Pellegrinaggio al S. Crocifisso di Como e apertura delle celebrazioni del centenario della nascita al Cielo di madre Laura

Il pellegrinaggio di oggi alla Basilica del SS. Crocifisso a Como apre le celebrazioni per il centenario della nascita al cielo di madre Laura.

Abbiamo scelto di avviare la novena di preghiera a madre Laura in questo luogo per mettere al centro l’amore della fondatrice per il Crocifisso, amore che affonda le sue radici nell’infanzia di Laura, quando il piccolo Crocifisso di legno posto sulla parete della camera le rivolge la prima chiamata a “consolare” il Cuore di Gesù.

Il Crocifisso di Como, cui è legato il miracolo della rottura delle catene tra san Bartolomeo e san Rocco, segna per ciascuno di noi il cammino del rompere le catene del peccato, dell’egoismo, dell’indifferenza… il valore salvifico della croce continua nel fatto che la basilica è stata designata come basilica della Misericordia e invita anche noi a lasciarci incontrare dalla misericordia del Padre e ad esserne a nostra volta portatori.

Accompagnano questo nostro pellegrinaggio 3 crocifissi appartenuti a Madre Laura, 3 reliquie che ci dicono quanto Laura si è lasciata trasformare dalla croce sulla quale Gesù ha mostrato fino a che punto può arrivare l’amore di Dio per l’uomo.

Il nostro pellegrinaggio si inserisce nel contesto della festa di San Luca, che ci richiama con la sua passione per Gesù e con il suo desiderio di farlo conoscere ad altri. Luca scrive per consolidare la fede di quanti sono già cristiani, sentiamo dunque la sua parola rivolta in particolare a noi, ai nostri tempi in cui c’è bisogno di un secondo annuncio, che aiuti le persone a riscoprire Gesù, a far rinascere in loro il desiderio di Dio.
La pericope di oggi in particolare, con l’invio dei 72, ci coinvolge in prima persona, parla al nostro desiderio di trasmettere la fede e alle nostre paure e timori di non essere adatti: la nostra missione non è quella di convertire, ma di preparare la gente all’incontro con Gesù, ci vengono affidati pochi messaggi, non un grande discorso, ma il dono della pace e l’annuncio della prossimità del Regno. Il suo messaggio non sono parole, il suo messaggio siamo noi quando portiamo pace, quando sappiamo accogliere il dono degli altri per quel che sono, senza volerli cambiare, quando siamo sereni… non importano le nostre parole, ma l’amore che metteremo in quel che faremo.

La nostra preghiera si fa intercessione, chiedendo la pace per tutto il mondo e la guarigione per tutti gli ammalati che portiamo nel cuore.

Cammini di liberazione nel libro dell’Esodo

Dall’Esodo del popolo d’Israele, all’esodo nella nostra vita… tra grida e canti ci incamminiamo per un percorso di liberazione. Quest’anno il percorso spirituale della Famiglia del Sacro Cuore di Gesù si propone di muovere dei passi tra le pagine dell’Esodo, accompagnati dalla pastora battista Lidia Maggi, che ci aiuterà ad approfondire il testo biblico con voce di donna.La proposta dei ritiri, con cadenza mensile, è un offerta che la Congregazione fa non solo alle suore, ma a quanti dalle nostre comunità e dal territorio sono interessati a un approfondimento biblico e spirituale, a quanti hanno in cuore un grido da rivolgere al cielo e un canto di lode da intonare nel cammino.

Vi invitiamo nella nostra Casa Madre di Sulbiate per il primo appuntamento sabato 21 ottobre dalle 9.30 alle 11.00.

9 ottobre 2023 – Rinnovazione dei voti di sr Marta

Dalle parole di don Carlo Rossini:

Il Salmo 138 è, per eccellenza, il salmo della vocazione: l’inizio, stupendo, che stasera non abbiamo ascoltato è “Signore tu mi scruti e mi conosci”: il salmista innalza un  canto di gioia perché Dio lo conosce fino in fondo, lo ha fatto come una meraviglia stupenda, si sente conosciuto nel profondo e custodito nel cammino.

Credo che questi siano anche i tuoi sentimenti, carissima suor Marta, nel rinnovare la tua consacrazione al Signore: Lui ti conosce fino in fondo, più di quanto tu stessa non ti conosca, per questo puoi fidarti pienamente di lui!

E questa profonda conoscenza è quella che Paolo confida a Timoteo, dicendo a questo suo discepolo diventato confratello nell’episcopato, la scoperta piena di meraviglia di scoprirsi scelto da Dio come collaboratore, non per i suoi pregi, non nonostante i suoi difetti, ma proprio a causa dei suoi difetti: per tutti, anche per il Signore, è facile amare una brava persona, scegliere uno come amico o compagno di vita per le sue virtù, cercando così di sopportarne i difetti. È invece proprio di Dio amarci là dove si manifesta il nostro peccato, là dove sbagliamo, là dove è evidente la distanza tra noi e lui.

Cara suor Marta, a ogni rinnovo dei voti si è sempre più consapevoli dei propri difetti e ci si sente sempre più indegni della propria vocazione. Sei chiamata ad essere testimone di questo amore tanto grande quanto immeritato. 

Infine, questo brano di Vangelo ricorda a tutti noi battezzati qual è il nostro compito nel mondo: essere uomini e donne radicati nella fede in Dio, e per questo proiettati nel futuro… Il cristiano è chiamato a rimanere in ascolto della voce dell’unico Signore, senza farsi confondere da altri..

Carissima Suor Marta, è anche il nostro ringraziamento per la tua presenza e la tua testimonianza e, contemporaneamente, l’augurio che ti facciamo per la tua vita che oggi metti nuovamente nelle mani del Signore.

Un invito poi a tutti gli altri presenti: dobbiamo pregare di più per le vocazioni e renderci più disponibili. Il senso dell’essere cristiani sta nel chiedersi “Signore, cosa vuoi che io faccia? ”, a titolo personale anzitutto e come comunità che educa al Vangelo.

Festa!

Festa perché ci vediamo all’inizio di un nuovo anno pastorale.

Festa per ricordare i nostri giubilei di vita consacrata.

Festa perché consegniamo una programmazione piena di stimoli per i prossimi passi di congregazione.

Il tutto accompagnate da Maria nel giorno della festa della Madonna del Rosario.

Padre Sergio oggi ci ha consegnato, attraverso il brano di Vangelo della liturgia di oggi queste parole: “Rallegrati piena di grazia”. Può esserci una vita religiosa senza rallegrarsi? Non ha senso se non c’è la gioia. Quando incontra il Signore, una persona sta bene con sé e con gli altri. Rallegriamoci per la presenza del Signore nelle nostre vite. La gente non vuole vedere persone consacrate perfette… vuole vedere persone gioiose, gioiose perché hanno incontrato il Signore. Essere vivi: gioite! Rallegratevi! Abbiamo più di quello che ci manca, siamo piene di grazia! Il punto sta nel dirsi che Dio abbiamo incontrato nella vita: se abbiamo conosciuto un Dio misericordioso, che ci ama, che sta con noi, allora abbiamo conosciuto il Dio giusto e siamo dentro il cammino giusto come discepole.

“Il Signore è con te”: quando il Signore è con te? Quando va bene? Quando siamo forti? No! È con noi sempre! Maria lo sapeva che Dio era con lei anche nelle fatiche. Dobbiamo dircelo tra sorelle, nelle nostre comunità: il Signore ci dona forza, il Signore è in mezzo a noi!

“Non temere”: la vita religiosa dovrebbe essere il luogo della non paura. Il timore di Dio, dice che il Signore c’è, che si può tenere conto della sua presenza. Non avere paura perché il Signore ha pensato per te una grande storia, una vita piena. Se ci sentiamo perdonate, quale paura possiamo avere? Non sentiamoci escluse da Dio! Madre Laura intercede per noi, e sorride a noi per la nostra fedeltà,  perché viviamo in comunione tra noi e con Lui.

“Nulla è impossibile a Dio”: nelle difficoltà, il Signore rende possibile il nostro impossibile. Il Signore può rendere possibile ciò che per noi è difficile.

Cosa chiederemmo a Dio se avessimo un desiderio per la nostra vita consacrata?

Vocazioni, saggezza, sapienza comunitaria… ma più di tutto chiediamonil dono della sororità.

La vita religiosa è quando costruiamo fraternità, è l’augurio che ci facciamo: costruiamo affetti che ci faciano sentire a casa nelle nostre comunità.

Sororità: non compagne di casa, non come coinquiline ma come sorelle che vogliono amare come Dio.

È questo il titolo del Capitolo Generale della nostra Congregazione “Famiglia del S. Cuore di Gesù” che si celebrerà a Casa Madre, in Brentana, a partire dal 5 luglio prossimo (e si concluderà il 30 luglio con la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini).

Vorremmo provare a spiegare in modo semplice ed efficace che cosa è un Capitolo Generale.

Anzitutto è un evento dello Spirito che convoca la Congregazione a mettersi in ascolto e a lasciarsi guidare da Lui. Sarà quell’ascolto della Parola di Dio e della Chiesa che lo Spirito stesso suggerirà, ma sarà anche ascolto delle domande e delle attese del mondo attuale, ascolto della realtà e sguardo rivolto alla storia di oggi. Ci metteremo con umiltà e disponibilità in ascolto delle attese che il presente ha nei confronti della Vita Consacrata e guarderemo con oggettività alla nostra realtà di Famiglia religiosa, con i suoi numeri e le sue potenzialità, con la sua voglia di donazione ma anche con le sue innegabili fragilità.

Operativamente il Capitolo è un atto di obbedienza alla Chiesa che chiede alle persone consacrate a Dio di fermarsi per una riflessione e verifica, un rinnovamento e una risposta d’amore nuovamente totalizzante. Ciò avviene ogni 6 anni, un periodo di tempo capace di interpretare il cammino continuo della storia e le modalità di incarnarsi in essa.

Ogni congregazione religiosa vive il Vangelo secondo un carisma particolare, donato dallo Spirito alla Fondatrice e ad ogni membro della Famiglia religiosa, ma come dice spesso Papa Francesco il carisma “non è acqua distillata da custodire in bottiglia”, bensì dono dinamico consegnato a tutti per il bene di tutta la Chiesa e l’umanità. Per questo il Capitolo è un mettersi anzitutto in ascolto della Parola di Dio, della Chiesa, dei segni dei tempi per reinterpretare e vivere oggi il carisma che ci contraddistingue e per questo stesso motivo è bello che tutta la Chiesa e i fratelli battezzati nelle comunità ne siano a conoscenza e ne siano coinvolti.

Gli obiettivi principali per noi infatti sono quelli di

  • Ridare vita alla nostra appartenenza alla Chiesa, diventando sempre più consapevoli di essere segno di comunione e di annuncio, scegliendo uno stile di sinodalità.
  • Esprimere nuovamente la bellezza della nostra vita consacrata, nella logica della generatività, capace di vivere relazioni fraterne autentiche ponendosi al servizio “dei fili più teneri”.
  • Approfondire la conoscenza e la nostra adesione gioiosa e consapevole all’esperienza spirituale della venerabile madre Laura, individuando oggi i valori ancora fecondi e tratteggiando nuovi percorsi, contenuti e modalità di attuazione carismatica, per dare nuova forma alla promessa.
  • Analizzare i cambiamenti in atto nei diversi contesti socio-culturali e pastorali per rispondere ai bisogni espressi ed inespressi dei fratelli e delle sorelle che ci interpellano nel nostro cammino quotidiano.
  • Prendere le decisioni e formulare le norme necessarie per la vita e la santità della Congregazione, indicando contenuti e modalità facendo tesoro delle linee indicate dal Magistero della Chiesa. 

In un clima di preghiera e di comunione fraterna, noi suore ci impegniamo a prepararci a tale momento così grande e forte da definirsi “sacramento di unità” lasciandoci ri-creare e rinnovare concretamente dallo Spirito che ci indica chi dobbiamo essere, cosa dobbiamo fare, come e dove attualizzare oggi il disegno e la volontà di Dio Padre.

Invitiamo tutta la comunità cristiana ad accompagnare nella preghiera questo momento celebrativo perché, illuminate dalla Parola e dallo Spirito, noi Suore sappiamo tornare alle nostre radici e vivere con una fedeltà creativa l’amore verso Gesù e verso ogni persona, a partire dai ‘fili più teneri’ come diceva Madre Laura, perché tutti possano attingere da quel Cuore che ha tanto amato gli uomini le infinite ricchezze di grazia, di consolazione e di misericordia.

– Le Suore della “Famiglia del Sacro Cuore di Gesù” –

Le foglie di un albero possono avere diverse sfumature di verde, giallo o rosso, così come le nuvole del cielo assumono forme diverse modellate dal vento che scompiglia ogni cosa, che allontana e avvicina ciò che svolazza nell’aria.

La Corte Laura Rosa è un po’ così… uno spazio, una casa dove chi si avvicina trova donne di diversi colori, di diverse etnie, età, storie ma con in comune la sofferenza data da tradimenti, da parte di coloro che avrebbero dovuto proteggerle; “fregature” da chi fa promesse ma non sa e non può mantenerle o peggio le fa per ottenere qualcosa in cambio. 

Quando si guardano le sofferenze, i colori delle foglie non si notano più, così le forme delle nuvole… … si guarda negli occhi perché si vorrebbe strappare il dolore, quel dolore che si radica nell’essere e si tatua nel cuore… questo pane ormai è quotidiano da troppo tempo, fatica ad essere eliminato….

Ma pian piano il vento che abita la Corte, dove i sorrisi si fanno spazio mentre si cucina insieme, mentre ci si pettina a vicenda, mentre si pulisce casa perché rendere ordinato il luogo che si abita è un po’ fare ordine nei propri pensieri, nella propria vita… porta con sé possibili novità, possibili occasioni di rinascita. Porta nuove nuvole, nuovi cieli, nuove strade….

Il cammino del riscattarsi dopo le violenze subite è lungo, doloroso.. ma il vento dell’accoglienza, del sorriso, dello stare con loro permette di riprendere il cammino con più sicurezza, con più slancio anche nella fatica….

Sono ancora tanti i colori che abitano la Corte Laura Rosa, qui il 25 novembre del calendario è sempre appeso… perché un giorno possa ritornare uno dei tanti giorni dell’anno perdendo il nome della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Buongiorno a tutti amici della missione o meglio MBOTE MINGI!

Papa Francesco quest’anno ci consegna una Parola di Dio impegnativa:

ESSERE TESTIMONI DI GESU’.

È una parola che vuole dire la scoperta nella nostra vita del grande valore del nostro Maestro e guida Gesù; Lui ci ha donato un insegnamento che cambia la vita, che la rende migliore…con un po’ di fatica e con la gioia di aver seguito la strada del Bene che ama.

Lo stesso Gesù di ogni anno, in ogni luogo, in ogni vita si fa presente con la vita di ciascuno di noi…

In questo mese particolare, pensiamo alla presenza del Risorto nei paesi di missione, dove l’annuncio di salvezza è portato con la forza di persone che si donano secondo il Vangelo.

La PAROLA ETERNA di GESU’ in un mondo che cambia… la missione cambia, la gente cambia, le necessità cambiano.

Infatti, la nostra presenza in Repubblica del Congo, iniziata tanti anni fa, tiene la stessa impronta di annuncio nel servizio e nella carità, nelle esigenze cambiate.

All’inizio della missione, suor Roberta ci racconta che c’erano tanti ammalati che presentavano delle piaghe che con pazienza, le sorelle curavano; ora la necessità di salute e di cura è cambiata in meglio: la gente è più attenta e vuole cure e terapie appropriate.

Sempre all’inizio vi erano molti bambini malnutriti: ora i bambini con questo problema sono diminuiti – non scomparsi – e vengono cercati e seguiti da sr Bonnette al dispensario.

Il nostro centro di salute e la nostra maternità cercano di adeguarsi con le cure e le terapie appropriate, pur cercando di tenere l’accessibilità per tutti, grazie anche al vostro aiuto.

All’inizio le sorelle vedevano i bambini vagare per il quartiere o il villaggio lasciati soli… ora dopo tanti anni, le nostre scuole materne danno la possibilità di imparare le basi educative per poter elevare il livello intellettuale e civile.

Nella scuola i bambini trovano l’attenzione delle suore e delle maestre che si prendono in carica anche i casi più particolari di famiglie numerose o indigenti.

Nelle scuole materne esplode la vita e la simpatia!!!

La gioventù ha desiderio di studiare: in tanti chiedono di essere sostenuti alla scuola superiore o all’università: il cambiamento positivo è la sete di preparazione e di istruzione e professionalità… la dipendenza e necessità economica purtroppo ci supera. Aiutiamo dove valutiamo per il bene.

Il bisogno di una casa, il bisogno di muoversi con i mezzi, il bisogno di sentirsi bene… nulla di nuovo, nulla di diverso che da noi; la differenza sono sempre le difficoltà economiche.

Ecco che la testimonianza cristiana diventa condivisione, carità…

occasione di dire una parola di consolazione, di poter dare un buon consiglio.

Di Gesù, l’eterno Amore, saremo testimoni con la condivisione: una realtà che cerchiamo di rendere possibile grazie anche a tutti voi, una realtà che vuole lasciare l’impronta di donazione amorevole del Maestro.

Buona giornata missionaria, con l’augurio che ognuno sia testimone di Gesù, l’infinito Amore.

A nome di tutte,

sr Luisa

E come ogni anno le suore si ritrovano per “partire con il piede giusto”.

Come?

Ritrovandosi per la consegna della programmazione annuale che accompagna la vita quotidiana delle suore.

Perché?

Ogni giorno, di questo nuovo anno pastorale, sia occasione per “generare speranza nel coraggio di sguardi profetici”.

Schede catechesi, adorazioni, Lectio Divine perché questo anno sia tempo di preparazione al XXV Capitolo Generale che celebreremo a Luglio.

Dove?

Alle radici, a casa madre a Sulbiate, attorno alla Mensa per Celebrare l’Eucarestia di ringraziamento per gli anniversari delle professioni, per la rinnovazione dei voti di sr Marta e per gioire insieme al Signore della nostra famiglia del suo cuore.

Quando?

Sabato 1 ottobre.

E poi…

c’è un poi…. Perché il cammino della nostra famiglia prosegue, non si ferma…

Si ritorna a casa, nelle proprie comunità cariche di sorrisi, di spinte per continuare il cammino, cariche di impegni perché ogni tempo storico è il tempo profetico che ci aspetta, nel quale essere testimoni della presenza di Dio.


Per lanciarsi nel futuro occorre prima guardare al passato con gratitudine.

È quanto è stato fatto nell’ultimo giorno del corso, per fare memoria del cammino compiuto negli ultimi 5 anni.

Quindi è giunto il momento dei ‘consigli al Consiglio’:

1.allargare la preparazione delle delegate al capitolo anche alle altre sorelle

2.riscoprire la spiritualità del Sacro Cuore e della Riparazione

3.mettere a fuoco parole come DISPONIBILITÀ, METTERSI IN GIOCO, SPERANZA.

4.rendere vita tutto ciò che in questi giorni ci è stato donato come GRAZIA di DIO.

Con la preghiera della tenerezza abbiamo affidato le nostre speranze, le nostre paure, i nostri entusiasmi al Signore per intercessione di San Gerolamo Emiliani, nel cui santuario abbiamo pregato di ritorno alle nostre comunità.

Questa mattina, mercoledì 27 luglio, siamo state guidate a riflettere e confrontarci su come il carisma della nostra Famiglia religiosa abbia ancora qualcosa da dire alla Chiesa e al mondo, come può essere ancora vivo e attuale oggi.

Ci ha aiutate in questo percorso Don Ennio Apeciti, che ci ha condotto attraverso un’analisi storica e spirituale a rispondere che il nostro carisma è ancora attuale.

Dopo esserci soffermate sulle ORIGINI, sul significato del CARISMA e sull’importanza di GUARDARE AL PASSATO CON GRATITUDINE, siamo arrivate alla domanda che interpella ciascuna di noi e le nostre comunità: COME ESSERE OGGI?

Dobbiamo essere capaci di vivere il presente con passione nello e per lo spirito.

Domandarci se se Gesù è davvero il primo e l’unico amore, come ci siamo prefisse quando abbiamo professato i nostri voti.

Da questo primato di Gesù nella nostra vita nasce l’esigenza fondamentale della preghiera, come il “midollo” della vita consacrata e la centralità, nella vita personale e comunitaria, dell’ascolto della Parola di Dio.

Un’altra sfida che ci è chiesta di vivere è quella della vita fraterna in comunità, quale continuo processo di crescita che conduce a vivere un’autentica comunione fraterna, una koinonia.

L’ascesi, che porta a liberarci da tutto quello che appesantisce il cuore, per vivere la logica del Vangelo che è logica del dono.

L’ultimo atteggiamento suggerito da Don Apeciti è quello di coltivare sempre la speranza, che solo se radicata in Dio ci rende capaci di vivere del Suo stesso amore e di attraversare tutti i tempi, sempre.

Nel pomeriggio dopo aver ascoltato la relazione, ci siamo prese del tempo per lavorare personalmente: su due post-it consegnati ad ogni sorella abbiamo scritto quella parola, quella frase che più ci ha colpito, che più serve per la nostra vita e per il nostro cammino.

Ci siamo ritrovate nuovamente in assemblea e con molta semplicità abbiamo condiviso queste parole e al termine abbiamo cercato di rispondere, perché secondo noi è ancora attuale il nostro carisma.

Una giornata ricca, di parola, di spunti, di condivisione che abbiamo voluto concludere con il momento di adorazione “Torniamo al gusto del pane con il grano frutto della terra”.