Il 24 ottobre è stata presentata l’enciclica “Dilexit nos. Il cuore di Cristo e il bisogno del mondo”, che ci mostra il cuore del magistero di Papa Francesco e ci riporta al cuore della nostra spiritualità, invitandoci ancora una volta a radicarci nel Cuore di Cristo.
Accogliamo con gioia questo testo e condividiamo, insieme al link al testo integrale, alcuni spunti di rilettura, per cominciare ad approfondire i contenuti dell’enciclica.

https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/20241024-enciclica-dilexit-nos.html

https://www.avvenire.it/papa/pagine/sintesi-enciclica-sul-sacro-cuore

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/alla-sorgente-della-pace

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2024-10/ci-ha-amati-enciclica-del-papa-sul-sacro-cuore-di-gesu.html

Quando in una famiglia si accoglie una nuova vita c’è gioia per questa nuova esistenza, c’è un clima di novità, c’è una quotidianità che si ravviva di allegria e, soprattutto, ci sono volti stupiti da tanta bellezza e da un mistero di cui, nonostante non se ne comprenda la profondità, si gode fin nelle viscere. 

E, giorno dopo giorno, nella vita familiare si cambia ritmo e si creano nuove abitudini; soprattutto viene richiesto l’impegno di tutti perché questa nuova creatura trovi il proprio spazio per essere.

La stessa esperienza accade per una famiglia religiosa, quando nuove donne decidono di dire sì a Dio e al Carisma della Congregazione: c’è festa, gioia, speranza di novità, che esprimono ciò che le parole non sanno dire. Abbracci, stima, missione condivisa, cammino comune per rendere vivo il Regno di Dio sulla terra, anche nella fatica e nelle difficoltà che richiede la vita “insieme”. 

Anche noi oggi, 24 agosto 2024, festeggiamo e accogliamo queste due giovani donne, sr Augustine e sr Justine, con tutto il loro desiderio di dire “sì” a Dio con la propria vita seguendo le orme e il Carisma di Madre Laura Baraggia. Come la nostra fondatrice, che ha saputo fare della sua vita un continuo impegno d’amore per Gesù e per gli uomini e le donne, si sono impegnate davanti alla Chiesa congolese di Kinshasa e nelle mani di madre Nuccia a donare la loro vita con gioia e generosità. 

Grazie del vostro sì a Dio e alla nostra Famiglia religiosa.

Grazie a chi, con impegno e dedizione, vi ha seguite nel cammino di formazione, per aiutarvi a scoprire quanto è bella la vita nella sequela di Gesù, quanto è bello donare la propria esistenza alla Chiesa universale di cui si è fatta anche una breve esperienza, nei giorni precedenti la professione, con la visita alla nostra missione dell’arcivescovo mons. Mario Delpini che ha voluto celebrare l’Eucarestia nelle nostre comunità missionarie.

Vogliamo condividere tre spunti di riflessione che Père Nestor, missionario della Consolata e parroco della Parrocchia Mater Dei di Kinshasa, ha donato a sr Justine e sr Augustine nella sua omelia:

  • I nomi delle sorelle neoprofesse richiamano i Padri della chiesa, sant’Agostino e san Giustino. Possano essere i loro patroni e testimoni per diventare sante a loro volta.
  • Seguendo il richiamo del profeta Geremia nella prima lettura, è chiaro l’invito a non avere paura: ovunque andranno, affrontino la realtà seguendo sempre il Signore, senza avere paura della vocazione che il Signore offre loro, perché è la loro vita che si deve realizzare.
  • Si sentano inviate dal Signore. In qualsiasi posto in cui saranno mandate, forte deve essere la consapevolezza che è il Signore a inviarle. Nella loro missione non cerchino le comodità, il successo, l’approvazione altrui, le tecnologie più raffinate per creare e mantenere le relazioni: l’unica cosa di cui bisogna preoccuparsi è testimoniare e rendere presente e vivo l’amore misericordioso di Dio. 

Facciamo nostri questi semplici consigli, perché tutte noi suore, nonostante i molti anni di vita religiosa, abbiamo sempre bisogno di essere sollecitate a compiere un autentico cammino di santità, vivendo con gioia e gratitudine la nostra appartenenza al Signore. In attesa che altre ragazze, altre donne si lascino affascinare dal “bel volto” di Gesù, noi continuiamo a pregare e a testimoniare la bellezza della vita consacrata.

Sono quarant’anni che le nostre suore calpestano la terra rossa della Repubblica democratica del Congo.

Chi di noi è in quella terra da tanto tempo, conosce molto bene gli usi, i costumi e le questioni politiche ed economiche… eppure tutto il lavoro e il tanto bene fatto e condiviso non bastano ad aiutare significativamente questa terra… ma ogni singolo gesto fatto ad ogni singolo uomo, donna e bambino che ha varcato le nostre case ha fatto molto… e passo dopo passo il bene genera bene… e a lungo andare genera cambiamento.

Non possiamo non condividere il chiaro ed esplicito documentario del programma NewsRoom di RAI3, con il titolo “La Guerra Mondiale del Congo” del 07/08/2024.

Conoscere la storia di ieri e di oggi, i drammi e le sofferenze che questi popoli hanno vissuto e che stanno tuttora vivendo, nascosti nelle loro fatiche e forse dimenticati da tutti, aiuta a fare in modo che questa terra sia meno sola e trovi coraggio per fare scelte che possano eliminare radicalmente ciò che rovina una terra così bella… Lasciamo la parola alle immagini e alle parole di questo video:

https://www.raiplay.it/video/2024/08/Newsroom—Puntata-del-07082024-8fa1f5c1-b5f9-4da1-a165-70a7fe79038f.html?wt_mc%3D2.app.wzp.raiplay_vod_NewsRoom_La+Guerra+Mondiale+del+Congo+-+07%2F08%2F2024.%26wt

Un percorso segnato dalla bellezza, significato dal cogliere i valori di quegli sguardi in cui “si intravede l’infinito”, come cantava qualche anno fa Franco Battiato. Bellezza negli sguardi di fraternità che abbiamo vissuto tra noi sorelle della Famiglia del S. Cuore di Gesù in alcuni giorni condivisi, in un piccolo ma ricchissimo percorso toscano, nella serenità e spontaneità del cercare di valorizzare il dono di essere insieme, parti di uno stesso disegno e di una stessa vocazione.

Bellezza accolta con meraviglia, con stupore grato, dagli sguardi che a Firenze, culla dell’arte italiana, della lingua e della nostra cultura, ci ha condotte ad ammirare monumenti, opere, piazze e strade, sfumature, colori… Bellezza nella storia, nell’arte, bellezza come dono scaturito dalle mani, pazienti e dotate, di uomini che hanno saputo, attraverso di essa, dire anche la fede.

Bellezza negli sguardi dei testimoni che abbiamo incontrato…

Suor M. Paola, della fraternità dei monaci di Gerusalemme: uno sguardo semplice e aperto che sa raccontare la bellezza di una vita data a Dio, alla ricerca del silenzio profondo dell’incontro con Lui pur nella frenesia del ritmo della città, e la passione del desiderio di riconoscerlo nei viandanti di oggi, nei giovani alla ricerca di risposte di senso alle loro domande…

Don Luigi Verdi, della fraternità di Romena: uno sguardo accogliente, intriso di verità, che racconta della sua storia e della storia di un luogo diventato crocevia per molti che cercano consolazione, pace, risposte, che cercano fratelli e sorelle accoglienti, che trovano anche provocazioni, verità, magari forti ma che vogliono portare a fiorire. Come un ramo di mandorlo…

I “ragazzi” di Don Lorenzo Milani, a Barbiana: sguardi pieni di gratitudine per essere cresciuti alla scuola di un maestro appassionato della verità, dei giovani, della storia, del presente. Portano negli occhi forse il riflesso di quell’attenzione e quella passione con cui il priore (come abitualmente lo chiamano) li guardava conducendoli ad affrontare e a capire la vita.

Rendiamo grazie per questa Bellezza e per questi sguardi incontrati e accolti.

Siano ora i nostri sguardi e i passi che continuano il cammino capaci di portare la bellezza che rimanda all’Infinito.

Due giorni animatrici di comunità a Mortara

Fidarsi

Darsi una Phi

darsi 𝛟

la ventunesima lettera greca

Darsi una fessura

in cui lasciar passare il mondo

per farsi fecondare dal mondo.

Darsi una finestra a cui affacciarsi

per vedere

Darsi una ferita

Se siamo blindati ciechi come una fortezza

è l’unico modo per far entrare la luce

(Parole sotto sale- piccolo vocabolario poetico Claudia Fabris)

Ascolto e visione di un’ouverture, Nadia, ovvero mamma piena di vita nella fragilità, poesia, film “Non così vicino”, Rut e Noemi… due giorni creativi per parlare della profezia della fraternità fragile.
Partiamo dalla fine. La presentazione biblica del capitolo 4 del libro di Rut ha permesso di leggere la vita non solo di Noemi e Rut ma anche quella del protagonista del film Otto. Vite provate dal dolore per la perdita di persone care, significative. Vite vissute nell’amarezza del vivere e nella solitudine. Vite stanche e vuote, fragili aperte all’altro, alla relazione, in cammino per essere per altri senza saperlo, scomparendo ma lasciando un segno di bontà che non si ferma, a cascata si propaga ad altri, diventando così aperto al futuro, un futuro lieto di speranza.
Rut, Noemi e Otto ci hanno insegnato che la fragilità ci appartiene, tutti siamo fragili, ma in questa situazione siamo generativi. La fragilità ha in sé il potenziale per suonare una grande e bella sinfonia insieme ad altre fragilità, intrecciando relazioni di fiducia. Guardare la diversità, la fragilità non come qualcosa che appesantisce, frena, ci fa fare fatica, ma come qualcosa di normale, espresso nel vivere quotidiano, spazio per essere e cercare e creare equilibri. In cammino per passare dalla cecità di una vita vuota alla luce di una vita piena, significativa. Qui inseriamo la testimonianza di vita della signora Nadia, mamma di Umberto, ragazzo con una patologia rara, che ci ha consegnato la sua vita con semplicità e serenità. Donna che ha saputo leggere con realismo la realtà del figlio e cercare la modalità per farlo esprimere e crescere. Ha incontrato la realtà di esagramma, realtà dedita all’educazione orchestrale inclusiva, dove la fragilità è condivisa, superata. La fragilità diventa sinfonia e bellezza di crescita per tutti. La fragilità è vista come quella mano nel cappello che tira fuori il jolly, il meglio di ognuno nel rispetto e nel riconoscimento della persona con le sue caratteristiche sia di fragilità sia di talenti.
Ringraziamo suor Simona e sr Alessandra per la creatività del percorso.
Ringraziamo Nadia e Umberto per essersi consegnati a noi.
Ci ringraziamo reciprocamente perché nei vari laboratori svolti in gruppo, ognuno ha dato il suo contributo e condiviso riflessioni arricchendo la visuale dell’altra. insieme facciamo 100, ognuna da il contributo che può dare ma l’importante e che lo dia in modo totale.

Santa Messa nel centenario della nascita al Cielo di Madre Laura Baraggia

Lunedì 18 dicembre 2023 – dopo i numerosi pellegrinaggi parrocchiali a Casa Madre e al Centro Madre Laura, casa natale della venerabile, e la serata musicale che ci ha fatto entrare nella sua spiritualità – le celebrazioni per il centenario della nascita al cielo di Madre Laura sono culminate nella celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Milano S. E. mons. Mario Delpini presso la chiesa parrocchiale di Sulbiate.

Grate di questa preziosa occasione, riportiamo di seguito il testo integrale dell’omelia dell’arcivescovo.

Che cos’è questa inquietudine?

Che cos’è questo incompiuto che avvolge ogni cosa con un velo di malinconia, se non proprio di disperazione? Che cos’è questa insoddisfazione che non si lascia sradicare né dai risultati ottenuti né dall’apprezzamento degli altri? Che cos’è questa inquietudine che mette a disagio anche nelle situazioni più favorevoli?

Ecco, per esempio Zaccaria: un sant’uomo, come si direbbe, giusto davanti a Dio e irreprensibile nell’osservare le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non aveva figli. Un sant’uomo che porta dentro una specie di insoddisfazione inguaribile.

Ecco, per esempio Noemi e Rut: due donne buone, affettuose, laboriose. Ma vedove, senza figli. Vite segnate da desideri e aspettative che sono state deluse.

Ecco, per esempio la giovane Laura Baraggia: una ragazza sensibile, virtuosa, di brava famiglia. Ma continuamente segnata da un senso di inadempienza: non amo abbastanza Gesù crocifisso, il mio direttore spirituale non mi aiuta abbastanza, la scelta di scelta della vita consacrata come Orsolina non corrisponde abbastanza al modo di intendere la propria vocazione.

Insomma che cosa sono questa insoddisfazione, questa inquietudine, questa malinconia?

C’è una radice cattiva.

Questi atteggiamenti possono venire da una radice cattiva. Ci sono infatti persone che non si trovano bene da nessuna parte, che si sentono sempre scontente e che hanno sempre da criticare tutti: sono a disagio quando sono da sole e quando sono insieme, si lamentano di avere famiglia o di non averla, di essere in una comunità o di essere in un’altra.

Ecco c’è una radice cattiva dell’insoddisfazione che si può chiamare l’individualismo: uno si sente il centro del mondo e gli sembra che quello che riceve non sia mai abbastanza, che gli altri non lo considerino abbastanza, che non lo amino abbastanza, che i risultati non corrispondano abbastanza al suo impegno e alle qualità che crede di avere.

Ci sono persone che si condannano all’infelicità, perché sono vittime della propria presunzione e della propria ottusità: ignorano la verità della vita e si ostinano a pretendere l’impossibile.

Dentro il mistero dell’amore

Ma la verità della vita è che abbiamo ricevuto una annunciazione. Un angelo di Dio ci ha sorpresi in un momento improbabile e ci ha portato una parola da parte di Dio. Siamo stati chiamati. La vocazione è un principio di inquietudine: ci chiama a uscire fuori dalla rassegnazione, ci chiama a reagire alla mediocrità, ci chiama a lasciarci trasfigurare dal mistero dell’amore che si manifesta con il suo fascino inesauribile e ci attrae con la promessa, la dolcezza, l’altezza vertiginosa della pienezza della vita.

Così Zaccaria riceve l’annunciazione che la sua santa vecchiaia non è orientata all’inevitabile declino, ma a una inattesa fecondità.

Così Noemi e Rut si mettono in cammino per rispondere a una misteriosa chiamata all’inedito che sarà all’origine della stirpe di Davide, da cui viene Giuseppe, figlio di Davide, chiamato a dare il nome a Gesù, il Salvatore.

Così Laura Baraggia porta a compimento la sua vocazione all’amore non nel riuscire ad amare abbastanza, ma nel lasciarsi amare totalmente da Gesù, contemplando il cuore trafitto di Gesù, il Sacro Cuore.

2 febbraio 1879: “Coraggio, Laura, Io sono con te e tu dal mio Cuore otterrai lumi, forza, aiuto, soccorso… Non temere!»

Forse anche per noi, forse anche oggi sarà mandato un angelo di Dio per una nuova annunciazione.

Nella vita di tutti i giorni, nel servizio abituale che ci viene chiesto, come è capitato a Zaccaria nel tempio di Gerusalemme, forse in quell’ordinario un po’ ripetitivo e noioso, un po’ rassegnato e scontato viene un angelo di Dio per chiamare per un oltre impensato.

In un momento drammatico, dentro una tristezza profonda, come è capitato a Noemi e a Rut, quando la vita si è rivelata una delusione, forse tra quelle lacrime viene un angelo di Dio per chiamare a un futuro insperato.

Non si sa, forse in un momento qualsiasi e improbabile, arriva per noi un invito, una chiamata alla santità, cioè a lasciarsi amare di più, a consegnarci con questa nostra vita incompiuta al compimento dell’amore.

Coraggio, Laura, io sono con te”

Coraggio fratello, sorella, il Signore è con te e dal suo Cuore avrai lumi, forza, soccorso: ti chiamo alla santità.

Meditazioni in canto sui testi di Madre Laura

I Santi rischiano a volte di essere guardati, da una parte, come coloro cui si ricorre nei momenti più difficili e di disperazione, dall’altra come persone irraggiungibili, talmente idealizzate e perfette da farci quasi credere che sono vissute in un altro mondo e davanti alle quali noi riusciamo solo a dire: “Ma io non sarò mai così…”. Ciò che desideriamo fare invece venerdì sera è esattamente il contrario, vogliamo cioè guardare a un modello di vita e di umanità, al suo percorso, come una strada tracciata anche per noi, per ciascuno di noi. Tra pochi giorni celebreremo il centenario della morte della Venerabile Laura Baraggia (nella fede diciamo: la nascita al cielo); una donna come tante del suo tempo, una persona cristiana come noi che ha saputo vivere sulla strada del Vangelo di Gesù, una consacrata che ha fatto di tutta la sua vita un dono per Dio e per i fratelli. Non una donna straordinaria, ancora oggi sconosciuta nella gran parte del mondo, ma che noi sappiamo ha vissuto con intensità ogni sua esperienza e mettendo amore in ogni cosa, che ha camminato sulle nostre strade, proprio quelle dei nostri paesi, di questa campagna milanese, che si è lasciata condurre mettendosi nelle mani del suo Sposo divino. Ci lasceremo condurre anche noi: ascolteremo il racconto di alcuni momenti significativi della vita di Madre Laura, ascolteremo le sue preghiere, le sue fatiche e le sue conquiste, sentiremo l’intensità dell’amore che sgorga dal suo cuore e insieme renderemo grazie per l’opera che Dio ha compiuto in lei, attraverso di lei, e che oggi continua nel piccolo segno della nostra presenza. Anche i canti che collegheranno le narrazioni saranno approfondimenti dei messaggi che vorremmo lasciarvi; i testi di alcuni di essi sono tratti dagli scritti di Madre Laura.

Buon ascolto e buon cammino del cuore!

Rinnovazione dei voti di sr Marinella

Oggi, 8 dicembre insieme a sr Marinella celebriamo il nostro sì a Dio. Vivere insieme, come famiglia del Sacro Cuore e come comunità cristiana, il sì di Marinella è un po’ rivivere il sì di Maria.
Il desiderio di Dio di non perdere i suoi figli nonostante il rifiuto da parte dell’uomo (Genesi 1) è sempre stato al centro dell’agire di Dio, egli non si è mai arreso.
Dio è innamorato dell’uomo e fa di tutto per sedurre colui/colei che ama.. e lo fa fino a dare la vita. Cerca qualcuno che possa dire sì e lo trova in Maria. Nonostante la paura che Maria ha provato davanti alle parole dell’angelo non si lascia frenare e dice sì nonostante la sua piccolezza e fragilità di donna.
Del resto chi può essere all’altezza delle richieste di Dio?
Il brano di Vangelo che oggi abbiamo letto e che don Alessio Albertini ci ha commentato, ci lascia due indicazioni che vogliamo regalare a sr Marinella e a noi:
1) Sii donna coraggiosa, capace di affidarsi alle mani di Dio.. sr Marinella fidati di Dio, non ti farà cadere!
2) Maria dopo che ha detto di sì, si mette a servire andando da sua cugina. Se vuoi vivere con Dio, devi vivere il servizio come Gesù ha fatto con i suoi discepoli, lavando i piedi. Il servizio è il DNA di Dio!
Grazie a Dio, a sr Marinella e a tutti perché è bello essere persone che sanno dire sì a Dio.

Lunedì 18 dicembre 2023 ricorrerà il centesimo anniversario della nascita al Cielo di Madre Laura Baraggia, fondatrice della Famiglia del Sacro Cuore di Gesù.

“Ed ora un ultimo sguardo a Lei nel letto della morte, che vinta dal male, ma non dalla stanchezza, dimostrò ancora il suo spirito vigile ed attento ad ogni cosa più minuta; Essa prega, e l’ultima preghiera che rivolge al Signore, è che voglia benedire sempre alla sua Congregazione; parla ancora e le uniche parole interpretate che rivolge a persone di fiducia, sono per raccomandare la sua Congregazione: fa un ultimo segno colla mano, ed è per benedire alla sue figlie prostrate intorno al suo letto, le quali intendono in quel gesto muto la piena di quel cuore materno”.

(dall’omelia di don Arturo Stucchi al funerale di Madre Laura)

Per rendere grazie per il dono della vita della venerabile fondatrice, proponiamo a tutti un percorso di preghiera e approfondimento sulla figura di Madre Laura, in particolare

  • dal 1 al 15 dicembre sarà possibile recarsi in pellegrinaggio alla tomba di Madre Laura nella cappella di Casa Madre, dove le suore animeranno un momento di preghiera, sarà anche possibile visitare la camera di Madre Laura e il museo allestito presso la Casa Natale a Sulbiate superiore
  • venerdì 15 dicembre presso il Cineteatro Nuovo di Arcore proporremo “Fra le braccia tue”, una serata di meditazioni in canto sui testi di Madre Laura, animata dai cori parrocchiali delle comunità dove sono presenti le nostre suore
  • lunedì 18 dicembre santa Messa presieduta dall’Arcivescovo, sua Eccellenza monsignor Mario Delpini nella parrocchia di Brentana di Sulbiate

Anno2023 : La giornata missionaria mondiale è sempre un invito e uno stimolo per aprire la testa e il cuore verso il mondo dell’altro e al mondo intero.

Papa Francesco ci consegna il suo messaggio con queste parole: 

Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35): «Cuori ardenti, piedi in cammino». Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto.’

  1. Cuori ardenti «quando ci spiegava le Scritture». La Parola di Dio illumina e trasforma il cuore nella missione. 

Anche per noi suore della Famiglia del Sacro Cuore di Gesù che viviamo in RDCongo, la Parola di Dio ci illumina e ci trasforma nell’ascolto e nella meditazione quotidiani, nell’annuncio e nella condivisione con i cristiani delle comunità di base, con l’animazione e la catechesi in Parrocchia.

È dal nostro ascolto e trasformazione che prendiamo forza e coraggio, per annunciare r ‘far amare’ il Vangelo e la persona di Gesù.

  1. Occhi che «si aprirono e lo riconobbero» nello spezzare il pane. Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione.

Ogni giorno, al mattino molto presto, ognuna di noi cerca l’incontro con Gesù Eucarestia, per rendere grazie, per riconoscerLo allo spezzare del pane e per rimotivare il nostro ‘spezzare’ tempo, vita, pane, lavoro con la gente che ci circonda e che incontriamo. 

‘Spezzare’ è una parola dura, ma è l’invito che Gesù ci insegna e ci ripete ogni giorno: spezzati per gli altri con la tua presenza, con il tuo ascolto, con la tua condivisione. È in questo momento che la condivisione si fa concreta e diventa carità: amore che si spezza.

  1. Piedi in cammino, con la gioia di raccontare il Cristo Risorto. L’eterna giovinezza di una Chiesa sempre in uscita.

Noi, come Chiesa, siamo chiamate ad essere in cammino, a condividere con il popolo di Dio in ‘terra di missione’ la vita nelle sue varie opportunità. Talvolta il popolo che cerca Dio arriva fin a casa nostra qui in RDCongo, ma anche nelle nostre strade e nelle nostre case d’Europa. L’annuncio più vero è l’accoglienza gentile e benevola, che esprime il desiderio di Bene, di Bello e di Buono che il messaggio evangelico ci fa tradurre nella semplicità. Camminare, raccontare, vivere nel bene produce solo PACE e serenità, un valore prezioso in questo momento.

Conclude Papa Francesco: 

Ripartiamo dunque anche noi, illuminati dall’incontro con il Risorto e animati dal suo Spirito. Ripartiamo con cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino, per far ardere altri cuori con la Parola di Dio, aprire altri occhi a Gesù Eucaristia, e invitare tutti a camminare insieme sulla via della pace e della salvezza che Dio in Cristo ha donato all’umanità.’

Sia questo il nostro desiderio di RIPARTIRE ogni volta, dopo una sconfitta, ma pure dopo una conquista… perché il mondo creda che Gesù ci sta salvando e vuole la nostra felicità.