Era una mattina luminosa, nell’estate del 1905.

Le campane di Roma suonavano nel cielo azzurro. Presto l’aria sarebbe diventata calda, ma in quel momento si stava ancora bene all’ombra delle grandi colonne, in piazza San Pietro.

Due donne vestite di scuro attraversarono il grande piazzale, quasi deserto a quell’ora del mattino, e giunsero al portone d’ingresso alla Città del Vaticano. Una guardia svizzera le accolse e le condusse al cospetto di un monsignore della curia, che le stava aspettando.

Il sacerdote sorrise nello scorgere le due donne e le salutò calorosamente: «Madre Laura, suor Colomba! Che piacere vedervi qui, finalmente! Venite: il Santo Padre ci attende».

Attraversarono lunghi corridoi, saloni illuminati dal sole di agosto, che penetrava attraverso le alte vetrate. Finalmente giunsero allo studio delle udienze private, dove il papa Pio X le attendeva, in compagni di un segretario.

Il Santo Padre accolse le nuove arrivate con un sorriso; le suore corsero a baciare le sue mani ed egli le fece alzare e le invitò a sedersi.

Aveva già sentito parlare di Madre Laura Baraggia e del suo gruppo di compagne: piccole donne che avevano preso sulle loro spalle grossi pesi, per aiutare la gente, le parrocchie, la voce della Chiesa. Ascoltò da loro il racconto dei gravi problemi che stavano affrontando e rimase colpito dal fatto che Madre Laura mai si lamentava, mai supplicava o si mostrava impaziente: anzi, affrontava le prove che la sua giovane comunità stava incontrando come se fossero doni del Signore.

Il papa approvò e benedisse quanto di buono stavano facendo quelle donne e cercò di rassicurarle sulla difficoltà del cammino.

Parlarono a lungo, finché il sole non fu alto nel cielo.

Poi, al momento di congedarsi, Madre Laura ebbe un attimo di esitazione. Il papa se ne accorse e la invitò a parlare, a chiedere, se aveva ancora qualche dubbio nel cuore.

«Santità, – disse la suora – molte persone, specialmente a Milano, dicono che questo nostro vestito non va bene: non è adatto per delle religiose, è povero, ci confonde con la gente comune. Dicono che lo dovremmo cambiare… Voi che cosa ne pensate?».

Il papa osservò bene le due donne, rivestite di un abito nero di lana, semplice semplice, con i capelli raccolti sulla nuca da una reticella, ora nascosta dal velo nero che si usa durante le udienze: era vero, sembravano donne del popolo lombardo, di quella terra così cara e lontana.

Ma non era proprio questa la loro missione? Vivere in mezzo alla gente, dentro la realtà delle parrocchie, aiutare soprattutto le ragazze e le donne nelle loro difficoltà quotidiane e nella crescita lungo il cammino della fede?

«No Madre, non lo cambi; – rispose il papa – è un abito bello nella sua semplicità. Stando in mezzo alla gente senza farsi notare, si può fare maggior bene. Dica pure a tutti che questo abito al papa piace, e che lo benedice!».

Madre Laura alzò il capo che teneva chinato in segno di rispetto, e incrociò lo sguardo di Pio X; si sorrisero. Tutt’e due sapevano che il nero di quell’abito non era un colore cupo, ma solo l’incontro e la fusione di tutti i meraviglio.