IL MONASTERINO DI SULBIATE SUPERIORE

1. IL MONASTERINO DI SULBIATE SUPERIORE

[163] Alle tre arrivammo davanti alla Chiesa Parrocchiale.

Quel mio buon Parroco ci volle dare il primo saluto e riunirci davanti all’altare della Madonna. Adorato Gesù SS. in Sacramento, inginocchiate davanti alla cara Madre Immacolata, ci consacrò e ci affidò a questa tenera Madre.

Il nuovo nostro Padre ci benedì, ci incoraggiò e ci disse che

[164] avrebbe fatto poco, ma ci sarebbe stato Padre. E ci fu davvero sempre; quante cure per noi, quanti sacrifici, quanto cuore. Che il caro Gesù gli dia tanta gloria.

In quel momento Gesù mi fece vedere come in un quadro tutta l’opera come la prima volta e mi disse che la prima, la vera Superiora sarebbe stata la sua Madre Immacolata, e tu, Laura, soggiunse, non farai che le veci.

Mi parve che la Madre mia SS. accettasse volentieri. Oh! Madre mia SS. come sperimentai sempre la vostra assistenza e cura. Rimasi un po’ sollevata e consolata.

Salutato il nuovo nostro buon Padre, ci siamo recate a Sulbiate Superiore nella casa già detta. Trovai che i miei buoni fratelli mi provvidero di tutto il necessario. Vi erano anche le mie sorelle, compresa quella con la quale convivevo a Milano, mi diedero il benvenuto e anch’esse mi aiutarono in tutto quello che mi abbisognava.

[165] Il ritorno, sola, a Milano della mia povera sorella ammalata mi fece offrire a Gesù qualche cosa anche in quel giorno. Povera Clara, con vera rassegnazione cristiana offrì il sacrificio della separazione e si abbandonò in mano alla Provvidenza con i suoi figli. Oh! sta sicura che il buon Dio premierà la tua fede e assisterà i tuoi figli.

Nel porre piede in quella casa sentii la dolce voce dirmi: “Ecco dove ti volevo, fa’ di seguire le mie ispirazioni”. Risposi: “Sì mio Gesù, eccomi qui ove mi chiamaste, so e conosco di essere buona a nulla fuorché di offendervi. Ma Voi mi voleste qui, farete Voi tutto. Come morta mi abbandono nelle Vostre braccia SS., mi nascondo nel Vostro SS. Cuore. Vivrò giorno per giorno, farò ogni giorno quanto Voi mi comanderete. Ogni mattina verrò a ricevere gli ordini Vostri, ed ogni sera verrò a rendere esatto conto di quanto avrò fatto nella giornata. Non penserò mai ciò

[166] che ho fatto ieri, né cosa farò domani. Se avete scelto uno strumento tanto incapace e misero quale sono io per questa Istituzione è segno certo che volete far tutto Voi.

Mio caro Gesù, due soli desideri sento nel mio cuore, di amarvi e di farvi amare, di sacrificare, vita, mezzi, forze per amor Vostro e per la salute del mio prossimo, onde consolare il Vostro dolcissimo Cuore. Fate che per i Vostri S. Meriti, abbiano il loro perfetto compimento. Madre SS. sono Vostra figlia, beneditemi, custoditemi, aiutatemi. Angelo mio Custode, caro Padre S. Giuseppe, Santi tutti Protettori, pregate tanto tanto per me”.

Tutte ci siamo prostrate a terra e l’abbiamo baciata facendo l’offerta di tutte noi stesse.

Venne dopo poche ore il nostro buon Padre a benedire la casa e ci disse parole sante e di grande conforto. Una mia cognata e una mia sorella, mi condussero una ragazza ciascuna (Suor M.

[167] Laura aveva 11 anni e Suor M. Agostina 12), affinché le adoperassi nei vari servizi. Ma Gesù ne fece due sue care Spose, che in breve raggiunsero il loro Sposo Gesù.

Dopo aver pregato un po’ e cenato, mandai presto tutte a letto. Rimasi sola. Mi prostrai davanti al Sacro Cuore di Gesù l’adorai, rinnovai la mia offerta e pregai lungamente… Gesù, sempre buono, mi consolò con tratti di tenerezza speciale. Mi crucciava il pensiero che era una Istituzione nuova e che non venisse approvata dalla Chiesa e Gesù mi rassicurò.

Nei giorni seguenti e finché non siamo venute ad abitare la nuova casa, ci siamo recate tutte le mattine di buon’ora alla Parrocchia per assistere alla S. Messa, fare la S. Comunione, e poi fatta la S. Meditazione, durante il giorno facevamo i nostri uffici e le nostre orazioni. Gesù Sacramentato non potevo visitarlo che una volta al giorno, cioè alla mattina e questo per due anni. Che privazione fu mai! Lo sentivo moltissimo, mi umiliavo, piangevo e pregavo.

[168] Quando si ha Gesù in casa, in qualunque dispiacere si corre ai suoi piedi, a Lui si confida tutto e la calma torna. Oh! felicità non mai abbastanza apprezzata di avere Gesù con noi… Erano passate appena tre settimane che eravamo colà stabilite, che il buon Dio ci mandò un suo Pastore (Sua Ecc. Monsignor Sabbia, Vescovo di Crema).Questi ci incoraggiò, ci benedisse e ci tenne un bel discorso sulla vita religiosa. Visitò tutta la casa, la trovò messa proprio come un monasterino. Ci disse che confidassimo nel Signore, che egli prevedeva che l’Istituto si sarebbe formato ed esteso e che avrebbe fatto del gran bene. Gesù SS. mi dava una lezione. La parola del Pastore della S. Chiesa mi aveva sollevata un po’ dai miei timori e dubbi.

2. LE PRIME ATTIVITÀ

[168] 1880 Novembre – Abbiamo incominciato le opere proprie della Congregazione.  Ma appena incominciate le opere o, meglio,

[169] l’asilo, la scuola di carità e la scuola comunale, le sorelle quasi tutte mi si ammalarono e dovetti chiamare una mia amica secolare per aiutarmi.

3. LA CRISI DELL’INVERNO 1880-1881

[169] Facevo sforzi grandi, ma io non bastavo e le ore del giorno non mi bastavano. Di giorno facevo la scuola di lavoro che era numerosissima, perché venivano le ragazze di tanti paesi, e di notte riordinavo la casa, la biancheria e tagliavo e disegnavo i lavori per le ragazze di scuola. Con Gesù mio dolcissimo, sola, sola, le notti mi passavano senza accorgermi, prendevo un po’ di riposo così seduta. Continuai così vari mesi. Finalmente le sorelle stettero un po’ meglio. Affidai loro l’asilo e la scuola comunale ed io tenni la scuola di lavoro, la guardaroba, e altre opere.

Accettai varie giovani, ma ne riuscirono atte pochissime. Quelle che tornarono a casa inventarono calunnie d’ogni sorta, ed ebbi gravi dispiaceri.

Il signore dal quale avevo comperato la casa, mi mosse una lite

[170] che durò quattro anni che mi costò spese gravi e dolorosissimi dispiaceri. Fui citata in tribunale e ne ebbi umiliazioni, senza aver data la minima causa.

Era Gesù che tutto permetteva per il bene dell’anima mia. I miei buoni Superiori parevano pentiti di avermi comandato quell’opera e avevano seri dubbi. Le persone che io stimavo disapprovavano tutto come una novità inopportuna ai nostri tempi. Si aggiunsero due sorelle alle quali vennero le convulsioni fortissime. A me tornarono i dubbi e mi si risvegliò la vocazione alla vita religiosa di stretta clausura e andavo dicendo fra me: “Che faccio io qui?”… Volontà di Dio no, perché i miei Superiori paiono pentiti. Queste giovani così malaticce non possono riuscire e dovranno tornare nel mondo, dunque io fui ingannata e fu opera di fantasia… Ero perfettamente al buio. Gesù SS. si era

[171] nascosto. Resistetti per qualche giorno e poi decisi per altra vita. Piansi, pregai ancora.

Una sera non ne potevo più e quasi, quasi, cedevo alla tentazione di lasciare le sorelle di nascosto e andare in un luogo sconosciuto per poi entrare in qualche monastero di clausura in qualità di conversa. Mio pensiero era di lasciare alle sorelle i mezzi che mi aveva dato la Provvidenza ed io partire con niente. Fu un momento terribile, mi sembrava mi si slogassero le ossa nell’abbandonare le mie care figlie.

Esse dormivano tranquille fidenti in Gesù e in me. Prostrata fino a terra pregai lungamente, e mentre feci per alzarmi per cedere alla tentazione, Gesù prontamente venne in mio aiuto. Ancora amabile Gesù, sempre i tuoi teneri, ma severi rimproveri! Ancora mi stanno davanti fissi quei tuoi occhi dolci, ma severi!… Quell’amabile e tenera Voce che mi disse: “Laura, che fai?… Questa è opera mia, non perderti di coraggio.Io sono con te. Io farò tutto”. “Ma dov’eri Gesù mio?”.

[172] Sbigottita e tremante, ma rassicurata della Volontà del mio caro Gesù, tornai al mio posto d’orazione e feci l’offerta ed il sacrificio di tutta me stessa, della mia vita, del mio onore, delle cose mie. “Tu mi basti Amor mio per tutto”. Pregai e piansi un po’ e mi addormentai. Mi pareva che Tu, con tanta dolcezza, mi facevi riposare sull’Amabile Tuo Cuore…

Mi svegliai, Ti diedi un bacio affettuoso e mi trovai rinfrancata e pronta a soffrire quelle calunnie, quelle dicerie che prevedevo inevitabili.

Sì, caro Gesù, per molti io ero un’illusa, una visionaria, una povera testa, doppia, vinta, bugiarda, piena di spirito d’indipendenza e di novità. Io ero un’insubordinata che voleva comandare a tutti e obbedire a nessuno.

Si aggiunsero pene di anima e di corpo. Guai d’interessi, intimazioni di sequestro ecc. Ma Voi sempre Buono mi sosteneste.

[173] Persone buone, credendo di fare il mio bene, mi contraddivano e mi creavano mille imbarazzi e ostacoli e così incagliavano l’opera di Dio.

1881. Mi fecero fare la Professione come Orsolina di Famiglia.

Si stabilì la Compagnia di S. Angela qui in Parrocchia, fui nominata Superiora.

Oh, mio Signore, per quanto io amassi la Compagnia di S. Angela, Voi sapete quanto soffrivo perché io sapevo certo che doveva sortire con gravi dispiaceri ed essere giudicata poco sincera, perché ben altro Voi volevate da me. Ma io dovevo obbedire, pregare, soffrire e tacere. I miei Superiori continuarono nei loro dubbi e non mi dicevano più nulla. Essi pure soffrivano e sola, sola, ne soffrivo, ma Voi, mio Gesù, mi sosteneste con un continuo miracolo. E in mezzo a tanto patire all’esterno, dovevo farmi vedere allegra, giocare e cantare con le ragazze.

Mi diedi di più al digiuno e alla penitenza per ottenere un po’ di

[174] lumi ai miei Superiori. Privai anche del necessario il mio corpo onde muovere a pietà il mio Dio. Ma la mia salute ne soffrì e si accorsero i miei Superiori e mi proibirono ogni cosa. Stimavo sempre più la Compagnia di S. Angela, ma capivo benissimo sempre più che non era in questa Compagnia che Gesù mi voleva.

4. LA MORTE DI BIANCA PICCALUGA

[174] Il giorno 6 Novembre un grande sacrificio Gesù dolcissimo volle da me. La mia cara sorella Bianca, maestra delle novizie, (la giovane guarita dalla Madonna di Lourdes) se ne volava al cielo a ricevere il premio di tanto patire e tanta virtù.

Ammalata per grazia di Gesù Sacramentato (essendo essa promessa sposa da sua madre, chiese a Gesù esposto sull’Altare per le S. Quarantore, un male che le rendesse impossibile il matrimonio perché era già promessa a Gesù SS. e Gesù l’infermò nello stesso giorno e così per 10 anni).

Guarita per miracolo del Cuor SS. di Gesù e dalla Madonna di Lourdes, come già dissi, Ella raccontava che la notte precedente

[175] al giorno della sua miracolosa guarigione gli parve di vedere in sogno la Madonna di Lourdes che la baciasse in fronte, la benedisse e le dicesse: “Bianca, domani guarirai, andrai insieme alla tua amica Laura a farti religiosa nel nuovo Istituto di mio Figlio, fa di essere di aiuto e fatti santa”. Così fece.

Fatta la S. Professione moriva come una santa.

Era l’unico mio aiuto, era l’unica a cui potevo dire una parola, domandare un consiglio. Ma Voi amabile Gesù, me la toglieste – Dissi un Fiat doloroso. Rimasi proprio sola.

Allora decisi di dare a Gesù tutto il tempo che adoperavo per questa mia cara figlia e sorella e dissi a Gesù che Egli mi avrebbe tenuto il posto anche di questa. E tu, Bianca, prega per questa nascente tua famiglia religiosa.

Questa povera sorella da sei mesi soffriva di notte convulsioni fortissime che le duravano cinque, sei ore, e dovevo io sola

[176] tenerla perché non voleva farsi vedere dalle altre sorelle. Mi affaticavo tutta notte e di giorno, avendo scuola, non potevo riposare, e sebben qualche volta svenni per la stanchezza, pure Gesù SS. sempre mi sosteneva. La madre di questa mia sorella, dopo la morte di sua figlia, si fece dare la dote benché avesse fatta già la Professione. Ma trovò appoggio nell’autorità e in pie persone. Ebbi gravi dispiaceri da parte dall’avvocato e da Sacerdoti che, credendo a lei, mi trattarono da ingiusta.

Ero in quel momento molto in ristrettezze e dovetti fare un prestito il quale poi, mi fu causa di pene. Povera signora, li ricevette, li depositò, o meglio, fece un vitalizio con l’assicurazione della vita e tre giorni dopo fu trovata morta, non ha goduto, nemmeno un semestre. Che il buon Dio le usi misericordia.

Il Signore è geloso delle sue opere. Ne sentii vivo dolore.

5. LE ADDIZIONI ALLE REGOLE

[177] 1882 – Le nostre regole private furono miracolosamente approvate.  Noi avevamo le regole di S. Angela, ma avevamo, per l’interno nostro, le nostre Costituzioni. Furono portate a Sua Eccellenza affinché le proibisse.

Ma mi disse Sua Eccellenza l’Arcivescovo che nel tempo della S. Messa, e proprio dopo l’Elevazione, si sentì ispirato di approvarle.

Terminata la S. Messa scrisse alla fine delle nostre Costituzioni l’approvazione e ce le spedì.

Superiori della Compagnia di S. Angela trovarono un pericolo per la Compagnia e una novità e chiesero provvedimento all’Arcivescovo. (Quanto soffrissi in quella circostanza Gesù solo lo sa. Fui creduta finta, insubordinata, si proibì alle sorelle della Compagnia di parlare con me, mi si negava perfino il saluto. Io non critico, essi operavano con buon fine).

6. DA ORSOLINE DI FAMIGLIA A ORSOLINE DEL S. CUORE DI GESù

[177] Si fece una petizione a Sua Eccellenza sottoscritta dai Superiori e dal Consiglio della Compagnia con la quale si domandava che fossimo separate dalla Compagnia.

[178] Sua Eccellenza ci separò volentieri, ci costituì con Decreto “Congregazione religiosa Diocesana” indipendente dalle altre. Al nome di Orsoline aggiunse quello del Sacro Cuore di Gesù.

Per questa separazione ebbi a soffrire non poco dai buoni e zelanti, che si confermarono nell’idea che io non fossi stata sincera con i Superiori della Compagnia.

E Voi, sempre buono, mi andaste dicendo: “Coraggio, Laura, tutto è opera mia, non temere, taci e perdona”. Non volle mai che mi difendessi. Oh! Gesù caro, quanto patire, ma quanta Bontà e misericordia in questo anno.