Signore, Tu mi scruti e mi conosci

9 ottobre 2023 – Rinnovazione dei voti di sr Marta

Dalle parole di don Carlo Rossini:

Il Salmo 138 è, per eccellenza, il salmo della vocazione: l’inizio, stupendo, che stasera non abbiamo ascoltato è “Signore tu mi scruti e mi conosci”: il salmista innalza un  canto di gioia perché Dio lo conosce fino in fondo, lo ha fatto come una meraviglia stupenda, si sente conosciuto nel profondo e custodito nel cammino.

Credo che questi siano anche i tuoi sentimenti, carissima suor Marta, nel rinnovare la tua consacrazione al Signore: Lui ti conosce fino in fondo, più di quanto tu stessa non ti conosca, per questo puoi fidarti pienamente di lui!

E questa profonda conoscenza è quella che Paolo confida a Timoteo, dicendo a questo suo discepolo diventato confratello nell’episcopato, la scoperta piena di meraviglia di scoprirsi scelto da Dio come collaboratore, non per i suoi pregi, non nonostante i suoi difetti, ma proprio a causa dei suoi difetti: per tutti, anche per il Signore, è facile amare una brava persona, scegliere uno come amico o compagno di vita per le sue virtù, cercando così di sopportarne i difetti. È invece proprio di Dio amarci là dove si manifesta il nostro peccato, là dove sbagliamo, là dove è evidente la distanza tra noi e lui.

Cara suor Marta, a ogni rinnovo dei voti si è sempre più consapevoli dei propri difetti e ci si sente sempre più indegni della propria vocazione. Sei chiamata ad essere testimone di questo amore tanto grande quanto immeritato. 

Infine, questo brano di Vangelo ricorda a tutti noi battezzati qual è il nostro compito nel mondo: essere uomini e donne radicati nella fede in Dio, e per questo proiettati nel futuro… Il cristiano è chiamato a rimanere in ascolto della voce dell’unico Signore, senza farsi confondere da altri..

Carissima Suor Marta, è anche il nostro ringraziamento per la tua presenza e la tua testimonianza e, contemporaneamente, l’augurio che ti facciamo per la tua vita che oggi metti nuovamente nelle mani del Signore.

Un invito poi a tutti gli altri presenti: dobbiamo pregare di più per le vocazioni e renderci più disponibili. Il senso dell’essere cristiani sta nel chiedersi “Signore, cosa vuoi che io faccia? ”, a titolo personale anzitutto e come comunità che educa al Vangelo.

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