Comunità capaci di scegliere la cura
” Non cercare un senso a tutto,
perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
perché la natura è un libro di parole misteriose
dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l’asfalto,
lo spettacolo del firmamento.
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento.
È la legna che brucia,
che scalda e torna cenere.
La vita è l’unico miracolo
a cui non puoi non credere”
Dopo l’ascolto di queste ed altre parole del canto “abbi cura di me” di Cristicchi, il secondo giorno è trascorso alle prese con la realtà importante della cura.

Dopo un periodo come quello trascorso che ha messo a dura prova le nostre comunità, appare sempre più fondamentale che le nostre comunità siano luoghi di cura.
Una cura che è verso se stessi e che porterà a conoscere le proprie fragilità e vulnerabilità, a riconoscere tutti quei gesti di cura che ci hanno fatto crescere , a individuare le ferite che a volte la vita infligge.
Una cura che abbiamo compreso diventa elemento per costruire delle comunità che siano luoghi di amicizia, luoghi di crescita nello stile di famiglia, luoghi di fraternità e di condivisione.
Una cura che ci ha guidato a cercare e riconoscere quei gesti di cura che rendono migliore la vita e quelli capaci di far fiorire ogni sorella.
Al termine del lavoro a gruppi e dopo un proficuo e ricco scambio abbiamo terminato il pomeriggio con la celebrazione dell’Eucaristia.
