprio di far tutto ciò che posso per mettere in pratica ciò che mi faceste conoscere in questi s. giorni, di mortificare i miei sentimenti, di combattere il mio amor proprio e di umiliarlo e per questo fine vi domando un aiuto speciale. Mi terrò care le croci e tutto soffrirò con rassegnazione e gioia. Nulla farò o tralascerò senza l’assenso dei miei superiori. Insomma ogni mia cura la porrò nel conoscere ciò che vi piace per praticarlo e ciò che vi spiace per tralasciarlo.
Mio dolcissimo Gesù da voi aspetto la forza per mettere il tutto in pratica. Voi sapete che assai temo di me stessa, sebbene in questi giorni mi senta più coraggiosa per aver conosciuto quanto siate pronto a soccorrere ed aiutare chi in voi confida. Deh, fate per carità che io non rimanga delusa. Voi siete troppo buono! Voi sapete che voi solo desidera ed ama questa povera vostra serva, per i vostri meriti non l’abbandonate. Cara mamma, ecco terminati questi santi esercizi degnatevi aiutarmi a mettere in pratica ciò che il mio Signore si degnò farmi conoscere. Mi abbandono fiduciosa fra le vostre braccia, abbiate pietà di questa povera vostra figlia. Angelo mio custode, santi miei protettori, pregate assai per me, onde dopo avervi imitato su questa terra, possa avere la bella sorte di venire in Cielo con voi a lodare, amare e benedire in eterno il mio dolcissimo sposo, mio amore, mio tesoro, mio tutto a
cui tutto e tutta devo. Così sia.
Tutto a maggior gloria di Dio ed ad onor della mia cara Mamma Maria SS.ma Immacolata.

Quaderno appunti S. Esercizi – 1874
Alla maggior gloria di Dio.
ESERCIZI FATTI NEL DICEMBRE DELL’ANNO 1874.

Meditazione per il giorno precedente ai s. esercizi.

Ecco giunto o mio dolcissimo Signore, il desiderato e felice giorno! Oggi posso cominciare i santi esercizi. A voi, o mio buon Dio è noto più che a me il bisogno, anzi la necessità che io ho di questi giorni di s. Ritiro. Il fine per cui desidero farli, voi lo sapete: è di conoscere sempre più chiaramente la vostra santa volontà per adempirla quanto più perfettamente mi sarà possibile. Datemi grazia e lume per ben conoscere anche i miei difetti per emendarli; i doveri verso voi, mio dolce Signore, verso il mio prossimo e verso me stessa per ben adempirli; la mia vocazione, per poi, a suo tempo, seguirla. Mio Dio a voi ricorro con grande confidenza; voi siete misericordioso e buono e non disprezzate certo un cuor contrito. Troppo è vero ho abusato della vostra bontà, troppo ho resistito ai vostri amorosi inviti; ma non sarà più così, voglio una buona volta cominciare a farmi santa, a corrispondere fedelmente alle vostre infinite grazie. Voglio far penitenza per le moltissime mie colpe; voglio detestarle e piangerle amaramente. Ma che potrò io mai? Ogni mia speranza è posta in voi, mio amorosissimo Padre, senza di voi nulla posso, di nulla sono capace. Offro a voi, o SS. Eterno padre la mia memoria, a voi dolcissimo Gesù il mio intelletto, a voi SS. Spirito Santo la mia volontà, affinché per l’infinita vostra misericordia mi doniate tutte quelle disposizioni necessarie per ben ricevere le divine grazie, i divini lumi. Unisco questo mio ritiro a quello continuo di voi, mio amor sacramentato: fate che nemmeno un momento perda inutilmente di questi preziosi giorni. Mia cara mamma Maria, concedetemi la preziosa vostra benedizione, mettetemi sotto il vostro materno manto ed io sarò sicura di far bene questi santi esercizi. Caro Padre s. Giuseppe, Angelo mio custode, santi tutti del Paradiso, pregate tanto per me.
PRIMO GIORNO.

l meditazione: Del principio e fine dell’uomo e dell’eterna salute.

Voi solo o mio Signore, siete il mio creatore, l’unico amore mio. Voi solo mi avete donato per tutta vostra bontà l’essere, la vita, tutto quanto possiedo! Mi avete fatto a vostra immagine e somiglianza. Voi mi conservate pure ogni momento l’esistenza! Dunque sono opera vostra e voi solo ne siete l’assoluto padrone. Non solo mio Signore siete il mio principio, siete anche il mio fine. Per amarvi, lodarvi e servirvi su questa terra mi avete creato e per venire a godervi e possedervi per tutta l’eternità in Paradiso! Per tutta vostra bontà mi avete tratta dal nulla, senza che io nemmeno lo sapessi, a preferenza di tante altre che vi avrebbero servito ben più meglio di me. Voi mi avete donato un’anima con tutte le sue potenze, un corpo con tutte le sue facoltà e sensi e questi voglio d’ora innanzi che per niente altro siano occupati che in servirvi con fervore ed obbedirvi perfettamente. Mi avete donato un cuore e questo voglio che ami voi solo, mio Dio! Vi ringrazio infinitamente per il prezioso fine per il quale mi avete creata, fine lasciatemelo dire, eguale a quello per il quale avete creato gli angeli. Anzi ancor di più per il quale si fece uomo il vostro diletto Figliolo.
Gli angeli furono creati per amarvi, lodarvi e servirvi ed io pure. Il vostro diletto Figliolo discese su questa terra per procurare la vostra gloria e la salvezza delle anime e me pure chiamate a questo duplice fine. Mio Signore e mio Dio, datemi grazia sufficiente per corrispondere ai vostri favori.
Seconda Meditazione. Sui mezzi che Iddio mi donò per arrivare al mio fine.

Infiniti mezzi mi avete donato o mio Dio e in ordine alla natura e alla grazia per raggiungere il fine per il quale mi avete creata. Ottimi parenti che mi allevassero nella s. Religione. Ottimi superiori che mi guidassero sulla via della virtù. Buone amiche che continuamente mi esortassero a servire voi solo. Una naturale inclinazione al bene, una avversione ed orrore al male. Tanti eroici esempi dei santi che risvegliassero in me santi pensieri. Cielo, terra, mare, astri, piante, fiori, frutta che mi servissero di mezzo per conoscervi ed amarvi, per ammirare la vostra divina onnipotenza e bontà. Più ancora SS. Sacramenti, particolari lumi e grazie che mi sostenessero. Ancor di più, il vostro stesso Figliolo si fece uomo e discese su questa misera terra per aiutarmi con le sue sante predicazioni, con i suoi santi esempi, per arricchirmi con i suoi SS. meriti, per redimermi e salvarmi con il suo preziosissimo sangue, per nutrirmi con il suo stesso s. corpo. Qual bontà, qual misericordia. Il s. Vangelo, la Scrittura, i vostri ministri, l’orazione, i libri devoti, le Congregazioni sono anch’essi tanti mezzi che mi avete dato. Ed io fui tanto trascurata? Mio buon Dio, nel mentre detesto la mia trascuratezza passata, vi ringrazio infinitamente, vi prometto con l’aiuto vostro di procurare di corrispondere sempre più bene alle vostre grazie.
Terza meditazione: Del buon uso dei sopraddetti mezzi.

Ogni cosa, ogni creatura, ogni mezzo, per quanto bella, buona, preziosa e anche santa, tutto o mio Dio mi deve solo servire per meglio conoscervi, amarvi e servirvi. Tutto mi servirà di mezzo per amarvi e servirvi sempre più con fervore e perfezione, ma non mai per se stessa. Amerò il mio prossimo, ma per amor vostro o Signore. Userò di tutti i buoni mezzi che con tanta bontà mi avete donati, ma per obbedienza ed in ordine alla vostra SS. volontà. Ammirerò le vostre creature, ma per benedire e lodare la vostra onnipotenza e misericordia. Mi guarderò dal minimo attacco anche alle cose ottime per interesse, indifferente sempre di quali mezzi, per quale strada vogliate farmi diventare santa. Solo bramo conoscere colui che su questa terra tiene il vostro luogo.
Quarta meditazione: Sullo stato religioso

Certamente o mio buon Dio, lo stato religioso è il più santo e il più sicuro, il più ricco di mezzi per servire più bene voi e per assicurarsi l’eterna salute. Lontani dai molti pericoli, libera da ogni briga terrena, con una santa regola l’adempimento della quale guida alla più grande perfezione, con quanta facilità si vive santamente. Voi sapete o mio Signore che fin da fanciulla la vita religiosa fu uno dei miei più grandi desideri. Voi sapete per quanto tempo nutrii il desiderio di consacrare tutta me stessa alla conversione dei poveri infedeli in lontani paesi! La salvezza delle anime fu sempre il mio più grande desiderio e i più grandi sacrifici fatti a questo santo scopo mi riuscivano sollievi. Ma non vi accontentaste di semplici prove e dei buoni desideri e permetteste poi che i miei superiori pensassero diversamente e mi comandassero di seguire una ben diversa via a quella cominciata e tanto desiderata.
Certa di fare la SS. vostra volontà, obbedii ed abbracciai quello stato che mi veniva proposto. Stato, lasciatemelo dire, tutto contrario alle mie inclinazioni, ai miei desideri. Stato che per ogni momento devo fare violenza a me stessa ed incontrare mille contrasti. Siate in eterno benedetto e sia benedetta la SS. vostra volontà: con la grazia vostra ho resistito circa nove anni; sono pronta se a voi piace a resistere anche fino alla morte. Se però, o mio Dio, vi degnerete permettere che possa un giorno consacrare le mie povere cure per procurare il bene delle anime come ardentemente desidero e verrà riconosciuta come opera vostra questa istituzione che da tanti anni è l’oggetto de’ miei desideri, vi prometto, con l’aiuto vostro, di mettermi subito all’opera, dovesse costarmi qualunque sacrificio, umiliazioni, ne dovesse andar di mezzo il mio onore, la mia sanità, ogni cosa mia. Voi mi avete già preparata, voi me lo avete già detto che le opere vostre sono tutte contrassegnate con i contrasti, con le calunnie, con i sacrifici e con le croci. Voi me lo avete detto che se l’impianto avrà effetto, io dovrò soffrire e soffrire assai, ma mi avete anche detto che non temessi che è opera vostra e avrà il suo compimento, che voi ne sarete il fondatore, la vostra SS. Madre, la Madre pure dell’Istituzione, il glorioso s. Giuseppe il padre ed io non sarei che un debole e misero strumento di cui voi vi servireste onde far conoscere chiaramente che non solo siete voi l’autore e voi solo riceverete benedizioni, lodi e ringraziamenti. Se però mio Signore vi fosse il più piccolo dubbio che non fosse opera vostra e venisse confermato dal mio attuale confessore, sono pronta a discacciare ogni pensiero che a questa istituzione riguardasse; ve ne prego per i vostri SS. meriti, o mio Gesù fate conoscere la vostra volontà al mio confessore. Deh, non permettete che io cada in inganno: voi sapete che proprio null’altro desidero che l’adempimento dei vostri santi voleri.
Lettura sul desiderio della perfezione

Devo sinceramente e continuamente desiderare la perfezione. Conoscerò se il mio desiderio sarà vero, se farò ogni azione con perfezione, se non trascurerò le piccole cose e più se opererò con il solo fine della gloria di Dio e della salvezza delle anime, ed evitare anche il solo dubbio, la sola ombra del peccato.
Esame: Sulla promessa che ho fatto al Signore di amare Lui solo.

Mio buon Dio, quanto malamente ho adempiuto questa promessa: ho amato me stessa e amato troppo i miei parenti e ho amato anche troppo gli studi e così ho trascurato di amare voi solo e di servirvi come dovevo. Per l’avvenire non sarà più così, voglio amare voi solo davvero.
SECONDO GIORNO.

Prima meditazione. La caduta degli angeli.

Mio Dio che tremendo esempio! Le creature più perfette, dotate di tanti pregi, arricchite di tanti doni, in uno stato tanto felice e tanto santo, in un momento cangiati in tanti demoni? Maledetta superbia che fosti causa di tanta ed irreparabile rovina. Mio Signore tremo al solo pensarvi. La vostra giustizia è tremenda! Mio buon Dio per carità umiliate il mio orgoglio, rendetemi forte contro le tentazioni di amor proprio, onde non vi offenda assai più che non vi offesero gli angeli. Guai se aveste fatto giustizia con me, sarei irreparabilmente perduta.
Seconda meditazione: La caduta dell’uomo.

In nessuno stato, dunque per quanto santo, per quanto perfetto sono sicura. Dappertutto in tutti i modi, posso sgraziatamente offendervi o mio Dio! La caduta degli angeli e poi quella del primo uomo me lo prova. Buon Dio era questa la gratitudine che dovevate aspettarvi: con l’aiuto vostro, con la continua vigilanza, con il fuggire non solo le vere e gravi occasioni di offendervi, ma anche le dubbie e piccole, con il diffidare di me stessa, solo potrò mettermi al sicuro.
Terza meditazione: Colui che si danna per un sol peccato mortale.

Quale terribile disgrazia è un peccato mortale! Quale gravezza. Causa di molte ed irreparabili perdite. Per una momentanea soddisfazione perdere una eterna felicità e meritare un’eternità di tormenti quale accecamento. Ma più o mio dolce Signore, ma assai più è l’audacia con la quale si offende gravemente voi così buono, voi solo degno di ogni amore! Voi tanto misericordioso! Gravi e molti sono i castighi, ma assai meno di quanto meriterebbe una sì grave e nera ingratitudine verso di voi tanto buono. E che ne sarebbe di me se aveste usato giustizia Mio buon padre perdono, per pietà, dimenticate, ve ne prego i giorni della mia fanciullezza, giorni che mi sono causa di tante lagrime e rammarico. Detesto e odio il peccato come il vero e solo male e d’ora innanzi eleggo mille volte la morte piuttosto che amareggiare anche leggermente il vostro dolcissimo cuore.
Lettura: Per progredire nella perfezione.

Procurerò di conoscere sempre più i miei difetti, le mie cattive inclinazioni con frequenti esami ed eccitare in me un vero dolore ed odio al peccato, come vero ed unico male.
Esame: Sul voto di verginità

Finora troppo grossolanamente ho osservato questo voto. Mio Dio per vostra bontà voi vi degnaste farmi conoscere che desiderate da me un’osservanza assai più perfetta, deh aiutatemi a mettere davvero in pratica quanto vi prometto. Con il fare questo voto ho inteso:
eleggere voi solo come dolcissimo sposo
privarmi della libertà di entrare in matrimonio con alcun uomo
indirizzare tutti i miei pensieri, affetti, tutti i miei desideri a voi, mio dolce Gesù
consacrarvi senza riserva alcuna anima, corpo, e cuore per amare voi solo e per cercare sempre di piacere a voi solo.
Per mantenere questo mio voto più perfettamente possibile ora piena di confidenza nella vostra Grazia vi prometto:
–         di non guardare avvertitamente in faccia a nessuno, fossero anche donne, sacerdoti e religiosi e anche tenuti in conto di santi, di non guardare mai nelle vetrine, né fotografie, né quadri, né negli specchi;
–         di non andare alle finestre mai se non quando per fare un atto di carità verso i miei signori; di non accarezzare nemmeno i fanciulli, di non baciare nessuno, tranne nel caso di un fine più perfetto, cioè o per un atto di carità o di pace;
–         di non stringere anzi di non toccare mano con mano nell’atto di salutarsi;
–         di vestimi con tutti i riguardi fino allo scrupolo con modestia e semplicità negli abiti;
–         di tenere un portamento piuttosto serio e grave in modo particolare quando devo stare con uomini;
–         di non ridere mai troppo, allegra sì, ma non mai mi permetterò la minima leggerezza. Non permetterò mai che in mia presenza si tengano discorsi non troppo onesti anzi parole un po’ libere e troncherò il discorso, oppure prontamente, senza parlare mi allontanerò da loro, dovessi anche soffrire rimproveri, umiliazioni e contrasti. In riguardo alla castità non conoscerò né rispetti umani, né riguardi ad età, né altro. Mi priverò subito di quelle cose, fossero anche piccole, fossero anche sacre che mi accorgerò di avere un po’ di attacco;
–         non mi farò mai ritrarre, così pure non mi farò mai visitare da medici se non in un vero bisogno ed obbligata dall’obbedienza. Mortificherò in modo particolare la gola e terrò lontana ogni delicatezza corporale. Ogni volta che mancherò a qualcuna di queste mie promesse, farò qualche penitenza (sempre con il consenso dell’obbedienza) e mi accuserò in confessione come fossero vere colpe. E colpa grave è certamente il mancare alle promesse fatte a voi mio buon Gesù, userò proprio tutta la diligenza possibile, ma ogni mia speranza è posta in voi mio unico sostegno.
TERZO GIORNO.

Prima meditazione. L’orrore del peccato che devo concepire alla  vista di Gesù Crocifisso.

Il mio dolcissimo Gesù, l’innocenza, la santità, la bontà stessa per essere solo apparentemente indossate le mie colpe, a quale doloroso stato è ridotto! Quante ignominie, quante umiliazioni, quanti acerbi dolori. Io ho commesso i peccati e voi, mio dolce Gesù ne fate la penitenza. Oh bontà infinita e misericordia infinita. Non più peccati, non più. Mille morti, ma non mai offendervi. L’odio e detesto, no, nessun male al mondo è uguale, solo il peccato è il più grave male, la più grave disgrazia. Per placare la giusta collera del vostro eterno Padre e per liberarmi dall’eterna condanna quanto doveste patire? Voi tanto faceste e patiste per me ed io che farò per voi? Vi intendo, volete che tutta mi consacri a procurare la vostra gloria e la salvezza delle anime, eccomi pronta o mio dolcissimo amore, fate conoscere la vostra volontà a chi mi dirige e poi vi prometto che non mi risparmierò in niente.
Seconda meditazione: Altri motivi che mi devono far concepire orrore al peccato e far penitenza

Ogni luogo ove abito, ogni persona con cui converso, mi rammentano continuamente offese fatte a voi. Gli stessi vostri doni, la stessa vostra grandezza e bontà, o mio Signore, è un continuo rimprovero alla mia ingratitudine usata verso voi. Il profondo rispetto degli angeli e dei santi anche esso mi fa conoscere quanto grave è un’offesa fatta a voi. Voi solo degno di amore, di rispetto, di adorazione, offeso. Quale cattiveria!
Con l’offendervi si abusa della vostra misericordia, si disprezza la vostra giustizia, la vostra dolcezza, pazienza, potenza. Mio buon Dio, quale accecamento, quale malizia. Mio Dio, mio Signore detesto ed odio le mie colpe, vorrei poter rimediare al passato. Ma giacché ciò non mi è dato, datemi grazia di fare vera e sincera penitenza; fate che il desiderio che mi avete donato di castigare la mia carne ribelle non resti sempre semplice buon desiderio ma con il dovuto permesso, lo metta in opera.
Terza meditazione: Ripetizioni di tutti i precedenti motivi che devono far concepire un vero orrore del peccato.

Bontà infinita degna solo di essere amato e servito come mai mi sopportaste così ingrata, macchiata tante volte da sì orribile colpa! Era questa la gratitudine che dovevate aspettarvi dopo di avermi donato l’essere, la vita, infiniti doni! dopo di avermi redenta! Qual nera ingratitudine. O pazienza e misericordia infinita. Oltraggiato, il mio buon Padre Iddio, rese inutili tutte le sue grazie, i suoi dolorosi patimenti, privata la chiesa trionfante delle gioie che attendeva dalla mia buona condotta, la chiesa purgante dei soccorsi che le doveva, la chiesa militante disonorata e scandalizzata per la mia cattiva vita in odio meritato dal cielo e dalla terra, qual sorte potevo aspettarmi? La sorte degli angeli ribelli, la infelice sorte dei dannati.
Mio buon Dio, tremo al solo pensarci. Eppure voi con tanta bontà mi aspettaste? Or mi invitate a penitenza? Anzi più ancora mi chiamate ad una vita perfetta? Quale bontà, quale misericordia! Confusa e pentita ritorno fra le vostre braccia o mio Dio. Deh, non mi rigettate, non disprezzate un cuor pentito che a voi ritorna. Non più peccati, non più, ma solo amore, solo penitenza. Quale indegnità, quale ingratitudine di aver passato tanto tempo in sgraziatamente offendere voi così buono! Qual misericordia, qual pazienza di voi, mio buon padre nel sopportarmi tanto tempo così ingrata.
Lettura: Vittoria sulle passioni

Manterrò continua guerra all’amor proprio e nelle cose di spirito un’intera e vera sottomissione anche nelle piccole cose all’obbedienza.
Esame: Sul voto di non commettere peccati veniali avvertiti

Vedo di aver osservato questo voto con negligenza, mio buon Dio datemi d’ora innanzi di essere sempre vigilante sui miei sentimenti, sul mio cuore e sui miei affetti, affinché non vi offenda nemmeno leggermente ed inavvertitamente.
QUARTO GIORNO.

Prima meditazione: La conoscenza di me stessa

Io sono niente, posso niente, so niente, io ho niente, io sono utile a niente, merito niente, sono indegna di ogni bene. Solo capace di far peccati, piena di inclinazioni cattive e di miserie. Indegna delle vostre grazie, dei vostri lumi, delle vostre ispirazioni. Indegna del pane che mangio, dell’acqua che bevo, dell’aria che respiro; degna solo di mille inferni, di mille castighi.
Niente più incostante del mio cuore, più fallace delle mie promesse, più volubile della mia volontà. Un momento tutto fervore, un altro tutta freddezza, or prometto di amarvi e poi subito vi offendo. Mio Dio quanto misera, quanto sono cattiva. E voi siete così buono e voi vi abbassate verso una creatura sì vile? Pietà, perdono o Signore. In voi solo pongo ogni mia speranza, voi sola siete la mia fortezza, il mio appoggio, il mio tutto. Con voi sono tutto, posso tutto, senza di voi sono niente, posso niente. Voi solo formate la mia unica felicità.
Seconda meditazione: La buona coscienza

Solo una buona coscienza rende felici. Solo essa ci conduce con sicurezza sulla via della santità. Essa è una delle più grandi grazie vostre. Essa rende tranquilli in vita e nel punto della morte. Mediante confessioni chiare ed intere e confidare anche i minimi dubbi a chi mi tiene il vostro luogo, mediante una vigilanza continua per non offendervi anche leggermente e più con l’aiuto vostro mi formerò quella buona coscienza, il possesso della quale rende veramente tranquilli e perfetti. Mio Dio continuatemi i vostri rimproveri, fatemi piangere, ma non permettete giammai che io cada e viva in una falsa quiete.
Terza meditazione: Divorzio con il mondo

Tutto è vanità in questo mondo. I piaceri, le ricchezze, gli onori e tutti i beni terreni che sono mai o mio Dio? La mia vita, è breve e assai più breve sono ancora i beni passabili di questo mondo. In un momento tutto passa e tutto è perduto e che resta mai di essi? Niente. Per un po’ di fumo che subito si perde, mettere in pericolo la preziosa ed eterna salvezza dell’anima è davvero insensato. Per un momento di piacere perdere voi mio buon Dio, perdere una eterna felicità, qual pazzia. Né le grandezze, né i piaceri, né le ricchezze, né gli onori mi possono far diventare migliore, anzi spesse volte con facilità fanno diventare peggiori, dunque sono degne solo di disprezzo. In apparenza tutto è bello e buono, ma in fondo tutto è vanità. Il mondo è un sepolcro imbiancato, è una prigione dorata, ma piena di persone malvagie e condannate a morte. È un nemico di Dio e della mia salute. Voi solo voglio, o mio Dio, voi solo amare e seguire fra la povertà, le umiliazioni, le persecuzioni, le calunnie, fra i patimenti. Un assoluto divorzio sin da questo momento faccio con il mondo, un addio sincero do alle sue mode e ai suoi piaceri. Che se non ho la fortuna di poterlo lasciare e riparare nel sicuro porto della religione, con la grazia vostra, starò in esso come morta per esso e sin da questo momento odio e disprezzo ciò che lui ama e stima.
Lettura: Sulla mortificazione del corpo

Mortificherò e castigherò il mio corpo più che mi permetterà l’obbedienza non tralasciando mai nessuna propizia occasione.
Esame: Sul voto di uniformità al volere di Dio

Non solo o mio dolcissimo Signore voglio con la grazia vostra sopportare ogni cosa senza impazienza o lamento sia interno che esterno, ma anche volentieri facendo mia la vostra SS. volontà; anzi sopporterò ogni cosa per quanto dolorosa o contraria con allegrezza di cuore, riconoscendo il patire come una grazia speciale che voi mi concederete e ringraziandovi sempre.
QUINTO GIORNO:

Prima meditazione: L’errore di un’anima che non cerca il Signore durante la vita.

Mio buon Dio, ecco ai vostri piedi un nuovo figliol prodigo. Anch’io come quello ho desiderato tutti i beni e mi sono da voi allontanata non una sola volta, ma mille volte. Ora piena di confidenza nella vostra misericordia ritorno fra le vostre braccia e imploro perdono, pietà. Voi mi avete creata per servirvi ed amarvi ed ingrata non ho fatto che offendervi. Come male mi sono comportata con voi! Il poco rispetto, la paca riconoscenza, la poca fedeltà, il poco frutto nel ricevere i SS. Sacramenti; l’indivozione, la freddezza, l’indifferenza, la negligenza, mi fanno conoscere la mia cattiveria, la mancanza di obbedienza ai miei superiori, di carità e di compatimento e di dolcezza cogli eguali ed inferiori, l’attacco ai comodi, alla riputazione, la poca umiltà, la poca abnegazione, mortificazione e vigilanza, modestia, furono tutte gravi mancanze! eppure voi con tanta bontà mi accordaste tanti favori. No, mio Dio non voglio più resistere, voglio davvero emendarmi e venire alla pratica. Non più operare ne per istinto di natura, né per usanza, ma solo per piacervi e santificarmi. E perché anche la più grande perfezione consiste nell’adempimento esatto e diligente e con la sola retta intenzione di piacere a voi, de’ miei doveri religiosi e domestici, d’ora innanzi procurerò con il vostro s. Aiuto a fare in questo sopraddetto modo, ma per carità non abbandonate come meriterei.
Seconda meditazione: Il danno dell’anima che non trova Dio in morte

Qual terribile sorte cadere nelle mani di un Dio irritato dalla mia cattiva vita! Quanto è orribile la morte del peccatore. No, non è il tempo della morte il momento di convertirsi a Dio. Non bisogna tardare a cercare il Signore. Con più si sta lontano da Lui, di più si indurisce il cuore e mi rendo schiava del peccato, difficile la mia conversione, arrivo così al punto della morte delusa ed ingannata.
Quale dolore, quale angoscia affligge il passato, il presente e l’avvenire. Il passato per i molti peccati e le grazie divine disprezzate; il presente, i rimorsi, i dolori, la perdita e il distacco da ogni cosa; l’avvenire il timore di cadere nelle mani di un giusto e rigoroso giudice disprezzato ed offeso, la tremenda condanna! Maledetta dal mio buon Padre, dal mio dolcissimo Sposo, qual terribile sorte! Mio Dio quanto e tremendo il vostro giudizio. No, non voglio aspettare il punto della morte, ma sin d’ora voglio riparare il passato con la penitenza; il presente con una diligenza in ben servirvi ed amari; l’avvenire con la confidenza in voi. Non voglio amare che voi non voglio sperare che per voi. Voglio voi solo in terra per avere voi solo nell’eternità.
Terza meditazione: Grave danno di un’anima che perde Dio per tutta l’eternità.

Gravi ed infinite sono le pene dell’inferno. Tremende davvero! Ma che sono mai messe in paragone con la privazione della vostra vista, o mio Dio? Ogni specie e più terribili dolori si soffre, ma quello di non potervi vedere e assai più grande. Caro e prezioso sarebbe il soffrire quando si sapesse di soffrire per piacere a voi, per amor vostro, per procurare la vostra gloria, ma il sapermi da voi maledetta, il dovervi odiare, o mio bon Dio, quale disgrazia: temo l’inferno solo perché colà non si può più amarvi e lodarvi né benedirvi, ne vedervi o mio buon Dio. Mio Signore e mio Dio per il vostro preziosissimo sangue, per i vostri SS. meriti, castigatemi come volete, ma non con il privarmi di amarvi, di lodarvi e di vedervi.
Quarta meditazione: Sulla penitenza

La s. penitenza è necessaria e indispensabile. È una soddisfazione e anche una guardia contro le tentazioni. Senza essa per breve tempo si continua nel bene. Mio Dio per la vostra infinita bontà fate che il mio superiore me ne permetta un po’ tutti i giorni. Fatemi forte e coraggiosa in castigare questa carne ribelle. Datemi un sicuro odio, un vero disprezzo verso me stessa in modo che con prontezza e senza inutili scuse metta in esercizio tutte quelle piccole pene corporali che mi verranno permesse (esami e lettura come sopra). Non conoscerò eccezioni sulla mortificazione de’ miei sentimenti, in modo particolare la superbia degli occhi e la gola e il riposo. Solo l’obbedienza sarà il limite e dirà basta.
SESTO GIORNO:

Prima meditazione: qualità del divin Re.

Chi più amabile, chi più dolce, più ammirabile, più buono, più caro di voi mio Re celeste! A voi ogni obbedienza, rispetto, riconoscenza ed amore! Voi discendeste su questa misera terra e per trentatré anni soffriste ogni sorta di travagli e dolori non solo per procurare la gloria del vostro celeste Padre, ma anche redimermi e rendermi felice. Discendeste per insegnarmi la strada della più alta santità e con una pazienza ammirabile mi sopportaste tanto cattiva e con una dolcezza meravigliosa e con un amore senza pari guadagnaste fin da fanciulla tutti gli affetti del mio cuore. Glorioso monarca posso ora resistere alle tante vostre attrattive? Nel mentre mi confesso indegna di essere vostra suddita, indegna de vostri favori, piena di confidenza nella vostra bontà e nel vostro possente aiuto vi protesto di volere a voi solo servire e voi solo riconoscere per vero e mio assoluto padrone e re.
Seconda meditazione: Sulla felicità del divin regno.

Sì, sì venga il vostro regno, o mio Dio. Dolci e care parole che spesso voi mio Dio volete che siano il tema delle mie meditazioni, parole, anzi preghiera insegnata da voi stesso, venite, o dolcissimo re, venite a regnare su tutta me stessa da assoluto padrone e re. Venite e regnate sui miei sentimenti affinché siano sempre mortificati, sulle mie opere affinché siano tutte per voi; sulla mia memoria affinché si ricordi solo di voi, sul mio cuore affinché ami voi solo, sospiri e palpiti solo per voi. Qual felicità, quale dolcezza si gode nel vostro regno composto solo di angeli, di santi e di sudditi virtuosi. Che cara, che preziosa compagnia!
Terza meditazione: Del dovere di obbligazione di far tutto per Dio.

Voi solo siete il mio re: il vostro regno il mio regno. Voi solo il mio assoluto padrone, dunque ogni mia azione deve essere per voi. Tutto per Dio solo e per la sua maggior gloria, ecco l’unica intenzione per la quale opererò e soffrirò.
Rinnoverò spesso fra il giorno questa intenzione e questo solo sarà il punto di direzione. E potrei io sperare per altri fini senza mancare gravemente? No, mio dolce Gesù, tutto per voi, me stessa, le cose mie, e le mie povere azioni; concedetemi questa grazia di avere sempre una grande purità di intenzione nell’operare.
Lettura sulla solidità della virtù.

Non solo apparenza, ma vere virtù, veri atti virtuosi. Mettermi con tutto il fervore, l’impegno alla pratica e avere gran confidenza nell’aiuto divino.
Esame: Sul voto di stare sempre alla presenza del divin Cuore di Gesù.

Me felice se davvero manterrò questo voto. Esso mi obbliga a stare continuamente alla presenza del S. Cuore e chiedergli consiglio in tutte le circostanze che mi abbisognano consigli e lumi, a conversare continuamente con lui, ad evitare anche l’ombra sola del peccato per non affliggerlo.
Quindi devo procurare di non fare discorsi inutili, di non distrarmi in cose che non mi appartengono, in schivare le curiosità e star più raccolta possibile, anzi onde godere di sì cara compagnia. Devo procurare anche di non operare e parlare a caso, ma sempre prima ascoltare il S. Cuore. Star sempre in continua vigilanza su me stessa onde anche inavvertitamente non lo offenda e disgusti.
SETTIMO GIORNO.

Prima meditazione. Incarnazione del divin Verbo

Mentre il mondo ciecamente vi offende e vi disconosce, ed è pieno di disordini, voi pensate alla sua salvezza. Qual bontà, qual misericordia o mio Dio, mio dolcissimo Gesù, fin dal primo momento della vostra SS. incarnazione, mi date luminosi esempi di virtù. Di già vi ammiro, maestro di umiltà, di obbedienza e pieno di desiderio e di zelo per la gloria del vostro eterno padre e per la salvezza delle anime, voi per nove mesi ve ne state nascosto e soffrite una mortificazione continua e generale di tutti i vostri sentimenti e di tutto voi stesso, rinunciate a tutto per attendere solo all’orazione ed alla mortificazione e contemplazione. Che ammirabile modello. Da voi imparerò ad essere umile, obbediente, a vivere nascosta e che per praticare davvero quella vita interiore mi è indispensabile la mortificazione dei sensi, l’abnegazione ed il disprezzo di me stessa, il raccoglimento, il silenzio e continua orazione. Da voi imparerò a compatire, a perdonare, a soffrire per amor vostro, a desiderare e zelare la vostra maggior gloria e la salvezza delle anime. Voi siete il mio modello, siate anche la mia forza, il mio sostegno.
Seconda meditazione: Natale di Gesù Cristo.

Mio caro e dolce Bambinello. Vi adoro profondamente! Mi umilio e mi confondo alla vostra presenza. Quanti eroici esempi delle più preziose virtù. Una povertà estrema, un abnegazione senza pari, una dolcezza, una pazienza ammirabile, umiltà profondissima, una penitenza austera. Ammiro nella vostra Vergine Madre e vedo in lei un modello di castità, di modestia, di ardente amore, e di uniformità perfetta; nel vostro putativo padre S. Giuseppe un modello di rispetto, di divozione, di fedeltà; nei pastori un modello di viva fede, di santa semplicità. Sento gli angeli che cantano gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà. Tutto, tutto mi rimprovera e mi esorta. Mi rimprovera il passato e ne voglio far penitenza, e mi esorta per l’avvenire e voglio con l’aiuto vostro imitare quanto mi è possibile la vostra povertà, umiltà, dolcezza, pazienza, mortificazione, abnegazione; imitare la modestia, la castità, uniformità, l’amore alla vostra SS. Madre, la fedeltà, il rispetto e la divozione di S. Giuseppe; la fede, la semplicità dei pastori. Il presepio è una scuola, un paradiso.
Terza meditazione. La circoncisione di Gesù Cristo.

Che vedo io mai? Voi così tenero ed innocente bambinello di già soffrite anche dolori? Di già spargete il vostro preziosissimo sangue? Perché volete essere circonciso così tenero e così delicato? Ben v’intendo, lo zelo per la gloria del vostro celeste Padre e la salute delle anime e per insegnarmi la penitenza e la mortificazione non soffre dilazioni. Di già mi insegnate che se voglio davvero santificarmi per la gloria del vostro celeste Padre per la salvezza delle anime devo armarmi ben bene di penitenza e di mortificazioni, ed essere pronta a soffrire dolori, privazioni, sacrifici, umiliazioni per amor vostro. No, non è vita modellata sulla vostra, la vita comoda e senza croci, non è una povertà vera la povertà senza privazioni ed umiliazioni. Mio Gesù, rendetemi forte e stabile e non permettete che sia sparso per me il vostro preziosissimo sangue.
Lettura: Vittoria delle tentazioni.

Diffidare di me stessa, e mettere ogni confidenza nel Signore. Tenermi sempre in continua guerra con l’amor proprio e non far tregua giammai. Star vigilante sulle mie intenzioni e sui miei pensieri.
Esame: Voto di maggior perfezione

Sì, mio dolcissimo Signore voglio proprio incominciare davvero ad osservarlo con maggiore esattezza, con più diligenza. Voglio davvero cercare in tutto il mio operare, parlare e pensare ciò che chiaramente conoscerò essere il più perfetto. Confidando sul vostro s. aiuto mi obbligo ad amare il patire, a vivere una vita mortificata internamente che esternamente, a non cercare il più piccolo sollievo al mio corpo, se non il puro necessario; ad amare e desiderare le umiliazioni, i disprezzi, i maltrattamenti: a ringraziare quando sarò trattata in questo modo; a tenermi per l’ultima di tutti. Mi obbligo ad una sottomissione senza la minima riserva ai miei superiori… ed inferiori ad un’obbedienza senza limiti all’attuale mio direttore. Ad evitare ogni delicatezza; a cercare per me solo le cose necessarie e ciò che mi verrà comandato dal mio superiore. Mi obbligo a offrire sacrifici, privazioni per giovare al mio prossimo e compatirlo sempre; ad essere con lui dolce, paziente; a rendere bene per male. Mi obbligo ad una continua uniformità ai vostri SS. voleri; ad una continua unione con voi. Insomma o mio Signore appoggiata al vostro possente aiuto mi obbligo ad un perfetto adempimento di tutto intero questo SS. voto.
OTTAVO GIORNO.

Prima meditazione. I due stendardi.

Quante insidie, quanti lacci mi tende mai il demonio o mio Dio! Qual nemico è egli mai. Egli non cerca che il mio male, la mia perdizione. Anche sotto l’aspetto del bene, anche nelle stesse cose sante, tenta rovinarmi. Mio Dio illuminatemi e rendetemi forte, il vostro solo stendardo è il solo porto di sicurezza. Il vostro stendardo mi sarà sempre prezioso e caro. Sotto esso mi sarà sempre facile sapere combattere e vincere. Dovesse costarmi i più gravi sacrifici esso sarà sempre la mia guida, la mia divisa, la mia fortezza, il mio cuore, per poi essere la mia gloria, la mia felicità. E per non cadere nelle insidie nemiche, mia sicurezza sarà l’obbedienza. Mio Dio, aiutatemi.
Seconda meditazione. Dei tre stati.

No, mio dolce Signore, mio buon Padre Iddio, una via di mezzo, una mezza virtù, voi non la volete da me. Il puro adempimento di ciò che è strettamente di obbligo lascia un immenso vuoto nel mio cuore. Né il primo, né il secondo stato appaga gli ardenti miei desideri, non sono per me. Voi ben sapete quanto ho sofferto quanto ho voluto tenere una vita ordinaria. Voi ben altro cercate da me. Non solo l’adempimento dei comandamenti e dei precetti, ma anche la pratica la più perfetta dei consigli. Mio buon Dio, a voi sono noti i molti miei desideri che sono pure doni vostri, vi è anche ben nota la mia miseria. Però piena di confidenza nella vostra bontà, vorrei fare grandi cose per voi, la pratica del quale dovesse costarmi i più dolorosi sacrifici. Ma per carità, aiutatemi, sostenetemi.
Terza meditazione: Condotta di Gesù negli ultimi tre anni di sua vita.

Qual ammirabile bontà, qual carità, qual dolcezza e qual mansuetudine è mai la vostra o mio Gesù. Voi tutti ricevete con affabilità, tutti benedite, tutti beneficate anche gli stessi vostri nemici, tutti consolate ed istruite, tutti amorevolmente correggete, non fate distinzioni. Sempre sereno, dolce ed affabile. O amor incomprensibile, o bontà del mio Dio che anche oggi giorno continua nel SS. Sacramento la stessa famigliarità e dolcezza e beneficenza mentre riceve tanti oltraggi. Voi sopportaste e sopportate tutto, compatiste e compatite tutti, o mio Signore. Vi voglio imitare; d’ora innanzi sarà dolce ed amorevole con tutti, compatirò tutti e scuserò l’intenzione, dove non potrò usare l’opera farò del bene a chi mi fa male e zelerò la vostra gloria e la salvezza delle anime, sempre però appoggiata alla vostra grazia.
Quarta meditazione: Sui tre gradi di umiltà.

O mio buon Dio, la morte prima di offendervi. Piuttosto la morte che offendervi deliberatamente, fosse anche con una piccola bugia, con un po’ di impazienza, con una semplice indevozione, ecc. Eleggo il disprezzo, le umiliazioni, la povertà, le croci, la soggezione, onde assomigliare a voi mio divin modello Gesù Crocifisso. Mi riconosco misera, incapace di tutto, piena di colpe e solo degna di disprezzo. Bramo vivere sconosciuta e fra le umiliazioni, per piacere a voi, mio dolce Gesù.
Lettura: Far bene tutte le azioni.

Procurerò imitare la mia cara mamma nel fare ogni cosa a suo tempo con precisione anche le più piccole e le più indifferenti.
Esame: Doveri religiosi

Con l’aiuto vostro voglio, o mio Signore, voglio adempiere tutti i miei doveri religiosi con devozione, rispetto, diligenza, fervore, onde riparare alle molte volte che per il passato li ho adempiti con indivozione, senza fervore e tante volte forse per abitudine.
NONO GIORNO:

Prima meditazione. Gesù Crocifisso, esempio di pazienza.

Immensi sono i vostri dolori o mio dolcissimo salvatore! Voi soffrite in ogni parte del vostro SS. Corpo e della vostra SS. anima. Soffrite da ogni sorta di persone. Soffrite non solo i dolori i più acuti, ma anche ogni sorta di ignominie! Il vostro SS. corpo è una sola piaga, il vostro capo e trapassato da acutissime spine, le vostre mani, i vostri piedi sono trapassati dai chiodi, la vostra bocca e amareggiata dal fiele, i vostri occhi sono pieni del vostro SS. sangue, le vostre orecchie sono assordate da tante bestemmie ed ingiurie; siete calunniato, trattato come il ludibrio degli uomini eppure tutto soffrite in silenzio e senza il minimo lamento. Siete abbandonato dal vostro celeste Padre, afflitto per la vista della vostra cara Madre. Angustiato per la perdita di tante anime che renderanno inutili tanti vostri dolori. Mio dolce Gesù cessate, basta, basta quanto avete sofferto, quanto mi avete insegnato, ora datemi per la vostra misericordia, la grazia di tutto soffrire in silenzio e volentieri per vostro amore. Sì, mio dolce Signore, voglio con voi patire per poter poi con voi godere l’eterna felicità.
Seconda meditazione: Del bene del soffrire in questa vita.

Voi, mio Gesù, la vostra SS. Madre, tutti i più gran Santi passaste tutti una vita crocifissa, piena di travagli, di pene Dunque la via più sicura, la via dei vostri eletti, la via che conduce al Paradiso. La via dei santi è la via della croce. Sì, le croci sono preziose, le croci sono doni e voi quanto più amate i vostri cari, quanto più li volete santi, tanto più li fate patire. L’amor si esercita e cresce solo fra i patimenti. Un amore senza dolore è vano e nulla. La più eccellente azione soffrire, il più grande dono, la più grande e solo degna riparazione è il patire per amor vostro o mio Signore. Il maggior onore che vi posso rendere è patire per voi. L’unica cosa degna di voi sono i patimenti sofferti per amor vostro. La più breve e la più facile via che conduce alla più alta santità è la via crocifissa. Dunque, mio buon Dio, eccomi pronta con la grazia vostra a patire dolori, umiliazioni, contrasti, contraddizioni, persecuzioni, calunnie, disprezzo, sacrifici, perdita delle cose e persone più care, per voi o mio caro e dolce bene. Voi mi avete fatto di già provare più volte le gioie che si provano in soffrire per amor vostro, ma se anche non le avessi provate, mi basterebbe il vostro esempio e il pensiero di far cosa grata a voi. Eccomi pronta a tutto; fate di me ciò che vi piace, ma per carità non mi abbandonate un sol momento.
Terza meditazione: Religioso crocifisso.

Non ho la fortune di essere vera religiosa in qualche chiostro ma voi, mio Dio, spesse volte mi avete fatto conoscere che volevate che vivessi da vera religiosa anche nel secolo. Con l’aiuto vostro, mediante l’osservanza del mio metodo di vita, dei s. voti e promesse che vi ho fatto dietro vostra ispirazione e dei consigli evangelici, voglio condurre una vita mortificata e penitente e veramente modellata sul crocifisso, mio tesoro, mio unico amore.
Lettura: L’amor dei patimenti.

Amerò di soffrire per il Signore. Ogni croce la riguarderò come un dono e ringrazierò di cuore il Signore.
Esame: doveri domestici.

Procurerò di adempire ogni dovere del mio stato con precisione. Mi immaginerò di servire il Signore e la Madonna stessa in persona; quindi farò tutto con premura e con la sola intenzione di piacere a loro. E care mi saranno le occasioni di pazienza, di abnegazione, di sacrificio.
DECIMO GIORNO.

Prima meditazione. La felicità e la gloria dei santi.

La gloria dei santi e degli angeli in paradiso è di essere tutti di Dio e di star con Dio. Il loro alimento e Dio: essi pensano solo a Dio, fanno tutto per Dio, la loro felicità, il loro premio è Dio. Oh, felice stato, o eccellente e preziose gioie! Anch’io voglio essere tutta vostra. Il mondo e niente, solo voi, mio Dio, siete tutto. Ma non possono più offendervi o mio Dio, qual felicità. Anch’io morire voglio piuttosto che offendervi. Che se per il passato ebbi la disgrazia di offendervi, ora sono decisa: voglio fare penitenza. Mio buon Dio, la morte non la temo, anzi la desidero, essa sola mi può veramente unire a voi. Quanto è dolce il servirvi, quanto è cara la pratica della virtù, quanta felicità si gode in amarvi. Vorrei poterlo far conoscere a tutto il mondo la felicità che si gode in servirvi. Voi solo siete e sarete per sempre l’unico vero mio bene, mio amor, mio tesoro, mio tutto. Voi solo appagate tutti i desideri del mio cuore; voi solo rendete tranquillo e contento. In voi solo si trova la vera grandezza.
Seconda meditazione: Amor di Dio

Quanto siete buono, o mio Signore! Quanto dolce e caro! Quanto perfetto e santo. I vostri benefici sono infiniti. Voi per tutta vostra bontà mi avete creata e redenta, mi avete conservata, mi avete fatta nascere nel seno della s. Chiesa. Mi avete donato mille e mille grazie generali e particolari. Tutto ciò che sono, che ho, che mi cade sotto i sensi, tutto mi rammenta l’obbligo che ho di amarvi. Ma in modo particolare devo amarvi con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze perché voi siete tanto buono e siete degno di ogni amore e perché mi avete chiamato al prezioso stato di vostra sposa, ad una vita perfetta che tanto assomiglia la vita stessa degli angeli; perché voi stesso siete degnato farmi da maestro, ammettermi alla santa mensa prima dell’età voluta, e ancor giovinetta concedermi la singolare grazia di potervi ricevere ogni giorno. Oh, la SS. comunione fu la mia forza, il mio sostegno: nella SS. comunione ho imparato a disprezzare il mondo e tutte le cose terrene; a distaccare il mia cuore da ogni cosa, a tenermi continuamente alla vostra s. presenza, a vincere le mie cattive inclinazioni e tentazioni; ad amare voi solo, ad operare per voi solo; a zelare la salvezza delle anime, a prendere tutte le cose dalle vostre SS. mani. A voi è noto che o mio Signore e dalla SS. comunione che io traggo forza e inalterabile tranquillità, che la SS. Comunione è il mio Paradiso su questa terra. Deh, concedetemi la grazia di ricevervi sempre con le dovute disposizioni e di cavarne copioso frutto.
Terza meditazione: Frutto dei santi esercizi

Eccomi giunta, per vostra infinita misericordia, o mio Signore, alla fine di questo s. ritiro. Vi ringrazio infinitamente di tante grazie e di tanti lumi; or degnatevi coronare le vostre misericordie con il concedermi la grazia di mettere in pratica quanto siete degnato di insegnarmi. Mio buon Dio voglio ad ogni costo essere tutta vostra, voglio operare e parlare e pensare solo per voi. No, a costo di qualunque sacrificio non voglio più offendervi, voglio amarvi grandemente su questa terra, per poi avere la bella sorte di amarvi per tutta l’eternità. Odio e detesto il peccato come il solo e maggior male e vorrei vedermi mille volte morta piuttosto che vedermi macchiata anche solo leggermente. No, non voglio più resistere, o mio Gesù, voi solo siate per sempre l’assoluto padrone e re. Sì, mio Gesù, con voi disprezzata, con voi povera, con voi crocifissa, ecco la mia felicità. Datemi per i vostri SS. Meriti la grazia di essere forte fra le contraddizioni, fra i patimenti; datemi la grazia di adempiere tutte le promesse i voti che ho fatto in modo particolare di cercare sempre in tutto la maggior perfezione; datemi o mio buon Gesù la s. Perseveranza. Fatemi santa e santa davvero, affinché giunto quel giorno tanto desiderato, mi troviate pronta e ben preparata per dedicarmi tutta senza riserva per procurare la vostra gloria e la salvezza delle anime. Mia buona mamma, vi ringrazio tanto; continuatemi la vostra protezione. S. Giuseppe, santi tutti, Angelo custode continuate a pregare per me.
Mio stato generale nel tempo s. Esercizi.

In questi santi esercizi non provai che tre volte consolazioni sensibili, ma il buon Dio mi concedette un grande raccoglimento e tranquillità continua che nemmeno un momento mi sono trovata o distratta o menomamente turbata. Nel tempo della s. meditazione non ragionavo sopra il soggetto perché mi era impossibile, non facevo che mettermelo davanti e in un momento era tutta piena di esso e subito seguivano gli effetti e le risoluzioni, ecc.
Mi pareva che sempre il buon Dio mi chiamasse alla pratica di una vera e perfetta vita interiore e a farmi santa davvero nel tempo che mi trovo al servizio per essere pronta e preparata dopo a mettermi con tutto l’impegno all’impianto di mia istituzione di carità.
ISTITUZIONE

Questa istituzione dovrebbe zelare l’onor di Dio e la salvezza delle anime e l’istruzione della gioventù. Dovrebbe prestarsi ad ogni bisogno spirituale e anche corporale del prossimo. In essa dovrebbe però essere unita la vita attiva e contemplativa.

Introduzione

Dal 12 al 15 ottobre 1892 madre Laura aveva intenzione di trascorrere tre giorni in ritiro in silenzio e solitudine nel monasterino di Sulbiate Superiore, culla della sua famiglia religiosa. Non è dato sapere se fosse abituale per lei trascorrere qualche giorno in preghiera e silenzio. Certamente in questo caso madre Laura dice apertamente di avvertire un vero “bisogno, un’assoluta necessità di questo S. Ritiro. Dopo tre anni di vita passata tra gli affari, le fondazioni, le angustie, le contraddizioni ecc. è pur necessario mi trovi sola sola con Voi, mio buon Dio”.
Gli anni dal 1889 al 1892 erano stati infatti molto intensi: diverse fondazioni si erano succedute, alcune delle quali sofferte e non facili: Colnago, dedicata a S. Luigi Gonzaga, aperta il 10 gennaio 1889; Albuzzano (dioc. di Pavia), dedicata al S. Cuore di Gesù, aperta il 19 dicembre 1889; Pozzuolo Martesana, dedicata a Maria SS.ma Addolorata, aperta il 23 gennaio 1890; Milano S. Celso, dedicata alla Madonna, aperta il 19 ottobre 1890; Arcore, dedicata all’Immacolata e a S. Giuseppe, aperta il 30 maggio 1891. Saronno, dedicata alla S. Famiglia, aperta il 28 gennaio 1892; Costamasnaga, dedicata a S. Carlo Borromeo, aperta il 15 settembre 1892. Era prossimo poi l’insediamento di una comunità presso la parrocchia di S. Maria al Naviglio in Milano, che avverrà il 24 ottobre 1892.
Madre Laura stava inoltre vivendo in pieno la così detta “Questione dell’Osservatore Cattolico” che sarebbe scoppiata in tutta la sua gravità nel successivo anno 1893. Ella parla infatti della “morte morale” che l’avrebbe colpita a 41 anni. Con queste parole allude alla dolorosa vicenda nella quale si trovava immersa: con l’acquisto della casa di S. Celso in Milano, sede dell’Osservatore Cattolico, per evitare lo scandalo di una pubblica lite fra sacerdoti, si era accollata i debiti di don Davide Albertario verso i fratelli sacerdoti Luigi e Carlo Bonacina. La questione assunse poi aspetti e risvolti complicati e delicati. Madre Laura  aveva agito consigliandosi prima con mons. Agostino Riboldi, vescovo di Pavia e con il Papa Leone XIII durante un’udienza privata nel corso di un viaggio a Roma sulla fine del 1889. Ufficialmente però era lei la creditrice di una ingente somma nei confronti dei fratelli Bonacina; il superiore dell’Istituto mons. Alessandro De Giorgi, non riuscendo a dirimere la questione, era in procinto di affidare il caso alla S. Congregazione dei Religiosi.
Madre Laura però, fedele all’impegno di carità che si era assunto, non voleva intervenire giustificando il suo operato e in questo senso, come lei stessa scrive, stava vivendo una “morte morale”, completamente spogliata di tutto, fuorché dell’amore per Dio: “Ho più nulla da perdere in quanto all’onore, salute, quiete, consolazioni, soddisfazioni, cuore, corpo, tutto avete preso Gesù mio. Che volete ora? Non ho più nulla fuorché i pochi giorni di vita”.
Sua unica e vera consolazione è la coscienza di appartenere tutta a Dio: “Umiliata, calunniata, sprezzata da tutti, ma religiosa”.
Il tema delle sue riflessioni è soprattutto il suo personale rapporto con Dio, il suo Sposo, il suo tutto; Lui conosce le sue intenzioni, i suoi pensieri, la verità; rinnova la sua perfetta adesione alla divina volontà in ogni attimo, in ogni disposizione, nella pronta e serena accettazione della croce e del dolore.
Ritorna un tema consueto nelle sue riflessioni: da un parte la sua piccolezza di creatura fallibile, il suo peccato, la sua miseria; dall’altra, la grandezza di Dio, la ferma volontà di amarlo, servirlo, essere sua; la volontà di compiere il disegno di Dio non solo nella fondazione della Famiglia del S. Cuore, ma ancor più nel suo consolidamento e nella fedeltà sua e delle sue figlie al Divin Cuore. La tempesta del momento presente non deve toccare la giovane famiglia religiosa; per essa madre Laura si offre come vittima di espiazione e riparazione: “No, nessuno per causa della Famiglia del Cuor Vostro ne soffre danno o dispiaceri. Su di me caricate tutto, ma salvate chi ha fatto del bene alla Famiglia del Cuore SS. Vostro o Gesù mio… Vi trovi buono, Sposo e Padre al vostro Giudizio…”.
Dopo il secondo giorno di ritiro, mentre madre Laura si accinge a scrivere le sue riflessioni nella seconda notte di meditazione, dedicata a Gesù nell’orto degli Ulivi, lo scritto si interrompe bruscamente: “Sospesi per indisposizione di salute. Fiat, sì Fiat. Gesù caro fa’ di me quel che Ti piace”.

Quaderno appunti S. Esercizi – 1892
ESERCIZI SPIRITUALI 1892
A. M. D. G.
Nella casa dedicata alla Sacra Famiglia
12 ottobre 1892 – tre giorni S. Esercizi

Eccomi qui  a Tuoi piedi Amor mio Sacramentato, come corpo morto, proprio morta a tutto…
Che farò io? Che farai Tu di me? Non so. So solo che Tu mi vuoi qui con Te senza sollecitudine, senza pensieri, col solo desiderio di conoscere la mia miseria, il mio nulla, le mie imperfezioni, per emendarmi, la Tua SS. Volontà per adempirla nel miglior modo possibile.
Qui nell’umile casa dedicata alla Sacra Famiglia di Nazaret ascolterò la Tua Voce ed imparerò ad amarti davvero. Oh Gesù amabilissimo, trattami come vuoi, ma fammi acquistare il Tuo Amor puro. A Te affido tutte le case della Famiglia del Tuo Cuore, degnati custodirle.
Madre SS. degnatevi fare le mie veci in questi giorni colle vostre e mie figlie. A Voi le affido in ogni loro bisogno. Degnatevi, tenera Madre di una speciale protezione anche a me in questi giorni di S. Ritiro.
Glorioso Padre S. Giuseppe, fatemi la carità di pensar Voi in questi giorni agli interessi ed affari della Famiglia del Cuor SS. del vostro amabilissimo Gesù.
A migliori mani non posso affidarli. Tutto spero da Voi che siete davvero il Padre della divina Provvidenza. Voi ben sapete che la mia confidenza in Voi è illimitata e non sarò delusa.
Angioletto mio per segno che ti è cara quella casa che presto avrò la consolazione di dedicarti, aiutami in modo speciale in questi giorni. S. Margherita,  S. Teresa, caro S. Luigino pregate tanto per me.
Solitudine – Ai piedi di Gesù  Sacramentato nell’umile casa di Nazaret
Vizio – L’avvilimento, angustie
Virtù – Generosità, Puro Amore
Protettori – Sacra Famiglia e S. Margherita Maria Alacoque
Meditazione precedente

Sì, mio Dio, ne ho un vero bisogno, un’assoluta necessità di questo S. Ritiro.
Dopo tre anni di vita passata tra gli affari, le fondazioni, le angustie, le contraddizioni ecc. è pur necessario mi trovi sola sola con Voi, mio buon Dio.
Procurerò proprio conoscere me stessa, i miei difetti, la vostra SS. Volontà.
Ma tutto tutto spero da voi. Eccomi qui morta davanti a Voi, fate di me quante vi piace.
PRIMO GIORNO

Prima meditazione – Fine dell’uomo

Quanto è preziosa la mia origine. Io sono tutta di Dio… Dio solo mi ha fatto. Egli solo mi conserva e mi possiede… Fin dall’eternità Voi pensavate a me o mio buon Dio, ed io quante volte mi sono scordata di Voi…
sono stata creata solo per Voi, mio Dio, per conoscervi, amarvi, lodarvi, servirvi, eppure quante volte sotto pretesto di studio, di accondiscendenze altrui, di rispetto umano, feci altrimenti!
La mia vita ha lo stesso fine degli Angeli vostri, e fin da bambina con tanta bontà me la faceste conoscere questa verità, eppure quante volte ho operato diversamente!
Voi pur dovete essere un giorno tutto mio, il mio…..
E che dico un giorno, fin da giovinetta quando per vostra misericordia vi rendeste assoluto Padrone di me, non ho sentito io subito che Voi eravate tutto mio?
La dolce parola, ‘mio Gesù io son tutta tua e Tu sei senza riserva mio’, non era quella che in mezzo alle lusinghe vanità, piaceri del mondo, tutto mi faceva sprezzare, rigettare per timore di perdere il bene prezioso di poter dire ‘Gesù io son Tua e Tu sei l’unico possesso del mio essere’?
Eppure  quanto vi ho offeso, quanto sono stata imperfetta…
D’ora innanzi metterò la più scrupolosa diligenza affinché tutte le mie opere, i momenti della mia vita, fin i movimenti del mio corpo e i battiti del mio cuore, siano unicamente e sempre per la vostra maggior gloria.
Non mi lascerò più occupare troppo e con troppa sollecitudine delle cose esteriori inerenti al mio dovere. Aiutatemi, o mio Dio.
Terza meditazione – Applicazioni delle due S. Meditazioni allo stato religioso

La preziosità dello stato religioso è grande. E Voi, mio Dio mi voleste per tutta vostra misericordia in questo solenne stato. Il monastero è davvero l’anticamera del Paradiso. E per quanto l’essere superiore sia aggravato tante volte di sollecitudini, pesi, sacrifici, pure mio Dio quando penso che sono religiosa, abito la casa Vostra, o mio Dio, sono legata a Voi con catene indissolubili, vivo del cibo che Voi mi date, faccio i vostri interessi, mio dovere è amarvi, farvi amare, son vostra Sposa, mi sento allargare il cuore. E se si accrescessero le mie pene, umiliazioni, dolori, stando religiosa, non cambierei la mia vita colla più santa secolare, sapendo di vivere santamente e senza croci.
Umiliata, calunniata, sprezzata da tutti, ma religiosa.
E quanto ve ne ringrazio o mio Dio. Ma come ho osservato le S. Regole che con tanta bontà mi avete dettate?… Con quanta imperfezione o mio Dio…
Procurerò nemmeno per titolo di carità di trasgredire la minima parte. In modo speciale il silenzio non lo romperò mai sotto questo pretesto di carità. Così non permetterò mai che nessuna regola venga trasgredita facendo tacere il risentimento del cuore e di troppa accondiscendenza.
Vi prometto pure anche nella certezza di incontrare croci ed umiliazioni di fare il possibile che venga compiuta tutta intiera la Famiglia del Vostro Cuore anche per la seconda parte. Ma aiutatemi voi Gesù mio.
Terza meditazione – Gravezza del peccato

La caduta degli Angeli e dei nostri primi Padri: Gesù Crocifisso, mi hanno davvero riempita di timore. Oh! Gesù mio, se in Cielo puri spiriti dotati di tanti doni, se nel Paradiso terrestre creature perfettissime arricchite di tanti doni e grazie peccano, che devo temer io?…
Sì, Gesù mio, vivrò sempre nel pieno conoscimento del mio nulla e della mia miseria, cercherò in tutto di praticare la S. Umiltà, ed in questi esercizi sarò sicura. Mi terrò presente i patimenti e la morte vostra dolorosissima, per sempre aver presente la gravezza del peccato…
Sì quanto avete Voi sofferto amor mio, mi conferma quanto è grave un’offesa fatta a Voi… Amor mio, morire fra mezzo a più acerbi dolori, ma non offenderti mai mai.
S. Notte, S. Meditazione – Conosci te stesso e i peccati propri

Che cosa sono? Nulla, anzi miseria e peccati. Quel poco che ho in me, che sono e che faccio è tutto puro dono di Dio.
Io non sono che peccati e miseria o mio Dio… Tutti i momenti del viver mio, tutti i luoghi, le azioni, i giorni, sono macchiati di peccati e d’imperfezioni…. Ho abusato di tutti i doni di Dio… Eppure Voi, mio Dio mi aveste prediletta e fatta sentire fin da bambina che volevate essere amato da me con un amore di preferenza!
Pietà mio Dio… lo farò per l’avvenire coll’aiuto Vostro…
Seconda meditazione – Morte e Giudizio

La morte, Amor mio non la temo… Temo il Vostro giudizio!… La morte è quella che mi deve unire per sempre a Voi unico sospiro di questo mio povero cuore…  Una volta credeva morire a 33 anni come mi pareva mi faceste conoscere Voi. Invece fu la santa professione religiosa, che mi fece spiritualmente morire a tutte le cose… Da gran tempo mi faceste conoscere che una morte mia doveva succedere a 41 anni… Ed è Amor mio una morte morale… Ho più nulla da perdere in quanto all’onore, salute, quiete, consolazioni, soddisfazioni, cuore, corpo, tutto avete preso Gesù mio. Che volete ora? Non ho più nulla fuorché i pochi giorni di vita.
Di questi fate pure come vi pare e piace, ma prima fate che tutto sia in ordine… No, nessuno per causa della Famiglia del Cuor Vostro ne soffre danno o dispiaceri. Su di me caricate tutto, ma salvate chi ha fatto del bene alla Famiglia del Cuore SS. Vostro o Gesù mio… Vi trovi buono, Sposo e Padre al vostro Giudizio…
Terza meditazione – L’Inferno

Gesù mio non amarVi più… non vederVi più!… Essere per sempre divisa!… Anzi odiarVi!… Oh! mio Bene fatemi patire come volete, anche le pene più atroci, ma AmarVi, sempre sempre con Voi…
SECONDO GIORNO

Prima meditazione – Il Regno di Gesù Cristo

Sì. Amor mio, Voi solo dovete essere e siete il Re. Regnate da assoluto Re sul mio cuore, sul mio capo, su tutte le cose mie… E per ottenere che il vostro Regno in me e solo Voi regnate nel mio cuore farò in modo coll’aiuto vostro, che ogni azione, parola, atto, pensiero, movimento sia conforme alla vostra SS. Volontà che conoscerò ogni giorno nelle cose che mi succederanno e nella volontà dei miei superiori. starò attenta che non abbia sotto pretesto di zelo, di carità, di bene delle anime, contrastare in minima parte in me il vostro S. Regno.
Seconda meditazione – Natività

Oh! Gesù quanti ammaestramenti fin dalla vostra nascita mi date… Sì, amerò l’umiliazione, la povertà; nulla più dello stretto necessario per mantenermi in vita prenderò e procurerò di scegliere ciò che è più contrario alla mia natura.
Nelle privazioni e nelle umiliazioni che mi verranno per la povertà, vi ringrazierò sempre. Aiutatemi Gesù mio.
Terza meditazione – Vita privata di Gesù Cristo

La S. casa di Nazaret fu sempre l’oggetto di frequenti e lunghe meditazioni. Quanti esempi d’obbedienza… Quanta preghiera. Ho desiderato molto tempo una simile vita, ma Gesù mio ben diversamente voleste da me. Sia fatta la Vostra divina Volontà. Coltiverò con diligenza il raccoglimento interno, quella vita interiore che sempre avete voluto da me. Nelle strade, negli affari inerenti alla Congregazione, in mezzo alle persone, procurerò tenere il mio interno sempre raccolto ed a Voi unito. Ma Gesù mio, aiutatemi che tutto spero da Voi.
Quarta meditazione – Vita Pubblica

Sì, Gesù mio con Voi per le strade  ed occupata tutto il giorno per fare la Vostra Volontà… Ma con Voi anche la notte ai piedi del Tabernacolo…  Starò nella positura la più rispettosa e sempre occupata di Voi. Se però la mia misera natura si lasciasse vincere dalla stanchezza, o l’obbedienza me lo proibisse Gesù intendo nel fare l’obbedienza di continuare a tenervi compagnia. Procurerò essere dolce e compiacente con tutti a vostra imitazione, ed a non risparmiarmi in nulla quando si tratterà per il bene delle anime, sopportando calunnie, dicerie a vostro esempio. Aiutatemi Gesù mio.
2. Notte – S. Meditazione – L’orazione di Gesù nell’orto.

Sospesi per indisposizione di salute. Fiat, sì Fiat. Gesù caro fa’ di me quel che Ti piace…

Introduzione
Madre Laura, nel momento nel quale si accingeva a trascorre gli otto giorni di ritiro spirituale personale fra il 29 novembre 1902 e il successivo 8 dicembre, non era più la superiora generale della Famiglia del S. Cuore di Gesù. La vertenza legata all’Osservatore Cattolico aveva avuto pesanti ripercussioni all’interno della famiglia religiosa. Difficoltà economiche per poter sanare il debito, il sospetto da parte del nuovo direttore don Filippo De Giorgi, successo al fratello mons. Alessandro, che l’amministrazione condotta da madre Laura non fosse stata accurata e il suo conseguente diretto interessamento nella conduzione economica della Congregazione, avevano persuaso madre Laura a rinunciare alla carica di superiora generale.
Il 16 agosto 1899: “La rev. madre Laura Baraggia, per amore della pace e dell’unione rinunciò alla carica di madre generale”[1]. Il 17 ottobre 1899 era stata eletta madre generale Suor Marianna Stucchi che sarebbe rimasta in carica fino alla morte, avvenuta il 5 luglio 1903.
Subito dopo il capitolo madre Laura venne destinata a superiora della nuova comunità aperta presso la parrocchia di S. Francesca Romana in Milano: “Una nuova casa a Milano nella parrocchia di S. Francesca Romana dedicata al Tuo Cuore. Sono nominata superiora di questa casa. Oh Gesù mio, fa’ che adempia al mio dovere e povere figlie, non abbiano a soffrire dispiaceri e privazioni per causa mia”[2].
Nel febbraio 1900 don De Giorgi si ritirò dalla carica di superiore dell’Istituto e venne sostituito da don Ottavio Anselmi che stimava madre Laura[3].
Il 24 agosto 1900 il card. Ferrari fece nuovamente riunire il capitolo generale (il terzo dalla fondazione), presieduto da don Ottavio Anselmi, con il preciso scopo della “nomina della madre vicaria”, per venire incontro ai desideri delle suore che volevano madre Laura inserita nel consiglio generalizio; ella venne infatti eletta vicaria generale. Ai primi di settembre del 1902 venne chiusa l’opera presso la parrocchia di S. Francesca Romana e madre Laura tornò nella casa madre affiancando madre Marianna Stucchi.
Negli appunti di questi esercizi madre Laura rinnova la sua piena dipendenza dalla madre generale: “Mi metterò come corpo morto in mano alla mia Rev. Madre e al mio Rev. Superiore e dipenderò anche nelle minime cose […] Sarò esatta nel chiedere anche i minimi permessi alla rev. Madre e le renderò conto di tutto.”
Madre Stucchi, nella primavera del 1903, cominciò a declinare in salute ed il 5 luglio rese la sua bell’anima a Dio nella casa madre di Brentana dopo due mesi di dolorosissima malattia, sopportata con edificante rassegnazione. Fu quindi necessario riconvocare il capitolo generale (il quarto) il 3 settembre 1903; a piena maggioranza risultò eletta madre Laura come superiora generale.

Mentre tracciava le riflessioni di questi esercizi, madre Laura era di nuovo nella casa madre di Brentana. Fin dalle prime righe si avverte che sta vivendo un momento di sollievo: “Tu hai compassione di me, vedi il bisogno che ho di un po’ di giorni di ritiro, di riposo vicina a Te. Dopo cinque anni di burrasche e di continue angustie”. Le burrasche e le continue angustie sono riferite soprattutto alla vertenza relativa all’Osservatore Cattolico che proprio sul finire del 1902 si stava avviando alla conclusione.
Lo stile di questi giorni di ritiro è quello di sempre: una riflessione personale sul suo stato di vita attuale, fedeltà alla regola, ai voti, agli impegni comunitari. È probabile che madre Laura abbia seguito lo schema e le meditazioni proposti dai numerosi libri di devozione e di guida ai giorni di ritiro che erano in uso in quell’epoca.

Quaderno appunti S. Esercizi – 1902
A. M. D. G. – V. G. M. G.
ALLA CASA MADRE, DEDICATA A S. C. DI GESÙ

29 NOVEMBRE 1902

Oh quanto sei buono con me Gesù dolcissimo! Tu non guardi ai miei demeriti, alla mia miseria e mi concedi un favor così grande. Tu hai compassione di me, vedi il bisogno che ho di un po’ di giorni di ritiro, di riposo vicina a Te. Dopo cinque anni di burrasche e di continue angustie. Grazie Amor mio, grazie di una sì grande grazia… Starò adunque nove giorni, giorno e notte con Te Ben mio!… Qui nella tribunina, Ti sentirò, Ti vedrò, Ti parlerò… E Tu mi vedrai, mi sentirai, mi parlerai nevvero?
Oh! sì, sì, ne sono sicura… Che farò?… Nulla, perché nulla so fare. Tu farai tutto. Tu sai che mio unico desiderio è di piacerti e farti amare e conoscere, e conoscere in che Ti posso maggiormente piacere e amare. Morta mi abbandono nel Tuo dolcissimo Cuore e Tu fa di me quel che meglio Ti aggrada.
Oh! Madre Immacolata, Voi foste ad ottenermi questa grande grazia! Voi avete ascoltato le mie povere preghiere… Compite la vostra carità, ed esaudite anche gli altri tre miei desideri… asciugate le mie lacrime, Voi tutto potete presso il Cuor di Gesù…
In unione al Cuor di Gesù nel SS. Sacramento e a Voi Madre Immacolata, faccio questo S. Ritiro, fate che sia il principio di una vita nuova e tutto conforme al Cuor di Gesù e al vostro o cara Madre.
Caro Padre S. Giuseppe, assistetemi in questi santi giorni. A voi affido tutti gli interessi della Congregazione, fate Voi le mie veci. Voi sapete le due cose che tanto mi stanno a cuore, provvedeteci Voi… Voi tutto potete.
Angioletto mio Custode, assistimi in modo particolare in questi santi giorni.
S. Ignazio, mio caro S. Luigino, S. Laura mia nonnina e nonnina S. Anna e S. Gioachino, pregate tanto tanto per me in questi giorni.
Miei Rev. Padri defunti, mie figlie defunte ottenetemi un aiuto speciale in questi giorni.
Solitudine – Col Cuor di Gesù Sacramentato e coll’Immacolata Madre
Vizio – Irriflessione, angustie.
Virtù – Generosità, indifferenza.
Protettori – S. Giuseppe e S. Giovanni Evangelista, S. Ambrogio.
PRIMO GIORNO

Prima meditazione – Fine dell’uomo

Sono tutta Tua, sono tutta per Te e Tu sei tutto per me Gesù mio…
Questo mio essere, quanto sono, deve operare e consumarsi per Te… Ti ho dato quanto possedevo, la mia libertà, il mio onore, le più care e sante affezioni e le hai accettate…
Ora mi resta questo povero corpo, degnati imprimere in esso, i tuoi dolori e così conoscerò che anche questo l’hai aggradito. Sin da questo momento l’abbandono nelle tue mani, affinché Tu ne faccia quel che più ti piace.
1.2.3.4. Meditazione: Tutte le creature sono mezzi e aiuti di salute che Dio ci ha dato per arrivare al nostro ultimo fine. Come dobbiamo usarne… Applicazione allo stato religioso.

I mezzi, gli aiuti, le grazie che mi hai conceduti o Gesù caro, sono infiniti. Tu hai conceduto a me povera e miserabile peccatrice quanto hai conceduto ai più grandi santi. Eppure sono ancora sì misera… Amor mio fa che in questo S. Ritiro almeno incominci ad amarti davvero e mostrarti la mia gratitudine. Indifferente a tutto mi metto nel Tuo dolcissimo Cuore, mandami quello che vuoi, dove vuoi, trattami come vuoi che colla Tua grazia sarò sempre contenta, purché  Ti possa piacere ed amare… e addivenire una religiosa secondo il Tuo Cuore SS. giacché per Tua sola Bontà mi chiamasti a questo preziosissimo stato e fin d’ora Ti prometto di osservare con esattezza le minime regole.
Esami – Prima e ultima azione del giorno e fine della S. Regola

Farò con maggior devozione l’offerta delle mie azioni e con maggior raccoglimento le ultime preghiere.
Insisterò coi miei superiori sul vero fine della Congregazione, ma con rispetto e prudenza.
Lettura – Sul profitto dopo l’ultimo ritiro.

Gesù caro fu proprio poco;  ne diedi la causa alle vicende burrascose, al cambiamento, ma fu tutta mia mancanza di vigilanza e di generosità.
SECONDO GIORNO

1.2.3.4. Meditazione

La caduta degli Angeli, del primo uomo, mi fa tremare!… Dunque per quanto santo sia il luogo, per quanto siano grandi le grazie e i favori divini, con tutta facilità si può cadere! Gesù caro, vivrò sempre in timore, ma Tu custodiscimi, se no perisco. Compi la Tua misericordia su di me, e giacché tanto patisti per salvarmi e mi perdonasti tanti peccati mentre tanti, meno cattivi di me sono già condannati alle pene eterne, per i Tuoi meriti concedimi la S. Perseveranza. O Madre d’Amor aiutatemi.
Esami – Delle Visite al SS. Sacramento e dell’esame alla sera sulla povertà e castità

Le visite le farò con più attenzione e devozione discacciando i pensieri inutili e adopererò un po’ più di tempo per l’esame.
Sarò esatta nel chiedere anche i minimi permessi alla rev. Madre e le renderò conto di tutto. In quanto al vitto e vestito accetterò quello che mi daranno senza mai chiedere nulla. Se dovrò per obbedienza scegliere, sceglierò quello più vile ed ordinario.
Lettura – Sul progresso nella fuga del peccato, della mortificazione, dello spirito e vittoria delle passioni.

Mi eserciterò di più negli atti di umiltà con le sorelle, e non mi lascerò avvilire nelle cose umilianti.
TERZO GIORNO

1.2.3.4. Meditazione – Cognizione di noi stessi, buona coscienza. Non cercar Dio in vita, non trovarlo in morte, perderlo per sempre.

Sono niente, anzi sono una povera peccatrice, capace di qualunque male se, Voi Signore, non mi aiutate.
Oh! quanta tranquillità provo dopo la confessione generale d’oggi. Grazie mio caro Gesù. Con la Tua grazia ho sempre cercato ed amato Te solo, ma quanto imperfettamente! Dammi Tu quell’amore che vuoi da me, affinché Ti trovi alla mia morte Sposo e Padre dolcissimo, e Ti ami se fosse possibile d’infinito amore per tutta, per tutta l’eternità.
L’osservanza esatta della S. Regola mi assicura il Tuo possesso, Madre SS. aiutatemi.
Esami – Sull’esame particolare, Confessione e sul voto di obbedienza.

Sarò più esatta nel fare l’esame particolare e lo farò con maggior diligenza. Mi confesserò più spesso che me lo permetterà il mio Confessore, ed accrescerò la diligenza in ben prepararmi un giorno prima, onde farlo con maggior quiete e divozione senza sollecitudine.
Mi metterò come corpo morto in mano alla mia Rev. Madre e al mio Rev. Superiore e dipenderò anche nelle minime cose.
Lettura – Sulla mortificazione dei sensi e sulle pene del Purgatorio.

Metterò ogni diligenza nel mortificare i miei sensi ed il mio corpo fin dove me lo permette l’obbedienza.
Tutto il merito di quanto farò e delle preghiere ed indulgenze l’offrirò per le S. Anime del Purgatorio.
QUARTO GIORNO

1.2.3. Meditazione – Sul Regno di Gesù C.

4. Beneficio grande della vocazione religiosa

Tu solo sei il Re del mio Cuore. Regna su me da assoluto Signore. Tu sei un Re, che pieno di misericordia e bontà tutto doni il Tuo regno ai tuoi sudditi.
O Re celeste fa che zeli l’onor Tuo, la Tua gloria, il piacer Tuo in tutti i momenti del viver mio, e che cerchi ogni mezzo per farti regnare nei cuori di coloro che mi  avvicineranno.
Grazie Gesù SS. del dono stragrande della vocazione religiosa… Finora non ho corrisposto a tanta grazia; per i Tuoi meriti aiutami ad addivenire una religiosa secondo il Cuor Tuo dolcissimo, mediante l’esatta osservanza delle mie S. Regole. Madre SS. assistetemi.
Esami – Sul Progresso fatto nelle solide virtù, orazioni vocali, S. Sacramenti.

Ben poco fu il progresso in modo particolare nella generosità nell’accettare con allegrezza le cose umilianti.
Per l’avvenire porrò in questo uno studio particolare.
Sarò diligente nel discacciare le distrazioni che mi vengono quando raccomando le cose dell’Istituto. Sarò col divin aiuto più premurosa nel fare la preparazione remota.
Lettura – S. Messa

Ne sentirò più che mi permetterà l’obbedienza, e starò colla massima compostezza e divozione meditando la SS. Passione. Che ineffabile e prezioso sacrificio! Vorrei assistere tutti i minuti.
QUINTO GIORNO

1. Meditazione – L’Incarnazione di G. C.

2. Natività.

3. La Circoncisione.

4. Felicità e preziosità dello stato religioso.

Quanto amore, quanta umiltà, quanta mortificazione o Gesù caro per amor mio… Qual umiliazione non mi sarà preziosa guardando a te Amor mio, al Tuo esempio?
Qual sacrificio, privazione rifiuterò, mentre Tu nascendo per mio amore, nasci nella più squallida miseria…
O Gesù, Tu conosci i miei desideri, e sai che non posso assecondarli per non essere singolare…. Ma Tu vedi il cuor mio, accetta i miei desideri in ringraziamento del tanto che facesti per il dono grande di avermi messa nello stato religioso così prezioso e nel quale godo tanta pace e felicità.
Esami – Capitolo della Regola, Perfezione e carità verso Dio e verso il prossimo. – Orario, vitto, vestito, mobili, lavoro.

O mio Gesù quanto manco in questo primo capitolo, voglio proprio essere più diligente, e non agire secondo il cuore, ma solo per puro amor di Dio. Sacrificherò qualunque mia privata pratica anche santa per essere precisa all’orario. Il vitto, prenderò quello che mi darà l’ubbidienza, così del vestito e mobili, cercando per quanto sta in me, che sia il più ordinario.
Lettura – Sulla vittoria dopo l’ultimo ritiro delle tentazioni.

Conosci la mia debolezza e mi tieni lontane le tentazioni. Sarò almeno più generosa nelle umiliazioni.
SESTO GIORNO

1.2.3.4. Meditazioni.

1. I due stendardi.

2. Dei tre stati.

3. Condotta di Gesù durante i tre anni di vita pubblica.

4. I tre gradi di umiltà.

Mio caro Gesù, sotto al Tuo stendardo  abito da anni, ma con quanta imperfezione! Da quanti anni ho scelto il terzo stato, ma mio caro Gesù come sono ancora debole! Tu solo puoi fare un miracolo della Tua misericordia ed aiutarmi ad imitare la tua dolcezza, la tua umiltà, la tua carità col prossimo, ad abbracciare con generosità il terzo grado d’umiltà che da gran tempo, vuoi da me.
Gesù dolcissimo abbi compassione di me e tieni conto delle mie intenzioni.
Sempre state di cercare solo il Tuo piacere, l’onor Tuo. Aiuta la mia debolezza.
Esami – Orazione mentale, Ricreazione, visite, silenzio, carità vicendevole.

Preparerò con maggior esattezza i punti della meditazione alla sera, e cercherò di raccogliermi un po’ prima.
Nella ricreazione sarò compiacente, e cercherò d’introdurre sempre santi discorsi. Parlerò sempre di cose utili. Sarò molto riservata e breve sulla visita e ne farò né riceverò se non le necessarie e solo per la carità e l’onor di Dio. Procurerò di essere esattissima al silenzio in modo particolare al silenzio rigoroso. Userò grande carità e compatimento colle sorelle e più grande dolcezza e compiacenza e rispetto colla mia Rev. Madre.
Lettura – Esattezza nel far bene le azioni

Sarò esatta anche nelle minime cose, facendole sempre per Dio e alla sua presenza.
SETTIMO GIORNO

1.2.3.4. Meditazioni – Sulla Passione e morte di G.C. Il religioso Crocefisso dietro imitazione di G.C.

O mio dolce Amor quanto hai patito per me! Quanta pazienza e generosità! Che vergogna per me che sono sì misera. Gesù caro sai che la meditazione dei Tuoi dolori e di quelli della dolcissima Madre sono il mio pane quotidiano… Vorrei vivere sempre da sola per poterti continuamente compatire e ripararti per le dimenticanze degli uomini. Fa Tu quanto non è in potere mio e giacché accettasti il mio povero cuore, la mia libertà quel po’ di bene che mi avevi dato, l’onore, imprimi nel mio povero corpo i tuoi dolori e patimenti, credo sia degna offerta di espiazione all’Eterno Tuo Padre.
Oh! come volentieri sto crocefissa colle mie S. Regole e S. Voti. Te ne ringrazio infinitamente.
Esami – Amore ai patimenti alle umiliazioni. Inferme, Nomine, Confessore.

Sarò più generosa, e ringrazierò sempre il Signore quando mi dona la sua croce.
Avrò grandemente a cuore le inferme e non mi risparmierò in nulla.
Prima di dare il voto in consiglio, pregherò tanto tanto e poi guarderò solo l’anima e Dio e nessun altra ragione. Sarò obbediente e schietta come una bambina col Confessore.
Lettura – Buon uso del tempo

Sottometto all’obbedienza quanto intendo fare e non sarò sicura che avrò ben speso il mio tempo.
OTTAVO GIORNO

1.2.3.4. Meditazioni – La gioia dei santi. Contemplazione per eccitare l’amor di Dio. Frutto dei S. Esercizi.

I Santi gioiscono e godono perché sono tutti di Dio e per Dio, perché sono fuori da questo mondo così brutto e tanto vicini a Dio; perché non possono più perdere Dio essendo imperdibile (!!!!); Perché sono esenti da ogni male; perché non moriranno più; perché troveranno una grande facilità nella pratica d’ogni virtù; perché saranno sempre in compagnia del caro Gesù e ricevono le sue carezze; nell’aver in Dio il loro Tesoro; nel veder continuamente Dio e in questa vista trovare tutte le delizie; nel fare tutto ciò che vogliono e veder soddisfatti tutti i loro desideri; dall’essere separati dalla compagnia dei poveri peccatori. Nell’essere sempre attivi e sempre in riposo; nel vedere la cara Madre SS. e il caro Padre S. Giuseppe e tutti questi beni li avrò anch’io in Paradiso.
I benefici che mi hai conceduti sono immensi, Amor mio, io sono confusa! Il dono di Te in Sacramento poi mette il colmo!
Oh! Dolce mio Bene, Tu sai che ai piedi Tuoi io ho tutto… Che conosco un luogo solo, il Tabernacolo.
Qui trovo il Paradiso, qui la mia continua dimora. Che grazia grande mi hai fatto col concedermi di passare dieci giorni e dieci notti sempre davanti a Te. La mia tribunina fu il mio Cenacolo, più il mio Paradiso! Grazie Amor mio, con questi giorni passati presso di Te in compagnia della mia Madre SS. mi hai ricompensato fin troppo di quel poco che ho fatto e patito per Amor Tuo. Vivrò sempre unita a Te e per Te Amor mio Sacramentato.
Esami – I miei voti privati di stare alla presenza del Sacro Cuore di Gesù, di uniformità al volere di Dio, di non commettere peccati veniali avvertiti, di maggior perfezione.

O Gesù mio queste mie catene d’oro vorrei stringerle sempre più, ma Tu sai come li adempio imperfettamente. Aiutami Tu, io lo desidero con tutto il cuore di poterti rendere contento mediante l’osservanza dei miei S. Voti.
Lettura – Presenza di Dio.

Come è dolce lo stare alla vostra presenza o mio Dio! Non mi lascerò dissipare da pensieri e cose inutili per poterle godere. Farò uso di frequenti giaculatorie.
8 DICEMBRE 1902

Festa della mia cara Madre Immacolata

O Madre dolcissima, Madre Immacolata, qui ai vostri piedi chiudo questo S. Ritiro che ho fatto in vostra compagnia e ai piedi dell’Amabile Gesù Sacramentato.
Che dieci giorni di Paradiso ho passato nella mia tribunina! Oh! Gesù caro come sei generoso, come mi hai pagato largamente quel poco che con la Tua grazia ho fatto e patito per Te. Una vita nuova incomincia per me, quella vita interiore nascosta unita al mio Amor sacramentato che da tanto tempo desidero. Madre dolcissima Immacolata accettate quel poco che ho fatto per Voi, esaudite le mie povere preghiere, presentate voi a Gesù SS. le mie risoluzioni, i miei propositi ed aiutatemi a metterli in pratica.
Sarò esatta nell’osservare la S. Regola e stare alla vita comune, sacrificando qualunque mia pratica di pietà.
Sarò cieca, sorda, muta per tutto ciò che non è peccato o cosa rilevante contraria alla regola o che possa portare un grave danno.
Prima di suggerire o fare una osservazione alla mia Madre, pregherò, e domanderò consiglio al padre dell’anima mia, e se non potrò, gliene renderò conto. Così sarò sicura di operare sempre in conformità al divin volere.
Sarò col Padre dell’anima mia come una bambina per schiettezza ed obbedienza.
Cercherò di praticare la vita interiore nascosta e stare continuamente alla presenza del mio Amor Sacramentato.
Ecco o Madre dolcissima i miei propositi, benediteli e dopo averli presentati a Gesù, aiutatemi ad eseguirli.
Mio caro Padre S. Giuseppe, Angelo mio Custode, Santi Protettori miei pregate tanto per me.

[1] Effemeridi II, p. 336.
[2] Diario Spirituale, 216.
[3] Don Ottavio Anselmi era nato a Milano l’11 gennaio 1854, ordinato l’11 giugno 1876, coadiutore ad Abbiategrasso e cappellano nella tenuta Meraviglia – Mantegazza; nel 1881  fu coadiutore in Duomo; dal 1888 al 1907 prevosto di S. Satiro, quindi parroco di S. Nazaro a Milano; morì nel 1939. Fu un Sacerdote molto stimato dal card. Ferrari, come ricorda don Carlo Pirelli nel di lui necrologio: “Stimato altamente ed amato dal card. Ferrari, di santa memoria, veniva spesso dal medesimo chiamato per avere consiglio nelle più ardue cose; e la parola breve e pesata, era accolta dal Cardinale, me lo diceva lui il Santo Arcivescovo, come un lume preziosissimo. A lui lo stesso Cardinale affidò mansioni delicatissime, che eseguì perfettamente, incarichi difficili, che assolse con perfetta sagacia; ma tutto egli nascondeva nel silenzio del suo spirito, in quel silenzio che fu la sua caratteristica, quasi geloso del suo nascondimento.”