Alla maggior gloria di Dio.
Esercizi fatti nel dicembre dell’anno 1874.
Meditazione per il giorno precedente ai s. esercizi.

Ecco giunto o mio dolcissimo Signore, il desiderato e felice giorno! Oggi posso cominciare i santi esercizi. A voi, o mio buon Dio è noto più che a me il bisogno, anzi la necessità che io ho di questi giorni di s. Ritiro. Il fine per cui desidero farli, voi lo sapete: è di conoscere sempre più chiaramente la vostra santa volontà per adempirla quanto più perfettamente mi sarà possibile. Datemi grazia e lume per ben conoscere anche i miei difetti per emendarli; i doveri verso voi, mio dolce Signore, verso il mio prossimo e verso me stessa per ben adempirli; la mia vocazione, per poi, a suo tempo, seguirla. Mio Dio a voi ricorro con grande confidenza; voi siete misericordioso e buono e non disprezzate certo un cuor contrito. Troppo è vero ho abusato della vostra bontà, troppo ho resistito ai vostri amorosi inviti; ma non sarà più così, voglio una buona volta cominciare a farmi santa, a corrispondere fedelmente alle vostre infinite grazie. Voglio far penitenza per le moltissime mie colpe; voglio detestarle e piangerle amaramente. Ma che potrò io mai? Ogni mia speranza è posta in voi, mio amorosissimo Padre, senza di voi nulla posso, di nulla sono capace. Offro a voi, o SS. Eterno padre la mia memoria, a voi dolcissimo Gesù il mio intelletto, a voi SS. Spirito Santo la mia volontà, affinché per l’infinita vostra misericordia mi doniate tutte quelle disposizioni necessarie per ben ricevere le divine grazie, i divini lumi. Unisco questo mio ritiro a quello continuo di voi, mio amor sacramentato: fate che nemmeno un momento perda inutilmente di questi preziosi giorni. Mia cara mamma Maria, concedetemi la preziosa vostra benedizione, mettetemi sotto il vostro materno manto ed io sarò sicura di far bene questi santi esercizi. Caro Padre s. Giuseppe, Angelo mio custode, santi tutti del Paradiso, pregate tanto per me.
PRIMO GIORNO.

l meditazione: Del principio e fine dell’uomo e dell’eterna salute.

Voi solo o mio Signore, siete il mio creatore, l’unico amore mio. Voi solo mi avete donato per tutta vostra bontà l’essere, la vita, tutto quanto possiedo! Mi avete fatto a vostra immagine e somiglianza. Voi mi conservate pure ogni momento l’esistenza! Dunque sono opera vostra e voi solo ne siete l’assoluto padrone. Non solo mio Signore siete il mio principio, siete anche il mio fine. Per amarvi, lodarvi e servirvi su questa terra mi avete creato e per venire a godervi e possedervi per tutta l’eternità in Paradiso! Per tutta vostra bontà mi avete tratta dal nulla, senza che io nemmeno lo sapessi, a preferenza di tante altre che vi avrebbero servito ben più meglio di me. Voi mi avete donato un’anima con tutte le sue potenze, un corpo con tutte le sue facoltà e sensi e questi voglio d’ora innanzi che per niente altro siano occupati che in servirvi con fervore ed obbedirvi perfettamente. Mi avete donato un cuore e questo voglio che ami voi solo, mio Dio! Vi ringrazio infinitamente per il prezioso fine per il quale mi avete creata, fine lasciatemelo dire, eguale a quello per il quale avete creato gli angeli. Anzi ancor di più per il quale si fece uomo il vostro diletto Figliolo.
Gli angeli furono creati per amarvi, lodarvi e servirvi ed io pure. Il vostro diletto Figliolo discese su questa terra per procurare la vostra gloria e la salvezza delle anime e me pure chiamate a questo duplice fine. Mio Signore e mio Dio, datemi grazia sufficiente per corrispondere ai vostri favori.
Seconda Meditazione. Sui mezzi che Iddio mi donò per arrivare al mio fine.

Infiniti mezzi mi avete donato o mio Dio e in ordine alla natura e alla grazia per raggiungere il fine per il quale mi avete creata. Ottimi parenti che mi allevassero nella s. Religione. Ottimi superiori che mi guidassero sulla via della virtù. Buone amiche che continuamente mi esortassero a servire voi solo. Una naturale inclinazione al bene, una avversione ed orrore al male. Tanti eroici esempi dei santi che risvegliassero in me santi pensieri. Cielo, terra, mare, astri, piante, fiori, frutta che mi servissero di mezzo per conoscervi ed amarvi, per ammirare la vostra divina onnipotenza e bontà. Più ancora SS. Sacramenti, particolari lumi e grazie che mi sostenessero. Ancor di più, il vostro stesso Figliolo si fece uomo e discese su questa misera terra per aiutarmi con le sue sante predicazioni, con i suoi santi esempi, per arricchirmi con i suoi SS. meriti, per redimermi e salvarmi con il suo preziosissimo sangue, per nutrirmi con il suo stesso s. corpo. Qual bontà, qual misericordia. Il s. Vangelo, la Scrittura, i vostri ministri, l’orazione, i libri devoti, le Congregazioni sono anch’essi tanti mezzi che mi avete dato. Ed io fui tanto trascurata? Mio buon Dio, nel mentre detesto la mia trascuratezza passata, vi ringrazio infinitamente, vi prometto con l’aiuto vostro di procurare di corrispondere sempre più bene alle vostre grazie.
Terza meditazione: Del buon uso dei sopraddetti mezzi.

Ogni cosa, ogni creatura, ogni mezzo, per quanto bella, buona, preziosa e anche santa, tutto o mio Dio mi deve solo servire per meglio conoscervi, amarvi e servirvi. Tutto mi servirà di mezzo per amarvi e servirvi sempre più con fervore e perfezione, ma non mai per se stessa. Amerò il mio prossimo, ma per amor vostro o Signore. Userò di tutti i buoni mezzi che con tanta bontà mi avete donati, ma per obbedienza ed in ordine alla vostra SS. volontà. Ammirerò le vostre creature, ma per benedire e lodare la vostra onnipotenza e misericordia. Mi guarderò dal minimo attacco anche alle cose ottime per interesse, indifferente sempre di quali mezzi, per quale strada vogliate farmi diventare santa. Solo bramo conoscere colui che su questa terra tiene il vostro luogo.
Quarta meditazione: Sullo stato religioso

Certamente o mio buon Dio, lo stato religioso è il più santo e il più sicuro, il più ricco di mezzi per servire più bene voi e per assicurarsi l’eterna salute. Lontani dai molti pericoli, libera da ogni briga terrena, con una santa regola l’adempimento della quale guida alla più grande perfezione, con quanta facilità si vive santamente. Voi sapete o mio Signore che fin da fanciulla la vita religiosa fu uno dei miei più grandi desideri. Voi sapete per quanto tempo nutrii il desiderio di consacrare tutta me stessa alla conversione dei poveri infedeli in lontani paesi! La salvezza delle anime fu sempre il mio più grande desiderio e i più grandi sacrifici fatti a questo santo scopo mi riuscivano sollievi. Ma non vi accontentaste di semplici prove e dei buoni desideri e permetteste poi che i miei superiori pensassero diversamente e mi comandassero di seguire una ben diversa via a quella cominciata e tanto desiderata.
Certa di fare la SS. vostra volontà, obbedii ed abbracciai quello stato che mi veniva proposto. Stato, lasciatemelo dire, tutto contrario alle mie inclinazioni, ai miei desideri. Stato che per ogni momento devo fare violenza a me stessa ed incontrare mille contrasti. Siate in eterno benedetto e sia benedetta la SS. vostra volontà: con la grazia vostra ho resistito circa nove anni; sono pronta se a voi piace a resistere anche fino alla morte. Se però, o mio Dio, vi degnerete permettere che possa un giorno consacrare le mie povere cure per procurare il bene delle anime come ardentemente desidero e verrà riconosciuta come opera vostra questa istituzione che da tanti anni è l’oggetto de’ miei desideri, vi prometto, con l’aiuto vostro, di mettermi subito all’opera, dovesse costarmi qualunque sacrificio, umiliazioni, ne dovesse andar di mezzo il mio onore, la mia sanità, ogni cosa mia. Voi mi avete già preparata, voi me lo avete già detto che le opere vostre sono tutte contrassegnate con i contrasti, con le calunnie, con i sacrifici e con le croci. Voi me lo avete detto che se l’impianto avrà effetto, io dovrò soffrire e soffrire assai, ma mi avete anche detto che non temessi che è opera vostra e avrà il suo compimento, che voi ne sarete il fondatore, la vostra SS. Madre, la Madre pure dell’Istituzione, il glorioso s. Giuseppe il padre ed io non sarei che un debole e misero strumento di cui voi vi servireste onde far conoscere chiaramente che non solo siete voi l’autore e voi solo riceverete benedizioni, lodi e ringraziamenti. Se però mio Signore vi fosse il più piccolo dubbio che non fosse opera vostra e venisse confermato dal mio attuale confessore, sono pronta a discacciare ogni pensiero che a questa istituzione riguardasse; ve ne prego per i vostri SS. meriti, o mio Gesù fate conoscere la vostra volontà al mio confessore. Deh, non permettete che io cada in inganno: voi sapete che proprio null’altro desidero che l’adempimento dei vostri santi voleri.
Lettura sul desiderio della perfezione

Devo sinceramente e continuamente desiderare la perfezione. Conoscerò se il mio desiderio sarà vero, se farò ogni azione con perfezione, se non trascurerò le piccole cose e più se opererò con il solo fine della gloria di Dio e della salvezza delle anime, ed evitare anche il solo dubbio, la sola ombra del peccato.
Esame: Sulla promessa che ho fatto al Signore di amare Lui solo.

Mio buon Dio, quanto malamente ho adempiuto questa promessa: ho amato me stessa e amato troppo i miei parenti e ho amato anche troppo gli studi e così ho trascurato di amare voi solo e di servirvi come dovevo. Per l’avvenire non sarà più così, voglio amare voi solo davvero.

SECONDO GIORNO.

Prima meditazione. La caduta degli angeli.

Mio Dio che tremendo esempio! Le creature più perfette, dotate di tanti pregi, arricchite di tanti doni, in uno stato tanto felice e tanto santo, in un momento cangiati in tanti demoni? Maledetta superbia che fosti causa di tanta ed irreparabile rovina. Mio Signore tremo al solo pensarvi. La vostra giustizia è tremenda! Mio buon Dio per carità umiliate il mio orgoglio, rendetemi forte contro le tentazioni di amor proprio, onde non vi offenda assai più che non vi offesero gli angeli. Guai se aveste fatto giustizia con me, sarei irreparabilmente perduta.
Seconda meditazione: La caduta dell’uomo.

In nessuno stato, dunque per quanto santo, per quanto perfetto sono sicura. Dappertutto in tutti i modi, posso sgraziatamente offendervi o mio Dio! La caduta degli angeli e poi quella del primo uomo me lo prova. Buon Dio era questa la gratitudine che dovevate aspettarvi: con l’aiuto vostro, con la continua vigilanza, con il fuggire non solo le vere e gravi occasioni di offendervi, ma anche le dubbie e piccole, con il diffidare di me stessa, solo potrò mettermi al sicuro.
Terza meditazione: Colui che si danna per un sol peccato mortale.

Quale terribile disgrazia è un peccato mortale! Quale gravezza. Causa di molte ed irreparabili perdite. Per una momentanea soddisfazione perdere una eterna felicità e meritare un’eternità di tormenti quale accecamento. Ma più o mio dolce Signore, ma assai più è l’audacia con la quale si offende gravemente voi così buono, voi solo degno di ogni amore! Voi tanto misericordioso! Gravi e molti sono i castighi, ma assai meno di quanto meriterebbe una sì grave e nera ingratitudine verso di voi tanto buono. E che ne sarebbe di me se aveste usato giustizia Mio buon padre perdono, per pietà, dimenticate, ve ne prego i giorni della mia fanciullezza, giorni che mi sono causa di tante lagrime e rammarico. Detesto e odio il peccato come il vero e solo male e d’ora innanzi eleggo mille volte la morte piuttosto che amareggiare anche leggermente il vostro dolcissimo cuore.
Lettura: Per progredire nella perfezione.

Procurerò di conoscere sempre più i miei difetti, le mie cattive inclinazioni con frequenti esami ed eccitare in me un vero dolore ed odio al peccato, come vero ed unico male.
Esame: Sul voto di verginità

Finora troppo grossolanamente ho osservato questo voto. Mio Dio per vostra bontà voi vi degnaste farmi conoscere che desiderate da me un’osservanza assai più perfetta, deh aiutatemi a mettere davvero in pratica quanto vi prometto. Con il fare questo voto ho inteso:
eleggere voi solo come dolcissimo sposo
privarmi della libertà di entrare in matrimonio con alcun uomo
indirizzare tutti i miei pensieri, affetti, tutti i miei desideri a voi, mio dolce Gesù
consacrarvi senza riserva alcuna anima, corpo, e cuore per amare voi solo e per cercare sempre di piacere a voi solo.
Per mantenere questo mio voto più perfettamente possibile ora piena di confidenza nella vostra Grazia vi prometto:
–         di non guardare avvertitamente in faccia a nessuno, fossero anche donne, sacerdoti e religiosi e anche tenuti in conto di santi, di non guardare mai nelle vetrine, né fotografie, né quadri, né negli specchi;
–         di non andare alle finestre mai se non quando per fare un atto di carità verso i miei signori; di non accarezzare nemmeno i fanciulli, di non baciare nessuno, tranne nel caso di un fine più perfetto, cioè o per un atto di carità o di pace;
–         di non stringere anzi di non toccare mano con mano nell’atto di salutarsi;
–         di vestimi con tutti i riguardi fino allo scrupolo con modestia e semplicità negli abiti;
–         di tenere un portamento piuttosto serio e grave in modo particolare quando devo stare con uomini;
–         di non ridere mai troppo, allegra sì, ma non mai mi permetterò la minima leggerezza. Non permetterò mai che in mia presenza si tengano discorsi non troppo onesti anzi parole un po’ libere e troncherò il discorso, oppure prontamente, senza parlare mi allontanerò da loro, dovessi anche soffrire rimproveri, umiliazioni e contrasti. In riguardo alla castità non conoscerò né rispetti umani, né riguardi ad età, né altro. Mi priverò subito di quelle cose, fossero anche piccole, fossero anche sacre che mi accorgerò di avere un po’ di attacco;
–         non mi farò mai ritrarre, così pure non mi farò mai visitare da medici se non in un vero bisogno ed obbligata dall’obbedienza. Mortificherò in modo particolare la gola e terrò lontana ogni delicatezza corporale. Ogni volta che mancherò a qualcuna di queste mie promesse, farò qualche penitenza (sempre con il consenso dell’obbedienza) e mi accuserò in confessione come fossero vere colpe. E colpa grave è certamente il mancare alle promesse fatte a voi mio buon Gesù, userò proprio tutta la diligenza possibile, ma ogni mia speranza è posta in voi mio unico sostegno.

TERZO GIORNO.

Prima meditazione. L’orrore del peccato che devo concepire alla  vista di Gesù Crocifisso.

Il mio dolcissimo Gesù, l’innocenza, la santità, la bontà stessa per essere solo apparentemente indossate le mie colpe, a quale doloroso stato è ridotto! Quante ignominie, quante umiliazioni, quanti acerbi dolori. Io ho commesso i peccati e voi, mio dolce Gesù ne fate la penitenza. Oh bontà infinita e misericordia infinita. Non più peccati, non più. Mille morti, ma non mai offendervi. L’odio e detesto, no, nessun male al mondo è uguale, solo il peccato è il più grave male, la più grave disgrazia. Per placare la giusta collera del vostro eterno Padre e per liberarmi dall’eterna condanna quanto doveste patire? Voi tanto faceste e patiste per me ed io che farò per voi? Vi intendo, volete che tutta mi consacri a procurare la vostra gloria e la salvezza delle anime, eccomi pronta o mio dolcissimo amore, fate conoscere la vostra volontà a chi mi dirige e poi vi prometto che non mi risparmierò in niente.
Seconda meditazione: Altri motivi che mi devono far concepire orrore al peccato e far penitenza

Ogni luogo ove abito, ogni persona con cui converso, mi rammentano continuamente offese fatte a voi. Gli stessi vostri doni, la stessa vostra grandezza e bontà, o mio Signore, è un continuo rimprovero alla mia ingratitudine usata verso voi. Il profondo rispetto degli angeli e dei santi anche esso mi fa conoscere quanto grave è un’offesa fatta a voi. Voi solo degno di amore, di rispetto, di adorazione, offeso. Quale cattiveria!
Con l’offendervi si abusa della vostra misericordia, si disprezza la vostra giustizia, la vostra dolcezza, pazienza, potenza. Mio buon Dio, quale accecamento, quale malizia. Mio Dio, mio Signore detesto ed odio le mie colpe, vorrei poter rimediare al passato. Ma giacché ciò non mi è dato, datemi grazia di fare vera e sincera penitenza; fate che il desiderio che mi avete donato di castigare la mia carne ribelle non resti sempre semplice buon desiderio ma con il dovuto permesso, lo metta in opera.
Terza meditazione: Ripetizioni di tutti i precedenti motivi che devono far concepire un vero orrore del peccato.

Bontà infinita degna solo di essere amato e servito come mai mi sopportaste così ingrata, macchiata tante volte da sì orribile colpa! Era questa la gratitudine che dovevate aspettarvi dopo di avermi donato l’essere, la vita, infiniti doni! dopo di avermi redenta! Qual nera ingratitudine. O pazienza e misericordia infinita. Oltraggiato, il mio buon Padre Iddio, rese inutili tutte le sue grazie, i suoi dolorosi patimenti, privata la chiesa trionfante delle gioie che attendeva dalla mia buona condotta, la chiesa purgante dei soccorsi che le doveva, la chiesa militante disonorata e scandalizzata per la mia cattiva vita in odio meritato dal cielo e dalla terra, qual sorte potevo aspettarmi? La sorte degli angeli ribelli, la infelice sorte dei dannati.
Mio buon Dio, tremo al solo pensarci. Eppure voi con tanta bontà mi aspettaste? Or mi invitate a penitenza? Anzi più ancora mi chiamate ad una vita perfetta? Quale bontà, quale misericordia! Confusa e pentita ritorno fra le vostre braccia o mio Dio. Deh, non mi rigettate, non disprezzate un cuor pentito che a voi ritorna. Non più peccati, non più, ma solo amore, solo penitenza. Quale indegnità, quale ingratitudine di aver passato tanto tempo in sgraziatamente offendere voi così buono! Qual misericordia, qual pazienza di voi, mio buon padre nel sopportarmi tanto tempo così ingrata.
Lettura: Vittoria sulle passioni

Manterrò continua guerra all’amor proprio e nelle cose di spirito un’intera e vera sottomissione anche nelle piccole cose all’obbedienza.
Esame: Sul voto di non commettere peccati veniali avvertiti

Vedo di aver osservato questo voto con negligenza, mio buon Dio datemi d’ora innanzi di essere sempre vigilante sui miei sentimenti, sul mio cuore e sui miei affetti, affinché non vi offenda nemmeno leggermente ed inavvertitamente.

QUARTO GIORNO.

Prima meditazione: La conoscenza di me stessa

Io sono niente, posso niente, so niente, io ho niente, io sono utile a niente, merito niente, sono indegna di ogni bene. Solo capace di far peccati, piena di inclinazioni cattive e di miserie. Indegna delle vostre grazie, dei vostri lumi, delle vostre ispirazioni. Indegna del pane che mangio, dell’acqua che bevo, dell’aria che respiro; degna solo di mille inferni, di mille castighi.
Niente più incostante del mio cuore, più fallace delle mie promesse, più volubile della mia volontà. Un momento tutto fervore, un altro tutta freddezza, or prometto di amarvi e poi subito vi offendo. Mio Dio quanto misera, quanto sono cattiva. E voi siete così buono e voi vi abbassate verso una creatura sì vile? Pietà, perdono o Signore. In voi solo pongo ogni mia speranza, voi sola siete la mia fortezza, il mio appoggio, il mio tutto. Con voi sono tutto, posso tutto, senza di voi sono niente, posso niente. Voi solo formate la mia unica felicità.
Seconda meditazione: La buona coscienza

Solo una buona coscienza rende felici. Solo essa ci conduce con sicurezza sulla via della santità. Essa è una delle più grandi grazie vostre. Essa rende tranquilli in vita e nel punto della morte. Mediante confessioni chiare ed intere e confidare anche i minimi dubbi a chi mi tiene il vostro luogo, mediante una vigilanza continua per non offendervi anche leggermente e più con l’aiuto vostro mi formerò quella buona coscienza, il possesso della quale rende veramente tranquilli e perfetti. Mio Dio continuatemi i vostri rimproveri, fatemi piangere, ma non permettete giammai che io cada e viva in una falsa quiete.
Terza meditazione: Divorzio con il mondo

Tutto è vanità in questo mondo. I piaceri, le ricchezze, gli onori e tutti i beni terreni che sono mai o mio Dio? La mia vita, è breve e assai più breve sono ancora i beni passabili di questo mondo. In un momento tutto passa e tutto è perduto e che resta mai di essi? Niente. Per un po’ di fumo che subito si perde, mettere in pericolo la preziosa ed eterna salvezza dell’anima è davvero insensato. Per un momento di piacere perdere voi mio buon Dio, perdere una eterna felicità, qual pazzia. Né le grandezze, né i piaceri, né le ricchezze, né gli onori mi possono far diventare migliore, anzi spesse volte con facilità fanno diventare peggiori, dunque sono degne solo di disprezzo. In apparenza tutto è bello e buono, ma in fondo tutto è vanità. Il mondo è un sepolcro imbiancato, è una prigione dorata, ma piena di persone malvagie e condannate a morte. È un nemico di Dio e della mia salute. Voi solo voglio, o mio Dio, voi solo amare e seguire fra la povertà, le umiliazioni, le persecuzioni, le calunnie, fra i patimenti. Un assoluto divorzio sin da questo momento faccio con il mondo, un addio sincero do alle sue mode e ai suoi piaceri. Che se non ho la fortuna di poterlo lasciare e riparare nel sicuro porto della religione, con la grazia vostra, starò in esso come morta per esso e sin da questo momento odio e disprezzo ciò che lui ama e stima.
Lettura: Sulla mortificazione del corpo

Mortificherò e castigherò il mio corpo più che mi permetterà l’obbedienza non tralasciando mai nessuna propizia occasione.
Esame: Sul voto di uniformità al volere di Dio

Non solo o mio dolcissimo Signore voglio con la grazia vostra sopportare ogni cosa senza impazienza o lamento sia interno che esterno, ma anche volentieri facendo mia la vostra SS. volontà; anzi sopporterò ogni cosa per quanto dolorosa o contraria con allegrezza di cuore, riconoscendo il patire come una grazia speciale che voi mi concederete e ringraziandovi sempre.

QUINTO GIORNO:

Prima meditazione: L’errore di un’anima che non cerca il Signore durante la vita.

Mio buon Dio, ecco ai vostri piedi un nuovo figliol prodigo. Anch’io come quello ho desiderato tutti i beni e mi sono da voi allontanata non una sola volta, ma mille volte. Ora piena di confidenza nella vostra misericordia ritorno fra le vostre braccia e imploro perdono, pietà. Voi mi avete creata per servirvi ed amarvi ed ingrata non ho fatto che offendervi. Come male mi sono comportata con voi! Il poco rispetto, la paca riconoscenza, la poca fedeltà, il poco frutto nel ricevere i SS. Sacramenti; l’indivozione, la freddezza, l’indifferenza, la negligenza, mi fanno conoscere la mia cattiveria, la mancanza di obbedienza ai miei superiori, di carità e di compatimento e di dolcezza cogli eguali ed inferiori, l’attacco ai comodi, alla riputazione, la poca umiltà, la poca abnegazione, mortificazione e vigilanza, modestia, furono tutte gravi mancanze! eppure voi con tanta bontà mi accordaste tanti favori. No, mio Dio non voglio più resistere, voglio davvero emendarmi e venire alla pratica. Non più operare ne per istinto di natura, né per usanza, ma solo per piacervi e santificarmi. E perché anche la più grande perfezione consiste nell’adempimento esatto e diligente e con la sola retta intenzione di piacere a voi, de’ miei doveri religiosi e domestici, d’ora innanzi procurerò con il vostro s. Aiuto a fare in questo sopraddetto modo, ma per carità non abbandonate come meriterei.
Seconda meditazione: Il danno dell’anima che non trova Dio in morte

Qual terribile sorte cadere nelle mani di un Dio irritato dalla mia cattiva vita! Quanto è orribile la morte del peccatore. No, non è il tempo della morte il momento di convertirsi a Dio. Non bisogna tardare a cercare il Signore. Con più si sta lontano da Lui, di più si indurisce il cuore e mi rendo schiava del peccato, difficile la mia conversione, arrivo così al punto della morte delusa ed ingannata.
Quale dolore, quale angoscia affligge il passato, il presente e l’avvenire. Il passato per i molti peccati e le grazie divine disprezzate; il presente, i rimorsi, i dolori, la perdita e il distacco da ogni cosa; l’avvenire il timore di cadere nelle mani di un giusto e rigoroso giudice disprezzato ed offeso, la tremenda condanna! Maledetta dal mio buon Padre, dal mio dolcissimo Sposo, qual terribile sorte! Mio Dio quanto e tremendo il vostro giudizio. No, non voglio aspettare il punto della morte, ma sin d’ora voglio riparare il passato con la penitenza; il presente con una diligenza in ben servirvi ed amari; l’avvenire con la confidenza in voi. Non voglio amare che voi non voglio sperare che per voi. Voglio voi solo in terra per avere voi solo nell’eternità.
Terza meditazione: Grave danno di un’anima che perde Dio per tutta l’eternità.

Gravi ed infinite sono le pene dell’inferno. Tremende davvero! Ma che sono mai messe in paragone con la privazione della vostra vista, o mio Dio? Ogni specie e più terribili dolori si soffre, ma quello di non potervi vedere e assai più grande. Caro e prezioso sarebbe il soffrire quando si sapesse di soffrire per piacere a voi, per amor vostro, per procurare la vostra gloria, ma il sapermi da voi maledetta, il dovervi odiare, o mio bon Dio, quale disgrazia: temo l’inferno solo perché colà non si può più amarvi e lodarvi né benedirvi, ne vedervi o mio buon Dio. Mio Signore e mio Dio per il vostro preziosissimo sangue, per i vostri SS. meriti, castigatemi come volete, ma non con il privarmi di amarvi, di lodarvi e di vedervi.
Quarta meditazione: Sulla penitenza

La s. penitenza è necessaria e indispensabile. È una soddisfazione e anche una guardia contro le tentazioni. Senza essa per breve tempo si continua nel bene. Mio Dio per la vostra infinita bontà fate che il mio superiore me ne permetta un po’ tutti i giorni. Fatemi forte e coraggiosa in castigare questa carne ribelle. Datemi un sicuro odio, un vero disprezzo verso me stessa in modo che con prontezza e senza inutili scuse metta in esercizio tutte quelle piccole pene corporali che mi verranno permesse (esami e lettura come sopra). Non conoscerò eccezioni sulla mortificazione de’ miei sentimenti, in modo particolare la superbia degli occhi e la gola e il riposo. Solo l’obbedienza sarà il limite e dirà basta.

SESTO GIORNO:

Prima meditazione: qualità del divin Re.

Chi più amabile, chi più dolce, più ammirabile, più buono, più caro di voi mio Re celeste! A voi ogni obbedienza, rispetto, riconoscenza ed amore! Voi discendeste su questa misera terra e per trentatré anni soffriste ogni sorta di travagli e dolori non solo per procurare la gloria del vostro celeste Padre, ma anche redimermi e rendermi felice. Discendeste per insegnarmi la strada della più alta santità e con una pazienza ammirabile mi sopportaste tanto cattiva e con una dolcezza meravigliosa e con un amore senza pari guadagnaste fin da fanciulla tutti gli affetti del mio cuore. Glorioso monarca posso ora resistere alle tante vostre attrattive? Nel mentre mi confesso indegna di essere vostra suddita, indegna de vostri favori, piena di confidenza nella vostra bontà e nel vostro possente aiuto vi protesto di volere a voi solo servire e voi solo riconoscere per vero e mio assoluto padrone e re.
Seconda meditazione: Sulla felicità del divin regno.

Sì, sì venga il vostro regno, o mio Dio. Dolci e care parole che spesso voi mio Dio volete che siano il tema delle mie meditazioni, parole, anzi preghiera insegnata da voi stesso, venite, o dolcissimo re, venite a regnare su tutta me stessa da assoluto padrone e re. Venite e regnate sui miei sentimenti affinché siano sempre mortificati, sulle mie opere affinché siano tutte per voi; sulla mia memoria affinché si ricordi solo di voi, sul mio cuore affinché ami voi solo, sospiri e palpiti solo per voi. Qual felicità, quale dolcezza si gode nel vostro regno composto solo di angeli, di santi e di sudditi virtuosi. Che cara, che preziosa compagnia!
Terza meditazione: Del dovere di obbligazione di far tutto per Dio.

Voi solo siete il mio re: il vostro regno il mio regno. Voi solo il mio assoluto padrone, dunque ogni mia azione deve essere per voi. Tutto per Dio solo e per la sua maggior gloria, ecco l’unica intenzione per la quale opererò e soffrirò.
Rinnoverò spesso fra il giorno questa intenzione e questo solo sarà il punto di direzione. E potrei io sperare per altri fini senza mancare gravemente? No, mio dolce Gesù, tutto per voi, me stessa, le cose mie, e le mie povere azioni; concedetemi questa grazia di avere sempre una grande purità di intenzione nell’operare.
Lettura sulla solidità della virtù.

Non solo apparenza, ma vere virtù, veri atti virtuosi. Mettermi con tutto il fervore, l’impegno alla pratica e avere gran confidenza nell’aiuto divino.
Esame: Sul voto di stare sempre alla presenza del divin Cuore di Gesù.

Me felice se davvero manterrò questo voto. Esso mi obbliga a stare continuamente alla presenza del S. Cuore e chiedergli consiglio in tutte le circostanze che mi abbisognano consigli e lumi, a conversare continuamente con lui, ad evitare anche l’ombra sola del peccato per non affliggerlo.
Quindi devo procurare di non fare discorsi inutili, di non distrarmi in cose che non mi appartengono, in schivare le curiosità e star più raccolta possibile, anzi onde godere di sì cara compagnia. Devo procurare anche di non operare e parlare a caso, ma sempre prima ascoltare il S. Cuore. Star sempre in continua vigilanza su me stessa onde anche inavvertitamente non lo offenda e disgusti.

SETTIMO GIORNO.

Prima meditazione. Incarnazione del divin Verbo

Mentre il mondo ciecamente vi offende e vi disconosce, ed è pieno di disordini, voi pensate alla sua salvezza. Qual bontà, qual misericordia o mio Dio, mio dolcissimo Gesù, fin dal primo momento della vostra SS. incarnazione, mi date luminosi esempi di virtù. Di già vi ammiro, maestro di umiltà, di obbedienza e pieno di desiderio e di zelo per la gloria del vostro eterno padre e per la salvezza delle anime, voi per nove mesi ve ne state nascosto e soffrite una mortificazione continua e generale di tutti i vostri sentimenti e di tutto voi stesso, rinunciate a tutto per attendere solo all’orazione ed alla mortificazione e contemplazione. Che ammirabile modello. Da voi imparerò ad essere umile, obbediente, a vivere nascosta e che per praticare davvero quella vita interiore mi è indispensabile la mortificazione dei sensi, l’abnegazione ed il disprezzo di me stessa, il raccoglimento, il silenzio e continua orazione. Da voi imparerò a compatire, a perdonare, a soffrire per amor vostro, a desiderare e zelare la vostra maggior gloria e la salvezza delle anime. Voi siete il mio modello, siate anche la mia forza, il mio sostegno.
Seconda meditazione: Natale di Gesù Cristo.

Mio caro e dolce Bambinello. Vi adoro profondamente! Mi umilio e mi confondo alla vostra presenza. Quanti eroici esempi delle più preziose virtù. Una povertà estrema, un abnegazione senza pari, una dolcezza, una pazienza ammirabile, umiltà profondissima, una penitenza austera. Ammiro nella vostra Vergine Madre e vedo in lei un modello di castità, di modestia, di ardente amore, e di uniformità perfetta; nel vostro putativo padre S. Giuseppe un modello di rispetto, di divozione, di fedeltà; nei pastori un modello di viva fede, di santa semplicità. Sento gli angeli che cantano gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà. Tutto, tutto mi rimprovera e mi esorta. Mi rimprovera il passato e ne voglio far penitenza, e mi esorta per l’avvenire e voglio con l’aiuto vostro imitare quanto mi è possibile la vostra povertà, umiltà, dolcezza, pazienza, mortificazione, abnegazione; imitare la modestia, la castità, uniformità, l’amore alla vostra SS. Madre, la fedeltà, il rispetto e la divozione di S. Giuseppe; la fede, la semplicità dei pastori. Il presepio è una scuola, un paradiso.
Terza meditazione. La circoncisione di Gesù Cristo.

Che vedo io mai? Voi così tenero ed innocente bambinello di già soffrite anche dolori? Di già spargete il vostro preziosissimo sangue? Perché volete essere circonciso così tenero e così delicato? Ben v’intendo, lo zelo per la gloria del vostro celeste Padre e la salute delle anime e per insegnarmi la penitenza e la mortificazione non soffre dilazioni. Di già mi insegnate che se voglio davvero santificarmi per la gloria del vostro celeste Padre per la salvezza delle anime devo armarmi ben bene di penitenza e di mortificazioni, ed essere pronta a soffrire dolori, privazioni, sacrifici, umiliazioni per amor vostro. No, non è vita modellata sulla vostra, la vita comoda e senza croci, non è una povertà vera la povertà senza privazioni ed umiliazioni. Mio Gesù, rendetemi forte e stabile e non permettete che sia sparso per me il vostro preziosissimo sangue.
Lettura: Vittoria delle tentazioni.

Diffidare di me stessa, e mettere ogni confidenza nel Signore. Tenermi sempre in continua guerra con l’amor proprio e non far tregua giammai. Star vigilante sulle mie intenzioni e sui miei pensieri.
Esame: Voto di maggior perfezione

Sì, mio dolcissimo Signore voglio proprio incominciare davvero ad osservarlo con maggiore esattezza, con più diligenza. Voglio davvero cercare in tutto il mio operare, parlare e pensare ciò che chiaramente conoscerò essere il più perfetto. Confidando sul vostro s. aiuto mi obbligo ad amare il patire, a vivere una vita mortificata internamente che esternamente, a non cercare il più piccolo sollievo al mio corpo, se non il puro necessario; ad amare e desiderare le umiliazioni, i disprezzi, i maltrattamenti: a ringraziare quando sarò trattata in questo modo; a tenermi per l’ultima di tutti. Mi obbligo ad una sottomissione senza la minima riserva ai miei superiori… ed inferiori ad un’obbedienza senza limiti all’attuale mio direttore. Ad evitare ogni delicatezza; a cercare per me solo le cose necessarie e ciò che mi verrà comandato dal mio superiore. Mi obbligo a offrire sacrifici, privazioni per giovare al mio prossimo e compatirlo sempre; ad essere con lui dolce, paziente; a rendere bene per male. Mi obbligo ad una continua uniformità ai vostri SS. voleri; ad una continua unione con voi. Insomma o mio Signore appoggiata al vostro possente aiuto mi obbligo ad un perfetto adempimento di tutto intero questo SS. voto.

OTTAVO GIORNO.

Prima meditazione. I due stendardi.

Quante insidie, quanti lacci mi tende mai il demonio o mio Dio! Qual nemico è egli mai. Egli non cerca che il mio male, la mia perdizione. Anche sotto l’aspetto del bene, anche nelle stesse cose sante, tenta rovinarmi. Mio Dio illuminatemi e rendetemi forte, il vostro solo stendardo è il solo porto di sicurezza. Il vostro stendardo mi sarà sempre prezioso e caro. Sotto esso mi sarà sempre facile sapere combattere e vincere. Dovesse costarmi i più gravi sacrifici esso sarà sempre la mia guida, la mia divisa, la mia fortezza, il mio cuore, per poi essere la mia gloria, la mia felicità. E per non cadere nelle insidie nemiche, mia sicurezza sarà l’obbedienza. Mio Dio, aiutatemi.
Seconda meditazione. Dei tre stati.

No, mio dolce Signore, mio buon Padre Iddio, una via di mezzo, una mezza virtù, voi non la volete da me. Il puro adempimento di ciò che è strettamente di obbligo lascia un immenso vuoto nel mio cuore. Né il primo, né il secondo stato appaga gli ardenti miei desideri, non sono per me. Voi ben sapete quanto ho sofferto quanto ho voluto tenere una vita ordinaria. Voi ben altro cercate da me. Non solo l’adempimento dei comandamenti e dei precetti, ma anche la pratica la più perfetta dei consigli. Mio buon Dio, a voi sono noti i molti miei desideri che sono pure doni vostri, vi è anche ben nota la mia miseria. Però piena di confidenza nella vostra bontà, vorrei fare grandi cose per voi, la pratica del quale dovesse costarmi i più dolorosi sacrifici. Ma per carità, aiutatemi, sostenetemi.
Terza meditazione: Condotta di Gesù negli ultimi tre anni di sua vita.

Qual ammirabile bontà, qual carità, qual dolcezza e qual mansuetudine è mai la vostra o mio Gesù. Voi tutti ricevete con affabilità, tutti benedite, tutti beneficate anche gli stessi vostri nemici, tutti consolate ed istruite, tutti amorevolmente correggete, non fate distinzioni. Sempre sereno, dolce ed affabile. O amor incomprensibile, o bontà del mio Dio che anche oggi giorno continua nel SS. Sacramento la stessa famigliarità e dolcezza e beneficenza mentre riceve tanti oltraggi. Voi sopportaste e sopportate tutto, compatiste e compatite tutti, o mio Signore. Vi voglio imitare; d’ora innanzi sarà dolce ed amorevole con tutti, compatirò tutti e scuserò l’intenzione, dove non potrò usare l’opera farò del bene a chi mi fa male e zelerò la vostra gloria e la salvezza delle anime, sempre però appoggiata alla vostra grazia.
Quarta meditazione: Sui tre gradi di umiltà.

O mio buon Dio, la morte prima di offendervi. Piuttosto la morte che offendervi deliberatamente, fosse anche con una piccola bugia, con un po’ di impazienza, con una semplice indevozione, ecc. Eleggo il disprezzo, le umiliazioni, la povertà, le croci, la soggezione, onde assomigliare a voi mio divin modello Gesù Crocifisso. Mi riconosco misera, incapace di tutto, piena di colpe e solo degna di disprezzo. Bramo vivere sconosciuta e fra le umiliazioni, per piacere a voi, mio dolce Gesù.
Lettura: Far bene tutte le azioni.

Procurerò imitare la mia cara mamma nel fare ogni cosa a suo tempo con precisione anche le più piccole e le più indifferenti.
Esame: Doveri religiosi

Con l’aiuto vostro voglio, o mio Signore, voglio adempiere tutti i miei doveri religiosi con devozione, rispetto, diligenza, fervore, onde riparare alle molte volte che per il passato li ho adempiti con indivozione, senza fervore e tante volte forse per abitudine.

NONO GIORNO:

Prima meditazione. Gesù Crocifisso, esempio di pazienza.

Immensi sono i vostri dolori o mio dolcissimo salvatore! Voi soffrite in ogni parte del vostro SS. Corpo e della vostra SS. anima. Soffrite da ogni sorta di persone. Soffrite non solo i dolori i più acuti, ma anche ogni sorta di ignominie! Il vostro SS. corpo è una sola piaga, il vostro capo e trapassato da acutissime spine, le vostre mani, i vostri piedi sono trapassati dai chiodi, la vostra bocca e amareggiata dal fiele, i vostri occhi sono pieni del vostro SS. sangue, le vostre orecchie sono assordate da tante bestemmie ed ingiurie; siete calunniato, trattato come il ludibrio degli uomini eppure tutto soffrite in silenzio e senza il minimo lamento. Siete abbandonato dal vostro celeste Padre, afflitto per la vista della vostra cara Madre. Angustiato per la perdita di tante anime che renderanno inutili tanti vostri dolori. Mio dolce Gesù cessate, basta, basta quanto avete sofferto, quanto mi avete insegnato, ora datemi per la vostra misericordia, la grazia di tutto soffrire in silenzio e volentieri per vostro amore. Sì, mio dolce Signore, voglio con voi patire per poter poi con voi godere l’eterna felicità.
Seconda meditazione: Del bene del soffrire in questa vita.

Voi, mio Gesù, la vostra SS. Madre, tutti i più gran Santi passaste tutti una vita crocifissa, piena di travagli, di pene Dunque la via più sicura, la via dei vostri eletti, la via che conduce al Paradiso. La via dei santi è la via della croce. Sì, le croci sono preziose, le croci sono doni e voi quanto più amate i vostri cari, quanto più li volete santi, tanto più li fate patire. L’amor si esercita e cresce solo fra i patimenti. Un amore senza dolore è vano e nulla. La più eccellente azione soffrire, il più grande dono, la più grande e solo degna riparazione è il patire per amor vostro o mio Signore. Il maggior onore che vi posso rendere è patire per voi. L’unica cosa degna di voi sono i patimenti sofferti per amor vostro. La più breve e la più facile via che conduce alla più alta santità è la via crocifissa. Dunque, mio buon Dio, eccomi pronta con la grazia vostra a patire dolori, umiliazioni, contrasti, contraddizioni, persecuzioni, calunnie, disprezzo, sacrifici, perdita delle cose e persone più care, per voi o mio caro e dolce bene. Voi mi avete fatto di già provare più volte le gioie che si provano in soffrire per amor vostro, ma se anche non le avessi provate, mi basterebbe il vostro esempio e il pensiero di far cosa grata a voi. Eccomi pronta a tutto; fate di me ciò che vi piace, ma per carità non mi abbandonate un sol momento.
Terza meditazione: Religioso crocifisso.

Non ho la fortune di essere vera religiosa in qualche chiostro ma voi, mio Dio, spesse volte mi avete fatto conoscere che volevate che vivessi da vera religiosa anche nel secolo. Con l’aiuto vostro, mediante l’osservanza del mio metodo di vita, dei s. voti e promesse che vi ho fatto dietro vostra ispirazione e dei consigli evangelici, voglio condurre una vita mortificata e penitente e veramente modellata sul crocifisso, mio tesoro, mio unico amore.
Lettura: L’amor dei patimenti.

Amerò di soffrire per il Signore. Ogni croce la riguarderò come un dono e ringrazierò di cuore il Signore.
Esame: doveri domestici.

Procurerò di adempire ogni dovere del mio stato con precisione. Mi immaginerò di servire il Signore e la Madonna stessa in persona; quindi farò tutto con premura e con la sola intenzione di piacere a loro. E care mi saranno le occasioni di pazienza, di abnegazione, di sacrificio.

DECIMO GIORNO.

Prima meditazione. La felicità e la gloria dei santi.

La gloria dei santi e degli angeli in paradiso è di essere tutti di Dio e di star con Dio. Il loro alimento e Dio: essi pensano solo a Dio, fanno tutto per Dio, la loro felicità, il loro premio è Dio. Oh, felice stato, o eccellente e preziose gioie! Anch’io voglio essere tutta vostra. Il mondo e niente, solo voi, mio Dio, siete tutto. Ma non possono più offendervi o mio Dio, qual felicità. Anch’io morire voglio piuttosto che offendervi. Che se per il passato ebbi la disgrazia di offendervi, ora sono decisa: voglio fare penitenza. Mio buon Dio, la morte non la temo, anzi la desidero, essa sola mi può veramente unire a voi. Quanto è dolce il servirvi, quanto è cara la pratica della virtù, quanta felicità si gode in amarvi. Vorrei poterlo far conoscere a tutto il mondo la felicità che si gode in servirvi. Voi solo siete e sarete per sempre l’unico vero mio bene, mio amor, mio tesoro, mio tutto. Voi solo appagate tutti i desideri del mio cuore; voi solo rendete tranquillo e contento. In voi solo si trova la vera grandezza.
Seconda meditazione: Amor di Dio

Quanto siete buono, o mio Signore! Quanto dolce e caro! Quanto perfetto e santo. I vostri benefici sono infiniti. Voi per tutta vostra bontà mi avete creata e redenta, mi avete conservata, mi avete fatta nascere nel seno della s. Chiesa. Mi avete donato mille e mille grazie generali e particolari. Tutto ciò che sono, che ho, che mi cade sotto i sensi, tutto mi rammenta l’obbligo che ho di amarvi. Ma in modo particolare devo amarvi con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze perché voi siete tanto buono e siete degno di ogni amore e perché mi avete chiamato al prezioso stato di vostra sposa, ad una vita perfetta che tanto assomiglia la vita stessa degli angeli; perché voi stesso siete degnato farmi da maestro, ammettermi alla santa mensa prima dell’età voluta, e ancor giovinetta concedermi la singolare grazia di potervi ricevere ogni giorno. Oh, la SS. comunione fu la mia forza, il mio sostegno: nella SS. comunione ho imparato a disprezzare il mondo e tutte le cose terrene; a distaccare il mia cuore da ogni cosa, a tenermi continuamente alla vostra s. presenza, a vincere le mie cattive inclinazioni e tentazioni; ad amare voi solo, ad operare per voi solo; a zelare la salvezza delle anime, a prendere tutte le cose dalle vostre SS. mani. A voi è noto che o mio Signore e dalla SS. comunione che io traggo forza e inalterabile tranquillità, che la SS. Comunione è il mio Paradiso su questa terra. Deh, concedetemi la grazia di ricevervi sempre con le dovute disposizioni e di cavarne copioso frutto.
Terza meditazione: Frutto dei santi esercizi

Eccomi giunta, per vostra infinita misericordia, o mio Signore, alla fine di questo s. ritiro. Vi ringrazio infinitamente di tante grazie e di tanti lumi; or degnatevi coronare le vostre misericordie con il concedermi la grazia di mettere in pratica quanto siete degnato di insegnarmi. Mio buon Dio voglio ad ogni costo essere tutta vostra, voglio operare e parlare e pensare solo per voi. No, a costo di qualunque sacrificio non voglio più offendervi, voglio amarvi grandemente su questa terra, per poi avere la bella sorte di amarvi per tutta l’eternità. Odio e detesto il peccato come il solo e maggior male e vorrei vedermi mille volte morta piuttosto che vedermi macchiata anche solo leggermente. No, non voglio più resistere, o mio Gesù, voi solo siate per sempre l’assoluto padrone e re. Sì, mio Gesù, con voi disprezzata, con voi povera, con voi crocifissa, ecco la mia felicità. Datemi per i vostri SS. Meriti la grazia di essere forte fra le contraddizioni, fra i patimenti; datemi la grazia di adempiere tutte le promesse i voti che ho fatto in modo particolare di cercare sempre in tutto la maggior perfezione; datemi o mio buon Gesù la s. Perseveranza. Fatemi santa e santa davvero, affinché giunto quel giorno tanto desiderato, mi troviate pronta e ben preparata per dedicarmi tutta senza riserva per procurare la vostra gloria e la salvezza delle anime. Mia buona mamma, vi ringrazio tanto; continuatemi la vostra protezione. S. Giuseppe, santi tutti, Angelo custode continuate a pregare per me.
Mio stato generale nel tempo s. Esercizi.

In questi santi esercizi non provai che tre volte consolazioni sensibili, ma il buon Dio mi concedette un grande raccoglimento e tranquillità continua che nemmeno un momento mi sono trovata o distratta o menomamente turbata. Nel tempo della s. meditazione non ragionavo sopra il soggetto perché mi era impossibile, non facevo che mettermelo davanti e in un momento era tutta piena di esso e subito seguivano gli effetti e le risoluzioni, ecc.
Mi pareva che sempre il buon Dio mi chiamasse alla pratica di una vera e perfetta vita interiore e a farmi santa davvero nel tempo che mi trovo al servizio per essere pronta e preparata dopo a mettermi con tutto l’impegno all’impianto di mia istituzione di carità.

ISTITUZIONE

Questa istituzione dovrebbe zelare l’onor di Dio e la salvezza delle anime e l’istruzione della gioventù. Dovrebbe prestarsi ad ogni bisogno spirituale e anche corporale del prossimo. In essa dovrebbe però essere unita la vita attiva e contemplativa.